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Borrelli succede Palazzi il 16 Luglio 2007, ma l’indagine sulle intercettazioni telefoniche e i pedinamenti fatti eseguire dall’Inter viene archiviata dalla procura federale della FIGC con un comunicato stampa il 22 giugno 2007:
“esaminata la relazione dell’ufficio Indagini sugli accertamenti richiesti dalla Procura federale in ordine a numerosi articoli di stampa riguardanti il comportamento di dirigenti della società Internazionale F.C. S.p.A. nei confronti dell’arbitro Massimo De Santis, dei calciatori Christian Vieri, Adrian Mutu, Luis Ronaldo Delima Nazario, Vladimir Jugovic e del tesserato Mariano Fabiani, ha disposto l’archiviazione del procedimento, non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte”. Nonostante
l’avvocato Morescanti renda noto di aver inviato alla FIGC gli atti del processo Telecom che avevano a che fare con le attività illegali di dossieraggio nel mondo del calcio. Il 28 maggio 2010 la dottoressa Panasiti emette un decreto che stabilisce esserci delle fattispecie penali rilevanti, cioè
delle responsabilità dei vertici Telecom nel commissionare i dossier illegali, rinviando gli atti alla procura al fine di indagare sulle ipotesi di reato.
L’avvocato Buongiorno ha richiesto tre volte alla FIGC le spiegazioni sull’archiviazione, ottenendo infine una lettera nella quale con argomentazioni da azzeccagarbugli gli vengono negate, al fine di non ledere interessi di terzi. Oltre a richiedere nell’esposto la
revoca dello scudetto attribuito a tavolino all’Inter, che definisce assegnato con atto d’imperio da Guido Rossi con un’azione non sottoposta a nessun termine prescrittivo, sollecita
Palazzi affinché chieda conto a Moratti nell’incontro del 31 marzo di quanto intrapreso nei confronti di Vieri con pedinamenti e intercettazioni telefoniche illegali e provveda all’acquisizione del fascicolo dell’udienza del presidente dell’Inter davanti a Borrelli del 4 ottobre 2006. Inoltre rileva
contro l’Inter, Moratti e Ghelfi, che già fu oggetto di indagine pur non ottenendo condanne riguardo alla vicenda del passaporto falso di Recoba, ma la richiesta potrebbe essere estesa a
Facchetti, Buora, Tronchetti Provera e Paolillo, anch’essi coinvolti nelle vicende, numerose violazioni dell’art. 1 (
basterebbe e avanzerebbe per revocare lo scudetto di cartone. Inoltre per la Juventus ne sommarono 6 per ottenere un art. 6), punibili con sanzioni in base agli art. 18 e 19 del CGS. Nei quali si spazia dall’ammenda alla penalizzazione in termini di punti, alla retrocessione all’ultimo posto in classifica o nella serie cadetta, alla revoca del titolo vinto.
Ma cosa c’è nelle deposizioni rese al processo Telecom di Milano da Emanuele Cipriani il 16 giugno 2010, da Giuliano Tavaroli l’1 giugno 2010, da Marco Tronchetti Provera il 26 ottobre 2010 e dalla segretaria di Adamo Bove, signora Caterina Plateo, delle quali si fa menzione nell’esposto di Vieri?
Cipriani: Dichiara di essere stato incaricato da Tavaroli di redigere il dossier Care, relativo a indagini sulla vita extracalcistica di Vieri, attraverso l’acquisizione anche di informazioni illegali per il tramite dell’anagrafe tributaria A.D.R., il cui committente, specifica, era l’Inter. Era prevista l’anagrafica delle utenze telefoniche anche cellulari, ma gli furono comunicati i numeri cellulari e fissi dall’Inter attraverso Tavaroli. I numeri erano tutti Telecom e le informazioni furono reperite illegalmente. Il progetto Care è del 2000 e prevedeva che Vieri fosse pedinato 24 ore su 24. In almeno due occasioni Tavaroli telefonò in sua presenza a Moratti e a Ghelfi, al quale la vice di Tavaroli sollecitò i pagamenti avvenuti tramite bonifico presso la società estera WCS Ltd e non presso la Polis d’Istinto perché nelle intenzioni dell’Inter la prestazione doveva rimanere ampiamente riservata. Al momento della consegna definitiva del rapporto Care Tavaroli avvisò dinanzi a Cipriani la sua segretaria di avvertire la segretaria di Moratti, con il quale Tavaroli aveva contatti anche attraverso la segretaria di Tronchetti Provera e lo stesso, negli anni 2001/’02 e non oltre la fine del 2004. Tavaroli gli riferì di essersi incontrato con Moratti, che si era detto soddisfatto del lavoro svolto.
Tronchetti Provera: Nella sua dichiarazione precisa di essere consigliere di amministrazione dell’Inter. Cronologicamente pone il dossier Care nel 1999/2000, quando era presidente del consiglio di amministrazione della Pirelli, dicendolo scaturito da un incontro con Moratti e Facchetti che li portò a rivolgersi a Tavaroli. Confermerebbe nella deposizione l’ammissione di fatti che riguardano il 2004.
Caterina Plateo, segretaria di Adamo Bove: Dice che nel 2002, forse 2003, fu incaricata dal suo responsabile di settore, Adamo Bove (trovato morto all’età di 40 anni in seguito a un presunto suicidio ai piedi del cavalcavia di via Cilea il 21 luglio 2006 a Napoli) di raccogliere i dati telefonici relativi all’utenza telefonica di Vieri. Nell’ufficio di Bove veniva svolto il lavoro, prima a mano su un foglio e poi riportato sul suo computer, di annotazione di tutti i numeri e dei destinatari ai quali erano pervenute le telefonate partite dall’utenza telefonica di Vieri. I numeri venivano estratti in sua presenza da un cd recante sulla confezione la data del 6 giugno 2004. Si deduce che Vieri fu pedinato nel 2000/’01 e intercettato nel 2004. Il cd potrebbe essere all’origine della denuncia inoltrata alla procura di Milano da Moratti o da Facchetti in violazione della clausola compromissoria del quale Nucini ha detto a Napoli il 15 marzo non essere a conoscenza. Sarebbe importante a tal proposito fugare i dubbi attraverso la consegna da parte della Boccassini del fascicolo 45, richiesto dall’avvocato Gallinelli.
Giuliano Tavaroli: Dichiara che nel 2004 fu incaricato da Carlo Buora, vice presidente dell’Inter e amministratore delegato della Telecom, di redigere un dossier sulla vita privata di Vieri nell’interesse della Pirelli, sponsor dell’Inter, che voleva concludere un contratto avente ad oggetto lo sfruttamento dell’immagine del calciatore. Dice di aver ricevuto una telefonata dalla segretaria di Tronchetti Provera riguardo non a indagini su Vieri, ma su calciopoli. Nel 2001/’02 fu contattato dalla segreteria di Moratti e Tronchetti Provera per indicare un’agenzia che potesse eseguire delle investigazioni sulla conformità della vita del calciatore Vieri con il contratto stipulato con la società Inter e segnalò la Polis d’Istinto di Cipriani. In seguito fu direttamente l’Inter a intrattenere i rapporti con Cipriani e ad eseguire i pagamenti. Nel 2004 l’attività su Vieri fu svolta per il solo Buora. Nel 2001 presentò Cipriani a Ghelfi per effettuare indagini sia su Vieri che su altri calciatori dell’Inter. Nel 2004 si rivolse ad Adamo Bove per il caso di Vieri. Puntualizza che nel 2004 non ci fu nessun incarico a Cipriani e nessuna fatturazione, poiché fu Bove a effettuare il controllo telefonico di Vieri mediante la password in sua dotazione sul database di Tim. Nel 2001 ci fu un rapporto diretto tra l’Inter e la società investigativa di Cipriani.
Il 30 marzo l’avvocato Buongiorno ha ottenuto nell’ambito del processo intentato da Vieri all’Inter e alla Telecom la nomina dei periti, uno psichiatra e un medico legale, che giorno 3 maggio inizieranno le loro valutazioni sulle conseguenze della depressione che fu causa per il calciatore, a suo dire, della prematura fine della sua carriera e dell’ingente danno non solo economico che ciò comportò per lui. E’ solo una tappa del percorso intrapreso da Christian, che gli auguriamo di condurre a termine con soddisfazione. Allo stesso modo ci auguriamo che dal colloquio con Moratti e dalla rivisitazione di calciopoli attraverso un quadro più completo degli eventi venutosi a determinare in seguito ai nuovi fatti e alle nuove testimonianze e prove ascoltate ed emerse negli ultimi anni, sia scaturita per Palazzi la decisione di revocare all’Inter lo scudetto più immeritato della storia e di revisionare un processo che a distanza di cinque anni appare più che mai falsato da lacune e ingiustizie.
“Giustizia è riportare tutte le cose al loro senso” . (Don Oreste Benzi, fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII)
Vieri e il caso InterLa tranquillità di MorattiCommenta l'articolo sul nostro forum!