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Attualità di F. FILIPPIN del 18/03/2015 10:04:52
Il campionato parallelo della Capitale

 

Esiste un campionato reale, quello che viene giocato ogni domenica (e ogni venerdì sera, sabato sera, lunedì pomeriggio,ecc.) in cui c'è una squadra nettamente al comando (non scriviamo ancora che si appresta a vincere il titolo...), che sta dominando il calcio italiano da tre anni e mezzo, nonostante il non ancora chiarito cambio di allenatore e certi funesti presagi estivi.
Una leadership mai messa in discussione sul campo, dopo tre quarti di stagione sempre in testa e con vantaggio abissale su tutto il resto del calcio italiano (con uno scontro diretto vinto nonostante – lasciatemi sfogare – gli errori arbitrali in occasione del mancato rigore a Marchisio e di quello, invece, concesso a Totti, e uno pareggiato in trasferta solo grazie ad un mezzo regalo).
Nulla da dire, insomma.

Pare, però, che sia esistito (almeno fino a poco tempo fa) anche un campionato parallelo (probabilmente giocato in un'altra dimensione di cui noi non abbiamo percezione) in cui la vera capolista, la squadra che gioca meglio di tutti, che merita il titolo e che, numeri alla mano, avrebbe dovuto essere in testa, è un'altra.
Una squadra fantastica, certamente superiore alla Juve per bellezza di gioco, qualità dei singoli e, perché no, tempra morale.
Una squadra che non si è accontentata di eccellere in Italia, ma che anche in Europa ha detto la sua.
Questo è quanto emerge sfogliando anche distrattamente le dichiarazioni provenienti tutte dalla capitale da ottobre ad oggi, che, anche ad una lettura distratta, non possono che far nascere almeno un sorriso.

Tutto è cominciato (tralasciamo l'inizio della stagione in cui tutti, a bocce ferme, si dichiarano agguerriti e fortissimi...fa parte del gioco), dopo lo scontro diretto giocato a Torino e vinto (ripetiamo “nonostante l'arbitro”) dalla Juve.
Non mi riferisco alla solita stucchevole ricostruzione a senso unico degli episodi controversi operata dal solito clan giallorosso (che comprende giocatori, dirigenti, giornalisti, politici, filosofi, ecc...), a cui neanche facciamo più caso.
Ha cominciato Garcia: “Vinceremo lo scudetto. Ora ne sono sicuro. Siamo più forti della Juve”.
Detta professione di fede è continuata settimanalmente per mesi, con calcoli virtuali sulla classifica e sul conto dei gol segnati e subiti al netto dello scontro diretto.
Clima di (immotivata) euforia che ha contagiato anche i giocatori, Totti per primo, che si sbilanciava “Siamo più forti della Juve (e ci risiamo...) Siamo la squadra più propositiva d'Italia e anche in Europa".
Sì, talmente propositivi da prenderne 7 (sette) dal Bayern Monaco in casa...
Ma non basta: il clima di esaltazione ha coinvolto anche insospettabili seconde linee, come Astori (addirittura) fino a fargli proclamare a gennaio: “Domenica sarà sorpasso alla Juve”: sappiamo come è finito quel week end, con la Juve vittoriosa a Napoli e la Roma bloccata sul pari nel derby, nonostante il fondamentale selfie di Totti.
Nulla è perduto, tanto che l'ex bandiera Roberto Pruzzo, uomo che non verrà certo ricordato in futuro per le doti di prevegenza, ancora a febbraio si sbilanciava così: “Scudetto? Roma mia puoi ancora farcela”..

Potremmo continuare quasi all'infinito in una perenne celebrazione (in realtà solo autocelebrazione) di una squadra che non aveva e non ha ad oggi fatto nulla di memorabile, né di eccezionale, celebrazione che solo ora (dopo una infinita serie di risultati negativi) sembra aver avuto fine.
Il campionato parallelo vissuto a Roma è svanito nel nulla, senza lasciare traccia.
Forse in tutto questo l'unica frase da ricordare davvero è quella detta da Totti: “la Juventus dovrebbe fare un campionato a parte” .
Perchè, a più quattordici non lo sta già facendo?

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