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Calcio giocato di M. LANCIERI del 21/04/2015 08:17:14
Conferma per la Juventus, fallimento Roma e Milano

 

Raramente a metà aprile si possono emettere verdetti pressoché assoluti sull'andamento di un campionato: il 2014/2015 potrà essere ricordato anche per questo.
Neppure gli scaramantici più integralisti possono mettere in dubbio che la Juve si è confermata per il quarto anno consecutivo la squadra più forte d'Italia. E, nonostante qualche punto in meno della stagione scorsa (ma ripetere quell'andatura era impossibile), il divario tra i bianconeri e le inseguitrici si è addirittura accentuato.

In tutta sincerità, il sottoscritto era molto dubbioso (tendente allo scettico) sul nuovo corso post-contiano intrapreso dalla Juve. Non ho alcun problema ad ammettere l'infondatezza delle mie (e non solo mie) preoccupazioni iniziali: i giocatori hanno dimostrato di essere di un livello molto più alto degli avversari nel campionato italiano (e c'è da sorridere rileggendo le analisi dei cosiddetti "esperti" di inizio stagione, quando Roma e Napoli erano paragonate, se non posizionate addirittura davanti, alla Juve); Allegri ha fatto un capolavoro, sfruttando intelligentemente l'eredità raccolta ed aggiungendo una nota di ulteriore cinismo che ha contraddistinto ogni appuntamento importante della stagione, non ultimo il match vinto sabato contro una Lazio in formissima; ma la vera coppia d'oro è quella formata da Marotta e Paratici, capaci di creare una macchina praticamente perfetta, che ha letteralmente affossato le rivali.

A proposito di rivali, nonostante le polemiche interne, gli alti e i bassi e tutto il resto, ad oggi le uniche tre squadre che hanno qualche chance di salvare la stagione sono Lazio, Napoli e Fiorentina. Gli aquilotti, dopo un avvio disastroso, hanno decisamente spinto sull'acceleratore, rientrando a pieno titolo in lizza per la seconda piazza e centrando la finale di Coppa Italia, che li vedrà opposti alla Juve. Lotito è un personaggio sopra le righe, ma nella mediocrità italiana è uno dei pochi che dimostra un minimo di capacità di programmazione.
Il Napoli sembra sempre sul punto di affondare definitivamente, ma può contare su un campione di caratura internazionale ed un buon numero di ottimi comprimari, che hanno permesso a Benitez di bilanciare un campionato gravemente insufficiente con un percorso finora ottimo in Europa League, in cui l'accesso in semifinale è stato conquistato già all'andata. Anche la Fiorentina può giocarsi le sue chances nella competizione meno prestigiosa d'Europa: non sarà neanche lontanamente paragonabile alla Champions League (e neppure allo Scudetto), ma visti i piatti vuoti che il convento passa alle più blasonate rivali, ci si può sicuramente accontentare!

Le campane a morto suonano invece sulla sponda giallorossa della capitale, che nella mente di Garcia e dei suoi adepti avrebbe dovuto spazzare via la concorrenza, mentre alla resa dei conti rischia di non arrivare neppure seconda, ma soprattutto a Milano, dove domenica sera è stato giocato probabilmente il derby più triste degli ultimi 20 anni. Le delusioni di Roma, Milan e Inter (in ordine di classifica) sembrano quasi rappresentare una rivincita del destino contro le società che più si adoperarono e/o ottennero benefici da farsopoli. Ma non si tratta di destino: ciò a cui stiamo assistendo è il normale risultato che si ottiene quando, per vincere, anziché crescere si preferisce demolire la concorrenza. Nel breve periodo, si possono anche mietere successi, magari profittando della razzia compiuta a danno dei rivali affossati, ma senza una crescita organica e soprattutto "naturale", presto o tardi si torna nei bassifondi da cui si era partiti (se non peggio, come nel caso delle milanesi).

Si dice che il tempo sia galantuomo: ciò che sta accadendo sul campo a Roma, Milan e Inter pare confermarlo senza tema di smentita. Ora aspettiamo che anche fuori dal campo vengano ristabilite la giustizia e la verità storica.

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