Date per vere le carenze professionali e le conseguenti condizioni del terreno di San Siro, che secondo i tecnici supervisori dell'UEFA "non sarebbe degno di una finale di Champions' League", ci chiediamo se tali tecnici supervisori siano gli stessi, o facciano parte dello stesso ufficio, che a suo tempo valutò "agibile" il terreno della
Turk Telekom Arena di Istanbul, stadio di proprietà del Galatasaray, stadi avente persino una copertura retrattile atta a coprire il campo per intero onde preservarlo al meglio in caso di fenomeni atmosferici particolarmente avversi.
Perchè in occasione dell'ultimo turno del girone eliminatorio della Champions' League 2013/2014 la gara fra Galatasaray e Juventus venne sospesa a causa di una forte nevicata che si depositò sul manto erboso
perché la società turca non chiuse il tetto prima dell'inizio del match, nonostante si sapesse della perturbazione in arrivo e quindi si rigiocò il giorno successivo, di pomeriggio, dopo aver "ripulito" (si fa per dire...) il campo in maniera alquanto bizzarra, ovvero lasciando il terreno di gioco nel quale difendeva la Juventus, ovvero nel quale attaccava il Galatasaray, in condizioni minimamente accettabili, mentre l'altra metà campo, e solo quella, fu letteralmente arata, manco ci si dovessero seminare le patate.
Inutile dire, vien da sé, per logica, che in quella metà campo (arato) difendeva il Galatasaray ed attaccava la Juve. Con estrema facilità il primo, con estrema difficoltà la seconda. E dire che persino i due allenatori di allora, Mancini per i turchi e Conte per la Juve, ritennero inopportuno giocare in quelle condizioni. Condizioni proibitive, condizioni create ad "arte" (contadina...),
condizioni che allora ai supervisori dell'UEFA non parvero "indegne" di un incontro di qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Champions' League, condizioni che influirono pesantemente sul risultato di quel match.
Oggi ci chiediamo: a distanza di tre anni scarsi l'UEFA ha acquisito professionisti e professionalità tali da dare giudizi di merito scientificamente corretti e che sono stati sintetizzati con l'ormai famoso "indegno" su un terreno che, tutto sommato, consente un regolare svolgimento di una partita, oppure di
"indegno" c'è solo il loro metodo di giudizio estremamente variabile e quindi scientificamente e professionalmente incompetente, relativo alla qualità dei campi che devono supervisionare?
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