E’ la giornata in cui la
Juve torna a fare la sua parte, quella della prima della classe, quella consona al suo blasone.
Per impegno soprattutto. Lo fa travolgendo una compagine bergamasca giovane e troppo emozionata che, senza Gagliardini, perde subito irrimediabilmente campo, lì, nel mezzo.
Mandžukić si distingue per voglia di fare, Alexsandro per la capacità di sbloccare subito la partita, Rugani per la necessità di giocare con continuità e Pijanic, finalmente per qualità.
C’è a chi pare eccezionale l’ordinaria amministrazione e serve ricordargli che contro i bianconeri l’Atalanta (Dea, ma non del calcio), nei secoli dei secoli, non vince mai. Ma è gente senza puntiglio e senza memoria e con l’occhio languidamente proteso al mondo del cricket o del golf.
Anticipatamente all’anticipo (odio lo spezzatino) il
Napoli era tornato a sorridere (e Sarri che non piange (in diretta o in differita è quasi sempre una notizia) e Noi a ghignare dell’
Inter, quella compagine milanese di ratti scarsi, antisportivi e poco puliti che perde con continuità cronica e storica.
Il
derby de’ Roma sorride ai giallorossi presentando al paese una lezione morale di esempi elevatissimi, il vero campionario delle virtù barbariche: l’intelligenza (calcistica) di Wallace che fa riflettere sul livello della qualità degli stranieri importati, la sportività (lancio dell’acqua alla panchina laziale e successiva “meravigliosa” simulazione con conseguente svenimento) di Strootman subito accreditato di eroicità dalle “radio romane" invece di essere squalificato per qualche turno come capiterebbe nel resto del mondo, l’esultanza morigerata dell’arbitro Alessandro Costanzo al raddoppio di Nainggolan, passata sotto un silenzio mediatico degno del periodo più oscurantista della Cuba Castrista, la totale inadeguatezza sia di Banti che di Calvarese che cercano in tutti i modi di concedere l’ennesimo rigorino
er sistema, la capacità linguistico-espressiva di Lucic, che per significare che Rudiger sia un cialtrone non trova altra metafora che quella razzistoide del
vù cumprà.
Sono soddisfazioni!
Rimangono a meno quattro a pari del
Milan che ceduto tre anni fa il celeberrimo Coluvic e ingaggiato, quest’anno, Montella ottiene risultati analoghi. Pensate che in questa giornata ha, addirittura, sconfitto in casa il Crotone!
Stessa fortuna anche per la
Fiorentina, cui Babacar regala tre punti sul filo di lana e Udinese, qui è Danilo il
match winner. Noiosamente finiscono pari sia la sfida muscolare tra
Chievo e
Genoa che quella tra le matricole
Pescara e
Cagliari.
Finalmente determinato invece il
Sassuolo che regola il povero
Empoli, destinato ad essere la squadra che illude le speranze di salvezza delle moribonde
Crotone,
Pescara e
Palermo, “Fino alla Fine”.
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