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Attualità di E. LOFFREDO del 21/03/2017 13:51:56
Giornalisti, datevi un'etica!

 

Già, si diano un'etica. Se ne riapproprino se l'hanno perduta. Uno solo di loro potrebbe anche perderla per strada, potrebbe sacrificarla al tornaconto particolare, piegare quella responsabilità che deriva dal ruolo per un interesse proprio o di qualcuno a cui svende l'indipendenza intellettuale. Che l'etica venga perduta anche dall'ordine di categoria che li rappresenta è meno condivisibile. Allarmante.

Tra i giornalisti che operano del calcio questa perdita dei sani costumi avviene per posticipazione all'animo del tifoso che alberga in ognuno di loro. Un fenomeno che è diventato tanto più grave quanto più si opera con mistificazione nel raccontare i fatti del pallone e per la spasmodica ricerca del sensazionalismo di campanile. Un sensazionalismo che stimola l'agitazione dei tifosi e conduce a pericolosi scenari sociali.

Qualche giorno fa il principale quotidiano sportivo «tramite la direzione affari legali, ha inviato una segnalazione ufficiale al presidente Figc Carlo Tavecchio, che ha immediatamente girato la pratica alla Procura Federale e a quello del Coni Giovanni Malagò per chiedere un intervento sulla vicenda» (LINK). Prima e dopo, in modo analogo vi erano stati interventi dell'Ordine del giornalisti per chiedere e pretendere rispetto per i propri tesserati e per alcuni di loro da parte di altri colleghi.

Da tempo, in qualche caso da anni, si assiste a giornalisti che usano i social in un modo che fa rabbrividire per il livello dialettico da peggiore bar sport. Usi di tweet e aggiornamenti di stato che gridano dolore per la tortura a cui viene sottoposta l'etica di un bravo professionista. Eppure l'Ordine di categoria tace.

L'ultimo caso è sulla prima pagina odierna del Il Mattino di Napoli, che in vista del doppio confronto tra Napoli e Juventus ha pensato bene di utilizzare uno spazio per fare da megafono a una polemica circa un presunto episodio di favoritismo per la Juve. C'è da chiedere all'Ordine dei giornalisti: è etico un siffatto uso del ruolo di giornalista? Aizzare una piazza già di per sé molto inquieta, e lo dimostrano gli ultimi episodi accaduti anche lontano dal capoluogo partenopeo, è sinonimo di responsabilità? È etico svendere il diritto/dovere di cronaca per raccontare gli episodi secondo il tifo di riferimento?

Infine, la FIGC e il CONI che immediatamente si fanno carico delle richieste della stampa, perché non intervengono a richiedere un atteggiamento più professionale e responsabile da parte di chi racconta il calcio e veicola il loro prodotto? Ci ripetiamo: sarebbe il caso che la Federcalcio chiedesse una reciprocità alla classe giornalistica.

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