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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di S. BIANCHI del 23/03/2017 13:32:50
Bonucci come Haller. O quasi.

 

La recente sospensione di Bonucci, reo di critiche troppo plateali alle decisioni del proprio tecnico, con squalifica scontata sullo sgabello di Oporto, mi ricorda un’altra sospensione, quella che si guadagnò quell’artista del pallone e della vita che rispondeva al nome di Helmut Haller. La cosa avvenne ben quarantacinque anni fa, era il 22 marzo 1972.

Haller era un tedesco dal carattere mediterraneo, estroverso, casinista, amante degli scherzi, della birra, della vita notturna e delle donne, molto probabilmente in un ordine diverso. Se a Torino si trovava sotto le grinfie dell’attenta e gelosissima moglie Waltraud, in trasferta pensava di poter sfidare la marcatura dello staff bianconero, ma aveva sottovalutato il fatto che le sue frequenti scappatelle erano note non solo alla walkiria tedesca, e che si era in vicinanza del derby della Mole. Haller, rivitalizzato dopo Bologna dalla “cura Heriberto”, con Vycpalek stava giocando ottimo calcio, e il boemo lo considerava essenziale al suo gioco.

Quell’anno, in Coppa UEFA, la Juventus si era facilmente liberata di Valletta, Aberdeen e Rapid Vienna, ma nell’andata dei quarti di finale, al Comunale col Wolverhampton, non era andata oltre l’uno a uno, per le reti di Anastasi e McAlliog. Per il ritorno al Wolverhampton, col risultato parzialmente compromesso e visto il derby col Toro di quattro giorni dopo, Cesto schierò la Juventus al Molineux priva di Bettega, Causio e Capello, mandando in campo Piloni, Spinosi, Longobucco; Marchetti, Roveta, Salvadore; Haller, Cuccureddu, Novellini, Savoldi e Viola. Nella Juve-baby, al di là del risultato finale, Helmut giocò una gran partita: purtroppo il tabellino riporta le reti dei “Wolves” da parte di Hegan e Dougan, solo parzialmente bilanciate dalla rete su rigore di Haller, all’ottantaquattresimo.

Haller voleva festeggiare la sua splendida prestazione, o forse voleva semplicemente concedersi una scappatella “a basso rischio”, visto che Waltraud era rimasta a Torino. Così, scattata l’ora del “tutti a letto”, Haller evase dall’albergo e si diresse verso un night club. Purtroppo, quella sera Vycpalek passò a controllare che tutti i suoi ragazzi dormissero, e trovò vuoto il letto del tedesco. Svegliò il D.G. Pietro Giuliano e via su un taxi, alla ricerca del fuggitivo. Missione compiuta in breve tempo: Wolverhampton era un piccolo borgo e non molti i nights da controllare. I due trovarono Haller immerso in una nuvola di fumo, con evidenti tracce di assunzioni di whisky sul tavolinetto e soprattutto circondato da un certo numero di fanciulle. Visti Giuliano e Vycpalek, sorrise loro, salutò le signore e salì in silenzio sul taxi.

Boniperti lo mise immediatamente fuori rosa, ed alle obiezioni dei giornalisti presenti sul volo di ritorno, il ferreo presidente dichiarò: “Haller ha sbagliato e deve pagare. Conosco i rischi che correremo nel derby, ma debbo dare un esempio ai giovani che sono su questo aereo”.

Per la cronaca i Wolverhampton Wanderers, che superarono in semifinale il Ferencvaros, furono sconfitti dal Tottenham nella finale di Coppa. Sempre per la cronaca, la domenica seguente la Juventus, con Viola al posto di Haller, perse in casa col Torino, un due a uno determinato dalle reti di Anastasi al ventesimo, di Sala al trentesimo e di Agroppi al sessantaquattresimo. In compenso, a fine stagione la Juve riponeva in bacheca il suo scudetto numero quattordici, primo squillo di un ciclo durato tre lustri, iniziato nel 1970 dal Presidente Boniperti con Armando Picchi, continuato col boemo Vycpalek e portato a compimento con Giovanni Trapattoni.

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