Giulemanidallajuve
 
 
 
 
 
 
 
  Spot TV
 
 
 
 
 
 
 
LAZIO
Sabato 30/03/24 ore 18,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di S. BIANCHI del 10/04/2017 09:20:03
Benetti era fatto così

 

Romeo Benetti, nato il 20 ottobre 1945, è un gran bel centrocampista che nel 1968 arriva alla Juve, ove torna nel 1976 dopo un passaggio alla Sampdoria e sei anni al Milan. Nel secondo periodo bianconero mette le mani sugli Scudetti 1977 e 1978, una Coppa Italia (1979) e la Coppa UEFA 1977, “quella tutta italiana”. La”laurea” di cattivo se l’era conquistata al Milan, la “tesi” discussa il 10 gennaio 1971, in un Milan-Bologna: in uno scontro col rossoblù Liguori costui ha la peggio. Il suo ginocchio non riprenderà più una perfetta funzionalità: pur non essendo vero che Liguori “dovette smettere di giocare”, certo ne ebbe una carriera limitata, tanto da smettere a trent’anni nel 1976.

I nostri storici amici viola, abituati a ogni tipo di scorrettezza logica e dialettica pur di attaccare i nostri colori, un certo giorno di primavera sono assiepati al Comunale di Firenze, sperando di poter far neri gli acerrimi nemici sabaudi, dal loro canto del tutto intenzionati a restare a strisce bicolori. Immaginate i sospironi, gli ooooh, gli eeeeh ogni volta che Benetti entra in contatto con un viola, come se ogni volta dovesse frantumare qualche idoletto locale. La lamentela preventiva, però, fa effetto, e alla mezz’ora Romeo, causa un pestone sulla caviglia di Restelli, si è già beccato un “giallo” da Riccardo Lattanzi. Giusto o non giusto, era la cronaca di un cartellino annunciato: tanto, nei cartellini ricevuti in carriera da Benetti, era frutto della nomea che lo accompagnava.

Comunque sia, lo sportivo pubblico viola ha avuto il su tributo, il “killer” ha ricevuto la sua ammonizione. Spalti contenti? Nemmeno per idea: dopo l’ammonizione, i vocii e i sospironi che sottolineavano ogni intervento del Nostro, ovviamente e immancabilmente sempre fallosi, si sono trasformati in fischi e urla ogni volta che Romeo tocca il pallone. Al 50°, Benetti zittisce tutti i sessantamila che si assiepano nell’impianto: raccoglie una respinta di Mattolini in maldestra uscita e con un micidiale tracciante al volo infila il pallone sotto la traversa, con Mattolini ancora fuori posizione. Una rete splendida per prontezza, coordinazione, tecnica, ma soprattutto per coraggio. Immaginate che, per una posizione del corpo leggermente all’indietro, il bolide fosse finito alto, o se l’uomo di Albaredo d'Adige avesse svirgolato il pallone: i beffeggiamenti si sarebbero sentiti fino a Pisa e a Bologna. Invece no: in uno stadio ammutolito per tantissimi, interminabili secondi, il “Panzer” gustava silenzioso la sua vendetta, complimentandosi per la splendida rete e ringraziando se stesso, sia per avuto il coraggio di tirare in quel modo, sia per essere riuscito a trasmettere tutta la sua rabbia nella violenza della botta data al pallone.

Perché vi racconto questo? Perché è successo tutto proprio quarant’anni fa, il 10 aprile 1977. Per la cronaca, al momento della rete di Benetti, la Juventus era già in vantaggio da due minuti per merito di Cabrini; al 69° Bettega portava il risultato sul tre a zero, con Casarsa, a quattro dalla fine, che accorciava su rigore. Trapattoni, quel pomeriggio, aveva mandato in campo: Zoff, Cuccureddu, Cabrini; Gentile, Morini, Scirea (Spinosi, 82°); Causio, Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega.

La nostra pagina facebook

La nostra pagina twitter

Commenta con noi sul nostro forum!









 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
  TU CON NOI
   
 
   
 
  AREA ASSOCIATI
   
 
 
 
  DOSSIER
   
 
   
 
  LETTURE CONSIGLIATE
   
 
   
 
   
 
  SEMPRE CON NOI
   
 
   
 
Use of this we site is subject to our