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Attualità di N. REDAZIONE del 17/04/2018 10:42:44
L’Odio nel Calcio

 

di A. Pavanello

Da diverso tempo oramai si assiste con sgomento ad una degradazione del mondo del calcio. È vero che questo sport è stato spesso utilizzato come una sorta di rivalsa, ma non si può non notare che ormai il calcio in Italia è sempre di più utilizzato per sfogare le frustrazioni della vita diventata assai più difficile, anche se questo non giustifica affatto certi comportamenti. Il clima di odio verbale è presente in Italia da decenni (e in alcuni casi, il clima a dir poco deleterio ha portato a tragici epiloghi con scontri, morti o feriti), ma oramai si è ingigantito prendendo una dimensione angosciante e che fa temere il peggio.

A questa situazione grigia han contribuito diversi fattori: innanzitutto il pessimo lavoro dei mass-media. Reportage faziosi e giornalisti a dir poco scandalosi hanno di molto avallato il becerume. Tali «giornalisti» (se così li si può definire...) han completamente dimenticato che "la penna uccide più della spada" e che "le parole sono pietre". Appunto, pietre che si sono aggiunte al muro dell’odio. E si arriva poi, a forza di escalation, a sentire discorsi intollerabili, come quelli di un ascoltatore che, intervenendo in una trasmissione di una radio locale, si augurava la morte dei tifosi bianconeri in volo per la finale di CL di Cardiff...

Ma c’è un altro fattore che non bisogna tralasciare affatto, ovvero i comportamenti irresponsabili di certi presidenti di club che, per compiacere parte della loro tifoseria (e non certamente quella migliore) e dimenticando le più elementari regole di prudenza, soffiano sul fuoco, amplificando l'effetto del loro triste operato, ovviamente avvalendosi del supporto dei medesimi mass-media, proferendo dichiarazioni che contribuiscono ad alimentare la rabbia.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e il problema è che nessuno degli attori vuole abbassare i toni. Ma il peggio è che quest'atmosfera da circo squallido si è ormai trasferita anche alla politica, con conseguenze nefaste ed ovvie! Ci si dimentica forse che il Paese ha ben altre priorità da risolvere? Ecco cosa succede quando si usa il cervello solo ed esclusivamente per fare male le cose.
In questo discorso, non si può non parlare della Juventus, da troppo tempo bersaglio dell’odio e purtroppo bisogna dire che non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Da decenni infatti i giornalisti anziché dire "sono davanti perché sono più forti", preferiscono dire "sono davanti perché rubano".
E sempre i medesimi presidenti con le loro allusioni velate o no, incrementano il clima deleterio.

Accusare gli altri di barare, scarica la coscienza e impedisce di farsi l'esame classico: dove HO sbagliato? Meglio dar la colpa agli altri, ovvio! Questo permette di coprire magari scelte tecniche discutibili e campagne acquisti del tutto fallimentari da parte di certi club.

Fino al 2006, queste ciance scivolavano sopra come l'acqua sul calcare, anche perché poteva esserci una reazione da parte della Juventus.
Ora però non è più così. È stato introdotto il fondamento che "la Juve ruba, ci sono le prove, Calciopoli insegna" e il silenzio colpevole della proprietà-società avalla la perfida teoria. In fondo non è stata la Juve stessa a chiedere la serie B? E questo è rimasto nelle teste di tutti, giornalisti, tifosi, presidenti vari, indipendentemente dagli sviluppi ulteriori del tristemente famoso processo…

E alla fine il tifoso bianconero ha la spiacevole sensazione di rimanere da solo a dover difendersi e difendere la Juve dagli schizzi di fango, provando rabbia e disgusto e logorandosi, alla fine.

Complimenti e grazie per il pessimo lavoro!

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