Non il primo, forse non il più clamoroso, ma di certo uno che avrà conseguenze nell'immediato.
Il procedimento nei confronti del Chievo per la faccenda delle plusvalenze fittizie nei ripetuti scambi di giocatori con il Cesena, si è chiuso (per ora) con una dichiarazione di
improcedibilità da parte del Tribunale Federale Nazionale.
Motivo?
Un errore da parte della Procura che ha omesso l'audizione, prima del procedimento, del presidente del Chievo Campedelli, che ne aveva fatto regolare richiesta, come da suo diritto.
Un cavillo imprevedibile? No di certo, perché l'interpretazione data è, come precisa la motivazione del provvedimento, del tutto conforme ad un precedente caso analogo del marzo di quest'anno, che la Procura, ovviamente, avrebbe dovuto conoscere bene.
La questione non è secondaria, perché per lo stesso capo di imputazione il Cesena è stato, con lo stesso provvedimento, riconosciuto colpevole e condannato a 15 punti di penalità.
A prescindere dall'esame del merito e delle sanzioni applicate, è evidente, quindi, che
il Chievo si salva solo per una svista clamorosa della Procura, la quale potrà sì fare appello (con speranze di accoglimento prossime allo zero) o ricominciare tutto da capo (nei limiti in cui tanto è consentito), ma l' evidente conseguenza sarà che la vicenda si trascinerà ben oltre l'inizio del prossimo campionato, rischiando, quindi, di falsarlo.
Ci chiediamo: dal momento che le dimissioni in Italia paiono non essere mai contemplate da nessuno,
di quanti altri casi analoghi c'è bisogno prima di prendere in considerazione la sostituzione in toto della Procura? Attendiamo (poco fiduciosi) risposta.
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