Douglas Costa ha commesso una follia; una follia ripetuta in tre distinti atti del tutto deprecabili, soprattutto l'ultimo, quando ha sputato in bocca a Di Francesco. Questo è tanto evidente quanto incontestabile.
Ma altrettanto evidente e incontestabile è Il fatto che quando c'è di mezzo uno juventino egli stia sotto una enorme, puzzolente, lente di ingrandimento che spesso, per non dire sempre, deforma ad arte la realtà, la reinterpreta, la stravolge e se non ce n'è bisogno, come in questo caso, la amplifica evocando la "punizione esemplare", la "sospensione ad divinis". Figurarsi, dicevo, in un caso tanto chiaro e deprecabile.

Peccato che quando successe a Totti, durante un Italia-Danimarca dell'Europeo 2004, ci fu una vergognosa sollevazione popolare in difesa del romanista che intese dipingere Poulsen come uno sporco provocatore e la regia internazionale degli europei come una losca combriccola che aveva avuto mandato di seguirlo con una camera dedicata, non per coglierne le giocate di fino, ma le vergogne umane che a lui, comunque, dovevano essere perdonate, in quanto fuoriclasse ed in quanto calciatore della nostra nazionale. Un ragionamento da idioti puri, da persone di evidente malafede.

Per Douglas Costa, invece, avverrà l'esatto contrario, perché juventino e quindi all'idiozia ed alla malafede si aggiungerà l'incoerenza. Nessuno, infatti, si è chiesto, né si chiederà, se e come Di Francesco l'abbia provocato, né se Sky abbia dedicato una telecamera a Costa sapendo che l'avrebbe fatta grossa; non saranno coerenti nel difendere un concetto, seppur del tutto sbagliato, come fecero in merito al caso Totti-Poulsen.

Ma queste cose le sappiamo noi come le sa la società, per cui è necessario, doveroso, istruire i nostri giocatori, anzi: i nostri tesserati tutti, dal magazziniere a CR7, passando per tutti i ragazzi delle giovanili, sul fatto che saranno sempre sotto la schifosa lente di ingrandimento deformante di cui sopra. E spero vivamente che Ronaldo sia stato dettagliatamente ragguagliato nel merito, perché già abbiamo avuto le prime avvisaglie sotto forma di tweet isterici di sconosciute mogli di calciatori, di velate ironie su un fallo di mano appena accennato, di irritato disappunto su una manata mai esistita e spacciata per atto violento e gratuito. Costa va punito secondo regolamento sportivo e secondo regolamento interno del club. I latrati alla luna di chi in casi del tutto simili si prodigò in difesa dello sputacchiatore di turno vanno invece rispediti immediatamente al mittente con la stessa veemenza con la quale vengono berciati a mezzo stampa, a mezzo tweet, o con qualsiasi altro mezzo vengano inviati; si dovrà zittire subito e con ogni mezzo qualsiasi nano da giardino che lo additi come "serbo, anziché serio", tanto per capirsi...

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