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Attualità di M. ROCCA del 04/01/2019 13:53:54
Nicolò Fagioli

 

Quando scrivi un articolo su un giovane calciatore che hai visto muoversi in modo promettente, non sai mai se finirà veramente in rampa di lancio o se sarà il suo "coccodrillo" professionale.
Le qualità a 16/17 anni le intravedi ma poi per esprimersi compiutamente e realizzarsi devono avverarsi anche i sogni.

Dopo averlo portato in tournée negli States e fatto giocare contro il Real Madrid, Massimiliano Allegri si è espresso in questi termini: "E' un piacere vederlo giocare".
Per una volta concordo.

Parliamo di Nicolò Fagioli, un 2001 pluriaggregato alla prima squadra, uno dei ragazzi di punta del settore giovanile bianconero e della Nazionale U17, dove è stato protagonista e finalista all'Europeo di categoria quest'estate in Inghilterra.
Per chi segue con un po' di attenzione il calcio giovanile non è uno sconosciuto anche perché ha fatto parte di tutte le selezioni azzurre dall'U15 in poi e nonostante sia abbondantemente sotto età è nella rosa della Primavera juventina da almeno due stagioni e quest'anno ha disputato alcuni spezzoni anche con la squadra B.
Gioca in quel ruolo lì, quello che una volta era il 10, il fantasista, il trequartista, la mezzala ispirata, il regista illuminato, la seconda punta estrosa, quello che si prende la responsabilità della rifinitura.

Il Guardian lo ha inserito nella lista dei migliori 50 al mondo della sua leva, è nato a Piacenza ma calcisticamente si è formato nella Cremonese, dal 2015 è nel gruppo delle giovanili bianconere.
Fin dalla prima volta che l'ho visto mi è sembrato di livello superiore, un ragazzo di ottima tecnica di base, uno che si prende la responsabilità della palla e della giocata, uno che se la fa dare, con il piede educato, bravo nell'uno contro uno, che sa mettere in condizioni il compagno di far male alla porta avversaria, veloce ed intuitivo con la palla al piede, dotato di notevoli capacità balistiche, anche da fermo.
Negli ultimi mesi non è stato collocato nella posizione ideale, nello strano 433 di Baldini fa l'esterno di attacco.

Non ci vuole una scienza per capire che il suo ruolo non è lì ma nel mezzo.
Difficile leggere il futuro ed il ragazzo si sta formando ora sia come atleta che come uomo: per alcuni diventerà una mezzala, un tipo alla Modric, per altri sarà il nuovo Dybala. A me ricorda il Pirlo pre maggiorenne, quello che faceva fare valanghe di goal a quel caprone di Ventola nelle selezioni nazionali giovanili.
Nel frattempo ha la possibilità di allenarsi con il giocatore più forte del mondo.
La lezione, per ora da apprendere è quella di migliorare sé stessi continuamente.
Lavorando, lavorando, lavorando.....

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