In tempo di coronavirus avevo colto con sollievo la sospensione del campionato di calcio, pensavo che il pallone sarebbe uscito dai radar della quotidianità a favore di cose più attuali, più serie. Invece il magnifico mondo della Serie A
scavando nel peggio di sé stesso trova sempre il modo per rimanere al centro dell'attenzione. Il metodo, forse anche inconscio ormai, è quello di prender la mira dalla piazzola dell'antagonismo alla Juventus.
Tra i cecchini della vergogna devono essere sicuramente annoverati i due laziali Diaconale e Tare. Il responsabile della comunicazione e il DG del club biancoceleste hanno intrapreso una crociata a favore della ripresa del campionato dai toni imbarazzati per il primo e osceni per il secondo.
Entrambi partono dal presupposto che la Lazio abbia qualcosa da perdere dalla sospensione definitiva del campionato. A livello sportivo possono legittimamente lamentare la perdita di chance per la lotta al titolo. Ma non tengono conto che per come si è espressa finora, la squadra di Inzaghi può incappare anche in un inatteso calo di forma e allontanarsi irrimediabilmente dalla vetta anziché raggiungerla. Sarà per questo che Lotito vuole a tutti i costi riprendere gli allenamenti e far ripartire il campionato, per non perdere il
magic moment.
L'ultima
castroneria di Diaconale infatti (
«Vogliono lo scudetto d'ufficio e potersi dedicare solo alla Champions») è figlia della pretesa di protagonismo ed è dovuta alla spavalderia di un'annata felice ma isolata. Sarebbe il caso di ricordare ai biancocelesti che negli ultimi anni non sono mai stati così in alto e in qualche occasione hanno anche miseramente fallito la qualificazione in Champions League. Non sono la società di riferimento, quindi rimanessero umili ed evitino di imporre la ripresa del campionato anche in spregio a una situazione grave per un Paese alle prese con la più importante emergenza di salute pubblica dal dopoguerra ad oggi.
Proprio con riferimento al rispetto che si deve all'attuale emergenza sanitaria suonano al dir poco offensive le parole di Tare:
«Il campionato però deve andare avanti per rispetto dei morti e di tutti i tifosi». C'è da commentare?
Riesce difficile non sospettare che il tanto sbraitare laziale non risieda solo nella speranza di vincere lo scudetto, quanto piuttosto nella volontà di evitare ulteriori perdite finanziarie. Vuoi vedere che nonostante la tanto sbandierata conoscenza della portata dell'emergenza covid-19 il motivo delle pretese laziali è solo pecuniario?
Un'ultima riflessione a voce alta: Lotito parla coi medici luminari, quelli che stanno in prima linea, non con quelli delle squadre (neanche i suoi...), lui sa che il coronavirus "se sta a ritirà!", non ci ha però fatto sapere se ha effettuato
donazioni a favore dell'emergenza, il che riabiliterebbe parzialmente la sua immagine. Sui profili social dei capitolini si rinvengono solo due appelli di Acerbi e Parolo che invitano a donare sangue, ma non a stare a casa.
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