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Attualità di N. REDAZIONE del 11/12/2020 08:48:02
Paolo Rossi non c’è più

 

di A. Pavanello

Vorrei usare le parole adeguate, le frasi giuste, ma in questi casi é impossibile. D’altronde nessuna parola o frase potrebbe essere adeguata. Specie quando si parla di un idolo della tua infanzia. Di quelli che sono in un poster della tua camera o del tuo cuore.

Era l’estate del 1982 ed io avevo sette anni. A quell’età il calcio appare un po’ come una fiaba. Non mi ricordavo naturalmente i nomi, né magari i gesti ma certi colori quelli sì. E il colore azzurro sicuramente dominò quell’estate…il Mundial, la vittoria in finale, e i clacson nella lunga notte. Quei clacson riecheggiano ancora nella mia testa. L’Italia aveva vinto la sua terza Coppa del Mondo…”Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo” disse Martellini. Personalmente non me la ricordo questa frase, imparai ad apprenderla molti anni dopo, quando ormai il calcio non era più una fiaba, ma qualcosa di ben reale.

I nomi di quei giocatori che vinsero li sentii ripetere più e più volte….Rossi e Tardelli dapprima. E subito dopo quelli di Zoff, Scirea, Gentile e Cabrini. A sette anni non avevo una squadra in testa, non tifavo ancora…ma la scelta era dietro l’angolo: volli sapere a che squadra appartenessero questi giocatori, questi “mostri sacri” e scoprii che giocavano con la Juventus. Da lì partì il tutto. Da lì iniziò la mia storia di tifoso della Juve.

Quel che so di Paolo Rossi, lo so perché crescendo, la mia passione è cresciuta con me e ho voluto sapere la storia di coloro che tanto fecero per far grande la Juve. Paolo Rossi da quello storico Mundial divenne per tutti “Pablito”. Ma la storia con la gloria non iniziò immediatamente: ci volle pazienza e determinazione per arrivare a raccogliere gli allori meritati. Quella stessa determinazione che lo portò tante e tante volte a far gol pure su un nonnulla.

Con la “Vecchia Signora” gli inizi furono tutt’altro che esaltanti: arrivato appena sedicenne, Rossi fu vittima di infortuni e subì ben tre operazioni al menisco che gli impedirono di mostrare quel che sapeva fare. E così venne prestato: dapprima al Como, ma anche là gli infortuni non diedero tregua e poi al Vicenza. E fu appunto a Vicenza che i suoi talenti di goleador finalmente si mostrarono a giorno : 21 gol in 36 giornate. Capocannoniere e protagonista della promozione in A della squadra berica. Siamo nel 1977. L’anno dopo, il bis: capocannoniere, stavolta della massima serie con 24 gol e il Vicenza che si classifica secondo, dietro…la Juventus.

La Juventus si interessa nuovamente a quel giocatore che aveva lasciato partire e si va alle buste col Vicenza, che deteneva metà del cartellino. Vincono i veneti che avevano sparato la cifra faraonica per l’epoca, di ben 2,65 miliardi di lire, contro 875 milioni della Juve. E così Paolo Rossi restò a Vicenza, ma la sua terza stagione fu quella delle delusioni: i suoi gol non impedirono che i veneti retrocedessero. E visto il costo del cartellino, venne pure ceduto: al Perugia.

Ma la tempesta è dietro l’angolo: si chiama “Totonero” e lo travolge assieme a tanti altri. Siamo nel 1980…due anni di buio, prima di ritornare alla luce, con la maglia della “Vecchia Signora”, con la quale nel frattempo aveva firmato. Giusto in tempo per segnare un gol nelle ultime partite di un campionato che consegnava alla Juve lo Scudetto e la doppia stella. E poi la convocazione in Nazionale e l’apoteosi finale…con tanto di Pallone d’Oro alla fine dello storico anno 1982.

Dopo gli allori con la Squadra Azzurra, arrivano quelli, altrettanto meritati, con la Juve: dapprima una Coppa Italia, poi lo Scudetto, la Supercoppa Europea e la Coppa delle Coppe (1984) e la Coppa dei Campioni (1985) vinta la tragica serata dell’Heysel. Dopo quella partita, le strade di Pablito e della Juve si separarono. Rossi andò al Milan e poi all’Hellas Verona, ma le sue ultime stagioni furono tutt’altro che positive, a causa degli infortuni. Rossi appese le scarpette al chiodo a trentuno anni, dopo aver disputato 214 partite in serie A e aver segnato 82 gol. Con la Juve totalizzò 138 presenze e 44 gol.

Cos’altro si può dire su di lui? I freddi numeri non possono bastare a far comprendere la classe, ma per lo meno danno un’idea di chi fosse Paolo Rossi. Un autentico Campione.

Addio Pablito... dopo il Capitano Scirea, un altro pezzo della mia infanzia se ne va tristemente. Che brutto anno.

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