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Attualità di N. REDAZIONE del 07/04/2020 13:50:11
Irricevibili e impresentabili

 

La riduzione degli stipendi in Serie A

Nelle scorse ore l'assemblea della Lega di Serie A ha deliberato in merito alla questione "tagli agli stipendi dei calciatori". La decisione è stata presa quasi all'unanimità, si è astenuta solo la Juventus, che, come tutti saprete, ha già da giorni trovato un accordo con i suoi tesserati.

Damiano Tommasi ha definito come «irricevibile» la proposta dei presidenti esplicitando ed acuendo quello scontro a distanza che era palese già da settimane. Gli atteggiamenti delle due parti evidenzia una difficoltà ad intessere "buone relazioni industriali" che dicono molto sulla maturità imprenditoriale di tutti i protagonisti in campo.

In questo caso è allora opportuno ricorrere a due post pubblicati sul nostro forum per illustrare il l'abisso che si è creato tra la Juventus e le altre società italiane: «La Juventus si è guadagnata la fiducia dei giocatori che sanno di potersi fidare. Se si mettono d'accordo anche a voce su qualsiasi aspetto questo patto verrà rispettato. Fino ad arrivare ad estremi quasi incomprensibili come Llorente svincolato o Tevez "regalato". Delle altre proprietà sembra invece che i giocatori non si fidino per nulla. D'altronde alcuni presidenti, per di più dipinti come esempi fulgidi di imprenditoria illuminata, a inizio aprile non avevano ancora versato gli stipendi di febbraio. Tra questi i due di Genova, e i massimi dirigenti del Torino e del Napoli» (utente Karabosca).

In questo quadro è difficile non convenire sul fatto che «la Serie A diventerà sempre più attraente per i giocatori di tutto il mondo: immagino che ci sarà la fila per andare da presidenti come De Laurentiis o Lotito, che prima fanno di tutto per mandare i giocatori in campo ad allenarsi fottendosene di quarantene e provvedimenti (tanto da costringere il Governo a precisare che, non essendo la loro attività propriamente essenziale, magari è meglio se desistono...), poi pensano bene di tagliare stipendi senza neanche parlarne con giocatori e agenti. Chapeau!» (Marco Lancieri).

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