Ne abbiamo parlato più volte in questo periodo di quarantena, con il campionato fermo, e con il governo del pallone insicuro sulla ripartenza del campionato: lo scudetto sarà assegnato?
La scorsa settimana, un nuovo impulso all’argomento è arrivato dalla League 1 quando, dopo l’annuncio della sospensione definitiva del campionato, il PSG è stato dichiarato ufficialmente campione di Francia secondo un calcolo di media punti dell’attuale stagione.

In Italia invece è vietato anche solo paventare un’eventuale assegnazione dello scudetto alla Juventus seppur prima in classifica.
Per cui ci troviamo a leggere uno Sconcerti che definisce di buon senso la scelta della League 1 e che condividerebbe l’eventuale assegnazione in Premier dello scudetto al Liverpool ma non in Italia per la Juventus: “In Italia è più difficile decidere perché tra Juve e Lazio non esiste distanza «incolmabile» e molte squadre sono insieme sul filo della retrocessione” (LINK).
Ma se il campionato non potrà ripartire, non si capisce perché solo la classifica italiana non potrebbe essere considerata definitiva.

A far comprendere meglio un certo stato d’amico, riprendiamo anche le parole di Maxi Lopez che così si è espresso: "Se in Italia fanno quel che hanno fatto in Francia succede una guerra mondiale. Qui è completamente differente. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è il presidente della Federcalcio. Per lui già un mese fa si poteva giocare. Qui un’entità più importante come la UEFA o la FIFA dovrà prendere una decisione”. Si scatenerebbe una guerra mondiale, questa la portata della sportività nella nostra nazione (LINK).

La cosa più assurda è comunque sentire Gravina, sollevato, dire che non lo assegnerebbero perché tanto pare che Andrea Agnelli non lo vorrebbe, presumendo tale volontà da un like di Agnelli, non certo da una sua comunicazione ufficiale. Il Presidente della FIGC, qualora il campionato finisse, dovrebbe fare semplicemente il suo lavoro: assegnare lo scudetto.
Rifiutarlo o meno sarà poi un’opzione della Juventus e sarà un'opzione da comunicare in via ufficiale, cosa ancora non fatta, non da desumere da un like apposto ad un commento su twitter. Ma ancora una volta non si ragione per merito, regole o semplicemente logica, ma con il tanto amato sentimento popolare di farsopoliana memoria.

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