Ci sono partite che lasciano il segno, e Juventus-Napoli di Reggio Emilia ne ha lasciati parecchi. I più evidenti sono i cocci del sogni di gloria della società partenopea.
Il primo graffio, come al solito il più sguaiato, è rappresentato dalla muìna dei tifosi del Ciuccio al passaggio del pullman della Juve e i fuochi d'artificio accesi al fischio d'inizio, il risultato finale ci ha risparmiato quelli celebrativi.
Alle incisioni ha partecipato con grande risonanza anche
Rai Sport: telecronaca dai toni dimessi e intrattenimento in studio condotto da un Varriale che si è fatto mesto nel dopopartita. Ottima scelta di imparzialità, complimenti alla redazione e ad Auro Bulbarelli per avergli affidato la conduzione (stavolta il vicedirettore ha alloggiato a spese della TV di Stato?).
La sportività nell'accettazione del risultato si misura da altri particolari.
Aurelio De Laurentiis è sparito dopo il fischio finale. Il fairplay del gruppo squadra si è visto con il solo
Fernando Llorente che ha applaudito i vincitori (sarà stato un retaggio di passate esperienze...) e di conseguenza nessun post di leale riconoscimento della vittoria bianconera è partito dai profili social della
SSCNapoliInfine le lacrime di
Lorenzo Insigne. Oggi qualcuno vorrebbe che non lo si prendesse in giro sui social per il pianto e per il rigore sbagliato. Purtroppo molti tifosi non hanno dimenticato quel «per loro era come una finale? Sono abituati a perdere le finali» del 2018. Tutto torna.
In tutto questo, perché ora i tifosi juventini non dovrebbero sfottere i tifosi e i beniamini del Napoli calcio? Chiedetevi solo come sarebbero stati capaci di invadere il web e assembrarsi per le strade di Napoli e Reggio Emilia se la Supercoppa fosse andata a Fuorigrotta.
Per noi juventini è una vittoria già archiviata, la loro sconfitta ancora no, insistiamo ancora per qualche ora.
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