Massimo Moratti raccolse 850 mln con la Saras valutandola 6 euro per azione nel 2006. Al Pm Luigi Orsi spiega”Non credo di avere investito nell'inter più di 50 mln”. Chi ci crede? Si può calcolare realisticamente che, negli ultimi 5 anni, abbia speso almeno 6 volte tanto. Per il Pm il prospetto della quotazione di Saras non ha rispecchiato fedelmente il valore dell'azienda. Com'è noto, il valore dell'azione Saras crollò del 13% dopo il primo giorno di contrattazioni in Borsa. Ora il suo valore si aggira intorno a 1,80 euro. Agli azionisti truffati il Pm consiglia un'azione risarcitoria nei confronti della proprietà. Per quanto attiene le responsabilità penali, è stato tutto archiviato con una motivazione che fa sorridere amaramente:”La frantumazione delle competenze non consente di identificare chi abbia perseguito l'effetto di quotare Saras ad un prezzo sovrastimato”. Non è chi non veda come il Pm sia stato bellamente raggirato dal pool dei difensori, col trucco dello scaricabarile. Infatti come si difendono i fratelli Moratti? “Non capiamo un granché di borsa e di valutazione di aziende. Abbiamo delegato l'incarico al direttore finanziario”. Il quale si difende così:” Mi sono limitato a fornire i dati a un gran numero di persone delle banche”. Da parte sua, l'altro soggetto in campo, lo sponsor Caboto, anche lui nel pool dei valutatori dell'azienda, dice di aver preso atto di un lavoro altrui. La banca Morgan Stanley, il più importante advisor dell'operazione, ha chiesto un parere 'pro veritate' indovinate a chi? Al giurista professor Guido Rossi che ha relazionato così:” I responsabili delle informazioni contenute nel prospetto informativo sono l'emittente Saras e gli azionisti venditori Massimo e Gian Marco Moratti e il responsabile del collocamento e sponsor Caboto”. Come si può vedere lo scaricabarile ha prodotto i suoi effetti e il povero Pm mi ha ricordato una scena vista in un programma di Piero Angela, dove un leone affamato corre, nella savana, affiancando un numeroso branco di zebre al galoppo, cercando invano di individuare la preda giusta, confuso com'è dalla gran quantità di possibili obiettivi. Alla fine rinuncia, impossibilitato ad individuare il predestinato a soddisfare i suoi appetiti. Quanto a Guido Rossi, colui che elargì uno scudetto alla sua Beneamata togliendolo in modo clamorosamente fraudolento alla Juventus, non saprei che dire. Incolpando i suoi vecchi compari del Cda interista, vuol forse prendere le distanze da loro? E perché? Ha avuto un sussulto di dignità rendendosi conto di avere esagerato all'epoca del regalo? Avrà pensato che un conto è scherzare, da plenipotenziario, togliendo e mettendo scudetti secondo gli dettavano i sentimenti nerazzurri, e un altro paio di maniche è rischiare di impegolarsi con la giustizia ordinaria certificando la correttezza dei due Moratti? Restano due cose da dire: una riguarda gli azionisti truffati che, a loro insaputa, hanno finanziato le campagne acquisti dell'inter e che ora sperano in una class action per riavere il maltolto, almeno in parte, e l'altra quei poveri operai morti in fabbrica per colpevole noncuranza della proprietà in ordine al rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Come definire un 'signore' che sacrifica le vite dei lavoratori, negandogli condizioni adeguate di sicurezza in azienda, sull'altare di campagne acquisti oltre i limiti della decenza, per avere finalmente qualche soddisfazione con la squadra di cui è stato per anni presidente con le stimmate del perdente? Aggiungiamo al caso Saras, ovviamente, le squallide ma redditizie macchinazioni che hanno dato vita a Farsopoli ed otteniamo un quadro esauriente del livello morale in cui galleggia il mondo del calcio in Italia. |