Fratelli juventini, il famoso detto "2 pesi,2 misure" ha avuto una clamorosa conferma in questi giorni. A distanza di ben 27 anni dalla semifinale di Coppa Campioni 1984 Roma-Dundee UTD, Riccardo Viola, figlio dell'allora Presidente giallorosso Dino, ha confessato che l'arbitro del match, il belga Vautrot, venne comprato da suo padre, grazie ad un intermediario di cui non si conoscono le generalità, affinchè "accomodasse" il risultato. Prezzo della corruzione: 100 milioni di lire di allora. La Roma riuscì in effetti a ribaltare lo 0-2 dell'andata con un clamoroso 3-0, conquistando il diritto a disputare la finale in casa il 30 maggio 1984, finale poi persa ai rigori per mano del Liverpool (esiste sempre una Giustizia che sistema tutto, presto o tardi!). Ebbene, senza rivangare una storia vecchia come il cucco, sulla quale calò la prescrizione della Giustizia Sportiva, perchè la Corte Federale assolse tutti specificando però di "aver riscontrato un comportamento gravemente censurabile messo in opera dall'ing. Viola. Non può quindi dichiarare caduta l'incolpazione contestata ai signori Landini e Viola in merito al passaggio della somma di 100 milioni", resta da constatare come, anche stavolta, siano rimasti in silenzio i tromboni che sounavano la marcia funebre della Juventus nell'infamante estate del 2006. Gli unici che si sono ricordati sono stati quelli di Mediaset, a cui il figlio del compianto Ing. Viola ha rilasciato l'intervista-confessione, condita di particolari talmente dettagliati da far escludere che si tratti di semplici millanterie (d'altra parte, a cosa servirebbero considerati i 27 anni passati da allora ?), anche perchè egli stesso si è dichiarato testimone oculare della vicenda. La Gazzetta dello Sport (che mi onoro di non leggere, nè comprare) immagino abbia steso un velo pietoso; il Corriere della Sera, che invece sfoglio perchè mio padre si ostina a comprarlo, ha certamente taciuto. Immaginate cosa sarebbe successo se la vicenda avesse riguardato la Juventus: i pennivendoli ed i pappagalli televisivi nostrani avrebbero fatto l'inferno pur di parlarne, trovando magari lo spazio ed il tempo per farlo tra i bombardamenti sulla Libia e il disastroso terremoto in Giapppone. Ma c'è una faccia che avrei pagato pur di osservare quando Riccardo Viola ha rilasciato l'intervista-confessione: quella di Paolo Liguori, uno dei più feroci anti-juventini su piazza, uno che venderebbe volentieri qualcuno di casa a costo di non credere che la Juventus "binceba sensa ruvare". Fino a prova contraria, è la sua squadra del cuore che l'ha fatto!
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