Aveva ragione Andy Warhol, quindici minuti di celebrità non si negano a nessuno, proprio a nessuno se pensiamo che anche la seconda squadra di Milano, guidata dallo zio di Batman, ne ha beneficiato. Dopo quasi mezzo secolo di divertimento (altrui), risse, umiliazioni in campo e sugli spalti ed eliminazioni subite da parte di squadrette finlandesi, i nerazzurri hanno leggermente rialzato la testa per un paio di mesi, nel 2010, ergendosi al ruolo (millantato) di nuovo squadrone che apre un ciclo. Come tutti sappiamo invece già ad agosto dello stesso anno, dopo un pugno di settimane, hanno riacquistato la precedente e consueta dimensione: quella di perdenti cronici e isterici. Nessuno, nemmeno il più accanito perdentriste infatti oserà vantarsi per la vittoria nell'amichevole di dicembre contro i temutissimi "mazembiani". La compagine milanese rientra nel novero quindi dei Den Harrow, Luis Miguel, Arnold, Patrick Ray Pugliese ed altre comparse del mondo dello spettacolo, ricordate ormai mestamente grazie a programmi tv ed a partecipazioni all'Isola dei Famosi (tra i non famosi). Ma attenzione ad esaltarci, amanti dello sport, non mi stupirei se domani l'Uefa aprisse un'indagine e squalificasse lo Schalke per aver indossato i pantaloncini in maniera non regolamentare, decidendo di far passare l'Inter a tavolino. D'altronde nei pochi giorni di semi celebrità dei morattiani abbiamo assistito a morie di infortuni, tradimenti coniugali, arbitri ciechi, vulcani eruttanti e barricate mai viste. Scherzi a parte, come diceva Brandon Lee, "non può piovere per sempre", quindi amici miei il peggio è passato, sono trascorsi quindici minuti ed i Nerds sono tornati Nerds. Gianluca Calabria |