La serata del sabato pasquale lascia un'infinita sensazione di pochezza, un senso di incomprensione nei confronti di una squadra che si smarrisce e si ferisce in continuazione. Stavolta l'errore arbitrale non conta seppure c'è, poiché il pareggio del Catania è meritato; tanto più nella misura del fallimento di 4 contropiedi che ci hanno visto anche opposti ad un solo difensore. E non serve l'enorme cuore di Felipe Melo che si improvvisa ala ed insegna alle ali a fare un bel cross, tesissimo, sul quale Toni è in ritardo (ah, Trezeguet li adorava quei cross); e non serve l'enorme grinta del Capitano, sempre oltre le aspettative e l'agonismo di Alessandro Matri. La squadra si perde perché manca la classe, perché manca il cervello, perché manca sicurezza ed abitudine alla vittoria. Quest'anno è ancora un settimo posto: come aveva predetto Galeone, vedendo che la difesa del precedente campionato non era stata rinforzata. E sfugge il minimo comun denominatore di un mercato che ha visto spendere 12 milioni per Martinez, salvo poi dire che Dzeko era caro; mentre si è tenuto Iaquinta che ancora non ho veduto. Si lascia partire Giovinco e Candreva quando ieri quei piedi buoni sarebbero serviti. Proprio per questo prego l'Agnellino di non cedere ai nervosismi e di non cacciare Del Neri: perché sarebbe un errore. La Juventus farebbe come quell'Inter che tutti con sorriso ricordiamo: quell'Inter che vendette Pirlo, Roberto Carlos e Seedorf e comprò Pandev, Eriberto e altra gente di dubbia fattura. Non rendiamoci ridicoli come quegli schifosi. Teniamoci Del Neri e compriamo un terzino ed un difensore centrale; arretriamo a quel ruolo Felipe Melo e compriamo due centrocampisti di qualità che impostino il gioco. Sarò l'unico ma Pirlo può servire. Poi un'ala sinistra e un altro attaccante vero. E riproviamo. Cambiare tutto a volte significa non cambiare nulla. |