In un mio precedente intervento (Io la Juve e l’Indonesia, 19 agosto 2010), ho accennato al fatto che nel 2003 ho sposato una ragazza indonesiana che è ormai diventata a tutti gli effetti una cittadina italiana. Una cittadina italiana che si è profondamente stupita quando, dopo aver appreso l’ufficialità della radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini, le ho comunicato la mia intenzione di inviare all’Ambasciata Indonesiana di Roma la richiesta per acquisire la cittadinanza di quel Paese a motivo di matrimonio. Una richiesta che comporta automaticamente la rinuncia alla mia cittadinanza Italiana, perché l’Indonesia non ammette la possibilità di godere della doppia nazionalità.
Ho preso questa decisione perché - dovendo ancora vivere alcuni anni in Italia prima di potermi trasferire definitivamente in Asia e dedicarmi a tempo pieno alla biologia marina - voglio almeno viverci da straniero, in quanto mi vergogno profondamente di essere italiano. Infatti, quella stessa italianità che per me è sempre stata motivo di vanto sin da bambino, ora mi pesa addosso come un macigno perché non sopporto proprio più di dover condividere la medesima condizione giuridico-civile di quel “gruppo di potere che vuol mettere le mani sul calcio” che ha progettato e attuato farsopoli.
E la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio il provveddimento di preclusione di cui sopra, che ha definitivamente dimostrato il totale asservimento al morattinismo della federcalcio, che ha emesso quella sentenza basandosi solo sulle menzogne investigative del 2006 e ignorando spudoratamente i successivi sviluppi. Una sentenza che è anche una chiara anticipazione di cosa avverrà dell’esposto di Andrea Agnelli e della sua richiesta di revoca dello scudetto di cartone, dato che chiedere giustiza in modo rispettoso delle leggi a chi ha fatto dell’illegalità il suo stile comportamentale è inutile e, soprattutto, ridicolo.
E’ vero che ci sono cose ben più gravi della distruzione della Juve di cui vergognarsi nel nostro Paese (tasse, pensioni, stipendi…ecc), ma è indubbio che farsopoli ci fornisce un quadro esemplificativo della gravità del momento politico-sociale in cui viviamo: 1) organi inquirenti che, agendo su commissione, nascondono prove e mentono spudoratamente per costruirne altre ad hoc contro le loro vittime, ben sapendo di avere le spalle protette dai loro padroni 2) magistrati che fan di tutto per negare l’evidenza, cercando di dimostrare che la Terra gira intorno al Sole e non il contrario, allettati dalla promessa di futuri incarichi politici 3) giudici che sentenziano interpretando il sentimento popolare e non le leggi, inventando nuovi reati per poter colpire chi reati non ha commesso 4) media prezzolati che, come cani feeli, leccano la mano (e non solo quella) di chi li nutre e li indottrina, venendo meno ai più elemetari canoni deontologici della lora professione di informatori, per trasformarsi in “orientatori” 5) mafiosi impudenti che, risultando sempre non indagati per le loro infamie da “banda bassotti”, danno lezioni di onestà e morale a chi ruba le mele al supermercato 6) enti e federazioni che proteggono i loro sponsor permettendogli di infrangere ogni tipo di legge, per poi sistemare tutto con “amichevoli patteggiamenti” o “discrete prescrizioni”.
Insomma, per farla breve, uno scenario che pensavo potesse riscontrarsi solo nei soviet di Stalin o nel regime di Pinochet, e non in uno Stato di Diritto come dovrebbe essere l’Italia.
Perché la radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini – dopo quanto emerso nelle aule di Napoli – è un insulto ai principi più elemenatri del suddetto Diritto, dato che tutte le accuse mosse contro i presunti cupolisti si sono rivelate infondate mentre sono state invece scoperte prove eclatanti di altrui colpevolezze non perseguite.
Ma evidentemente gli ordini dei burattinai di farsopoli erano altri, e i loro “palazzi all’ombra di un abete” non han potuto che muovesrsi in base a come venivan tirate le loro fila. Per cui, dopo aver cessato di essere un appassionato di calcio a causa del “dateci la B” dell’avvocato Zaccone, in seguito alle continue vergogne anti-Juve 2006-2011 ho deciso di smettere anche di essere un cittadino italiano, perchè nel “Paese dei Moratti” (e degli Elkann-Montezemolo) voglio starci solo in qualità di “straniero soggiornante per motivi di matrimonio”
Infatti, mi ripugna anche il solo pensiero di appartenere alla stessa Nazione di chi, come dice Giorgio Meletti < si sente legittimato ad ergersi al di sopra di tutti gli altri - anche della legge stessa – e ad avere il diritto di perseguire il suo obiettivo senza preoccuparsi delle conseguenze sociali >.
Un caro saluto a tutti da BeppeBio
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