Dispiace parlare di chi non c’è più, ma credo che sia arrivato il momento di chiarire e sfatare, definitivamente, un altro dei miti – la cui ridondanza ha raggiunto la stucchevolezza in questi giorni di follia Morattiana - scaturiti dai processi farsa del 2006. Alludo all’assioma secondo il quale Luciano Moggi fosse il peggiore di tutti. Che gente come Facchetti , Meani e Galliani al suo confronto, fossero degli sprovveduti; semplici travet al soldo dei rispettivi padroni, che cercavano di opporsi - tra l’altro con risultati pessimi – alla cupola Moggiana.
Cari milanisti ed interisti, vi informo, visto che da soli non siete in grado di farlo, che le cose non stanno così, perché semplicemente il sistema Moggi non è mai esistito. E non lo dico io che non sono nessuno, ma tra non molto, questa semplice verità verrà sancita da una sentenza emessa in un processo vero, frutto di un istruttoria dibattimentale nella quale sono state formate prove al massimo livello di attendibilità.
Probabilmente detta pronuncia smonterà definitivamente, passo per passo, tutte le illazioni che hanno, per ora, distrutto la carriera e la reputazione del nostro ex dg e della Juventus. Ma basterebbe dare uno sguardo alla relazione di Palazzi per campire come stanno le cose. Dilungarsi sulle carte della procura sportiva sarebbe inopportuno. Ma se i nostri detrattori avessero la buona creanza, magari con l’ausilio di qualche giurista, di leggere le intercettazioni che vengono richiamate nelle stesse, potrebbero facilmente constatare che non esiste una sola telefonata dalla quale risulti l’intervento diretto di Moggi nei confronti di un arbitro o di un guardalinee, volto ad alterarne la terzietà e l’imparzialità di giudizio. Al contrario, ce ne sono molte che dimostrano come questo tipo di comportamento è stato posto in essere sia da Meani che da Facchetti. Tanto è vero che per entrambi, qualora non fosse intervenuta l’infame prescrizione, il procuratore sportivo avrebbe chiesto direttamente l’applicazione dell’art. 6 dell’allora vigente CGS, mentre, e bene ricordarlo, Moggi venne condannato per una sorta di ripetuta violazione dell’art.1 dello stesso codice. In altri termini, da una parta ci sarebbe la commissione diretta di un illecito sportivo, dall’altra una costante e reiterata violazione dei principi di lealtà e probità sportiva.
Riferendosi a Facchetti, Palazzi alla pg 58 della sua relazione scrive: “ In alcuni casi, emerge anche l’assicurazione da parte dell’interlocutore (Bergamo o Pairetto ndr) di intervento diretto sul singolo direttore di gara”. Per Moggi una cosa del genere non poteva essere affermata, perché non cerano intercettazioni a supporto. Ed ancora, sempre Palazzi, pg.59, riferendosi ai rapporti della buon anima con Lanese afferma: “ comunicazione telefonica in cui il Lanese (…) espressamente dice a Facchetti che per il futuro i designatori saranno condizionati dal loro (Moratti e Facchetti) ok”.
Per non parlare infine del famoso 5-4-4, e dei colloqui di lavoro offerti a Nucini, arbitro in attività all’epoca dei fatti. Se soltanto una di queste situazioni fosse trapelata da un intercettazione riguardante Moggi, considerato lo spirito giacobino dei nostri accusatori, probabilmente a quest’ora la Juve sarebbe in lega Pro e Moggi rinchiuso a S. Vittore.
Questa è la verità che le carte ci raccontano. Certo, se dobbiamo attenerci unicamente al famigerato “ sentimento popolare” - vergognoso espediente antigiuridico che fu messo alla base della nostro esilio dal calcio che conta - allora possiamo dire tutto e il contrario di tutto. Se poi questo sentimento si identifica, come è stato da sempre nell’Italia del pallone, con l’antijuventinismo a prescindere, e inutile pure continuare a parlare di processi e giustizia. Però i fatti, e la storia che gli stessi ci stanno raccontando, sono così diversi dalla propaganda del 2006 che, spero vivamente, dovrebbero indurre qualcuno, nel suo intimo, almeno a vergognarsi per quello che è stato fatto alla squadra più blasonata della storia del nostro calcio.
In fondo fino ad ora, gli unici ad aver pagato sotto ogni punto di vista - morale ancor prima che economico - siamo noi juventini insieme al povero Luciano Moggi, al quale qualcuno primo o poi dovrà pur chiedere scusa. Noi da parte nostra gli diciamo: grazie Luciano, perché senza di te e i tuoi investimenti oggi non potremmo rialzare la testa e riscoprirci fieri nel profondo di essere bianconeri.
P.s. Ma poi, veramente qualcuno con un minimo di onestà intellettuale pensa veramente che Moggi avesse più potere ed influenza di Galliani, Berlusconi, mediaset e RCS (quelli che nascono interisti)?
Suvvia, qui non si tratta di opinioni, ma di logica.
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