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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Vito Cavarretta del 02/08/2011 10:50:53
La prova del nove
Nel maggio del 2006, quando, per il tramite dell'autorevole "il romanista", fu divulgata la prima parte delle intercettazioni telefoniche, peraltro abbondantemente manipolate, uno dei primi personaggi ad apparire e a prendere posizione rispetto alle stesse fu il grande capitano d'industria John Elkann, il quale immemore dell'insegnamento di suo nonno materno, ovvero che compito dell'imprenditore è quello di difendere i propri uomini dagli attacchi esterni, assunse un'incomprensibile atteggiamento di megafono delle accuse nei confronti della dirigenza della Juve.

Immediatamente mi vennero in mente le diatribe che da anni si trascinavano tra la proprietà e la dirigenza Juve, le accuse di non essere "smile", la continua lesina di investimenti, la condizione di incertezza in cui veniva tenuto il management, per finire alle non tanto velate accuse di essere stati gli artefici dello scandalo di sesso e droga che aveva colpito Lapo alcuni anni prima.

La rinuncia alla difesa nei processi sportivi e, soprattutto, la scelta di una dirigenza ridicola, mi convinsero che i nemici più efferati li avevamo in casa e che loro erano la causa di tutti i mali della Juve. Il silenzio di John e Lapo Elkann, ma anche di Gabetti, Grande Stevens e compagnia cantante, attorno alle prove sempre più evidenti del complotto ordito nei confronti della nostra squadra, sono la prova del nove del loro coinvolgimento.
 
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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