Siamo alle comiche finali. Mancano soltanto poche ore alla chiusura del calciomercato, e la Juventus di Marotta non ha ancora un degno interprete nei due ruoli fondamentali di ala sinistra e centrale difensivo.
Ma vi è di più, stiamo per vendere il terzino sinistro che avrebbe dovuto ridarci finalmente un giocatore di ruolo all’altezza, e si sta per reintegrare l’arrugginito ma encomiabile Fabio Grosso. Di top player neanche l’ombra; a meno che non si voglia considerare tale un grande campione a fine carriera, che tra l’altro viene fuori da una stagione tormentata da numerosi infortuni.
La squadra è stata rivoltata come un calzino per andare incontro alle esigenze tecniche di un allenatore che vorrebbe proporre un calcio offensivo ma che dovrà, ben presto, rendersi conto che non ha a disposizioni gli interpreti giusti affinché la squadra tenga in mano il pallino del gioco.
La difesa è ancora in una condizione tecnico-tattica imbarazzante. Il primo reparto su cui occorreva intervenire, considerati i disastri dell’era delneriana, è ancora pesantemente deficitario. Diciamocela tutta: lo sciopero è stato una manna dal cielo per la Juve. Siamo ancora in alto mare e i nostri dirigenti, ex sampdoriani, stanno ancora una volta dimostrando la loro incompetenza manageriale.
L’assunto dello scorso anno “prima la quantità e poi la qualità” è stato clamorosamente smentito dai fatti. Molti dei giocatori sono andati via, e altri stanno per lasciare la squadra a breve. Lo stesso Krasic, che sembrava essere un colpo indovinato, si sta dimostrando poco funzionale alle idee tattiche di Conte. Inoltre sta palesando non indifferenti limiti tecnici che, stante la mediocrità generale, aveva ben nascosto nelle prime uscite della passata stagione.
L’anno passato è stato un fallimento sotto ogni punto di vista ma lorsignori non hanno avuto la dignità e il coraggio di ammetterlo exspressis verbis, facendo pagare tutto al povero Del Neri; colpevole quest’ultimo semplicemente di essere stato chiamato a risollevare una squadra di mezze cartucce.
Nonostante il livello qualitativo dei singoli sembrerebbe essere aumentato, la mancanza di programmazione, se non addirittura un perenne stato confusionale, sembrano continuare a fare da sfondo all’operato di Marotta&co. Unica scusante dei personaggi in questione è che hanno avuto dei predecessori peggiori di loro, che gli anno lasciato in mano una serie di situazioni molto complicate. Per questo è d’obbligo per ognuno di noi - anche se l’acquisto di Martinez ha superato per nefandezza perfino quello di Tiago - offrire una sorta di sospensione del giudizio, sperando di sbagliare clamorosamente e di essere costretti a rimangiarci ogni parola alla fine della stagione a venire.
Ciò non di meno innumerevoli continuano ad essere le incognite che ci accompagnano alle soglie dell’ennesima ripartenza post-farsopoli: ammesso che fino all’ultimo arrivino i due colpi nei ruoli di cui sopra, saranno veramente giocatori in grado di far fare un salto di qualità ai rispettivi reparti?
Quanto tempo ci vorrà perché costoro - come del resto anche gli altri compagni - apprendano le idee tattiche dell’allenatore? La difesa, stante le anzidette considerazioni, sarà in grado di reggere il peso di un centrocampo d’attacco e, pertanto, tendenzialmente sguarnito?
Sarà Conte in grado di dare la giusta forma alla squadra nei momenti di necessità, indipendentemente dal credo tattico di partenza?
Tutti questi dubbi - credo più che legittimi - rappresentano il sintomo inequivocabile che siamo di fronte all’ennesimo castello di carta; posto su basi poco solide oltre che debole nelle sue singole parti. A ben vedere la campagna acquisti di questa stagione sarebbe stata funzionale al programma dell’ anno passato: creare l’ossatura sulla quale innestare successivamente i famigerati top player. Ma il ritardo accumulato per colpa delle scelte scellerate dell’estate scorsa si sta ripercuotendo inesorabile sulle opzioni della campagna acquisti che volge al termine, connotandola per approssimazione e confusione.
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