Giulemanidallajuve
 
 
 
 
 
 
 
  Spot TV
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di BeppeBio del 19/10/2011 20:05:00
...Finchè non ci metto il naso...
Mi è piaciuto molto l’intervento di Mario Rocca all’assemblea dei soci della Juventus tenutasi lo scorso 17 ottobre, con lo scopo di approvare il bilancio di esercizio al 30 giugno 2011.
Mi è piaciuto molto perché, collegandosi a quanto dichiarato da Andrea Agnelli (il bilancio 2010-2011 è il peggiore della storia della Juve, un bilancio che accoglie…anche quattro anni di incapacità di rinnovamento della società sulla parte sportiva, che ha ingolfato il motore), il nostro Rocca ha fatto notare senza peli sulla lingua che, se è vero che i vari Blanc e Cobolli-Gigli sono stati “le bibliche cavallette” che hanno causato l’attuale situazione della Juventus, è altrettanto vero che hanno agito per procura.
Infatti, “i mandanti…coloro che già nel 2004 li reclutavano di soppiatto tra Marrakech, Casablanca e i marciapiedi della Rinascente…permangono” all’interno della società e “questo bilancio disastroso (proprio come la retrocessione farsopoliana) è per la quasi totalità figlio legittimo di costoro”
Di conseguenza, “occorre tracciare una riga netta di separazione” con “il traditore che dall’interno apre al nemico” perché è giunta l’ora di “smetterla con chiacchiere e promesse…e tra il dire e il fare ci deve essere piena sintonia” perché “solo così può esserci fiducia reciproca”.

E per ottenere la nostra fiducia di tifosi e amanti della Juventus, quella vera, è necessario che la sintonia auspicata da Rocca “tra il dire e il fare” dell’attuale dirigenza bianconera trovi attuazione soprattutto in una lotta convinta ed efficace contro le ingiustizie di farsopoli.
Ingiustizie che, non scordiamocelo mai, sono state rese possibili dalla non-difesa di coloro che detengono la maggioranza del pacchetto azionario dell’Exor e che - dopo aver avvallato le menzogne della Figc con patteggiamenti e auto-accuse di inesistenti reati - hanno pagato la parcella di “quel signore che nell’assemblea del novembre 2006, dopo averci egregiamente difeso nei processi sportivi, venne qui agitando la sua malferma manina al grido di «c’erano almeno 4 illeciti!»” E allora, ragionando su quanto affermato da Andrea Agnelli nella conferenza stampa del 10 agosto scorso e sui successivi ricorsi al Tnas e all’Uefa, mi chiedo con preoccupazione cosa intenda il presidente della Juventus proclamando la sua intenzione di “andare sino in fondo per ottenere parità di trattamento”.

Per i “convinti moggiani” come me quel “sino in fondo” ha un solo significato: non certo la restituzione di un cartonato, bensì la condanna della disonestà dell’Inter di Moratti; ma lo stesso vale anche per Andrea Agnelli?
Per il tifoso juventino Andrea Agnelli probabilmente sì, ma dubito molto che ciò possa dirsi anche per il dirigente Andrea Agnelli che, essendo attualmente un piccolo pesce circondato da squali (compresi quelli di famiglia), deve accontentarsi degli avanzi che riesce a rimediare e non del piatto forte del banchetto.
E così, ogni qualvolta leggo le sue bellicose dichiarazioni di rivalsa bianconera spinta all’estremo (Tar, articolo 39…ecc) mi ronza nelle orecchie un famoso motivetto dello Zecchino d’Oro del 1969, in cui un bimbo replica in questo modo all’amico che si burla di lui raccontandogli improponibili fandonie:

"sarà, sarà, sarà ma non ci credo / chissà, chissà, chissà se sarà vero
però, però, io son come Tommaso / e non ci credo finchè non ci metto il naso."

E finchè non ci metto il naso, ovvero sino a quando non vedrò che si vuole davvero raggiungere non solo a parole l’obiettivo indicato in esposti e ricorsi vari, neanche io crederò più di tanto al figlio di Umberto.

Chiariamo subito eventuali equivoci: io stimo molto Andrea Agnelli e ritengo che attualmente sia il miglior presidente possibile per la Juventus, sia per il nome che porta sia perché si intende di calcio ed è un vero tifoso della nostra squadra; però - ed è un grande però - non né è il proprietario e ha un potere decisionale extra-calcistico molto limitato, e non mi sembra che le auto della Fiat abbiano davvero l’intenzione di “andare sino in fondo” nella guerra al petrolio e alle gomme meneghine, con cui hanno molti - troppi - interessi in comune.

Infatti “andare sino in fondo” vuol dire che, se Teresa Casoria sentenzierà la non esistenza della cupola inventata da Narducci, appellandosi all’ex articolo 39 dello statuto della federcalcio, Andrea Agnelli potrebbe richiedere subito la revisione del vergognoso anti-processo sportivo del 2006, come di sicuro farà Luciano Moggi.
Invece, il “giovin signore” ha già più volte dichiarato che, prima di agire in tal senso, attenderà l’eventuale assoluzione della “diade” in Corte di Cassazione, che è esattamente come dire che, se va bene, lo farà tra 3-4 anni o che, con ogni probabilità, non lo farà mai, visto che il processo partenopeo di calciopoli pare destinato a concludersi con una prescrizione, a causa dei molteplici sforzi fatti dall’accusa per prolungarne l’iter a dismisura.

E questa attendistica presa di posizione di Andrea Agnelli non depone certo a favore della sua proclamata volontà di “andare sino in fondo”, anche perchè neppure le sue iniziative prese nell’ambito della giustizia sportiva sono state supportate da grande intraprendenza, dato che le proteste contro il mancato riscontro al suo esposto 2010 si sono perlopiù limitate a qualche rimbrotto mediatico confronti di chi (ospite d’onore all’inaugurazione dello Stadium) lo aveva insabbiato nei meandrici labirinti della superprocura nerazzurra.
Ormai è da tempo chiaro a tutti - e quindi anche al presidente della Juve – che i vertici del calcio italiano annoverano i petrolieri tra i loro padroni, e che mai e poi mai potranno rivoltarglisi contro se non per tentare di mascherare la loro vergognosa sudditanza con atteggiamenti falsamente imparziali, come avvenuto recentemente nel caso della relazione di prescritta colpevolezza dell’Inter stilata da Palazzi, che non ha portato all’automatica cancellazione del cartonato dal loro palmares neppure di fronte all’accertamento della violazione dell’articolo 6 da parte di Moratti, Facchetti & C.
Pertanto, chiedere giustizia a chi ha mentito e nascosto prove per inventarsi un inesistente illecito strutturato con lo scopo di distruggerti, e che continua a mentire e a nascondere prove per confermare quel teorema - nonostante nell’aula 216 del Tribunale di Napoli sia stato dimostrato l’esatto contrario – è come fare ossequiosa istanza in uno dei tribunali di “don Vito Corleone” per essere risparmiati dall’imposizione del pizzo o dal pagamento del Cip6.
E poiché Andrea Agnelli è tutt’altro che uno sprovveduto, se si è rivolto a questo o a quel Tnas ben sapendo di non poter ottenere che derisorie dichiarazioni d’incompetenza prescrittiva che tutelano solo l’illegalità di chi ci accusa di “ruvvave, può essere soltanto perché:
1) ha concordato col cugino questo tipo d’azione “tutto fumo e poco arrosto”, tanto per dare un contentino ai tifosi bianconeri infuriati dopo l’emersione di facchettopoli grazie al lavoro dei consulenti legali di Moggi
2) oppure, a dispetto dei roboanti proclami, quello della giustizia sportiva è l’unico campo d’azione che gli è stato concesso da chi “tira le fila della società”, ben più appassionato di cricket o di formula uno che di calcio.
Basandomi sui lusinghieri giudizi di Moggi su Andrea Agnelli, io propendo per quest’ultima, ovvero che al presidente bianconero non sia stata concessa nessuna ingerenza della giustizia ordinaria nella pratica “ridare onore alla Juve”, né quella rappresentata dal Tar né tanto meno quella napoletana, perchè la giustizia ordinaria - che ha valenza superiore a quella professata dai vari Abete, Palazzi, Tavecchio...ecc - potrebbe aprire le porte allo tsunami dell’articolo 39, in grado di spazzar via in un colpo solo prescrizioni ad hoc e atti-non-atti vari.
E tutto questo nuocerebbe molto agli amici che Montezemolo, John Elkann, Grande Stevens ecc... hanno nella seconda squadra di Milano, i quali hanno fornito loro e ancora forniscono appoggi politici e finanziari, per cui…
…per cui, cari amici juventini, stando così le cose, nonostante gli sforzi di Andrea Agnelli, ritengo assai improbabile non solo ottenere la revoca del cartonato alla “banda bassotti” ma anche la riabilitazione dei valori rappresentati dalla storia della nostra squadra.

Son certo, infatti, che dal Coni di Petrucci o dai “soci svizzeri” di Abete non avremo altro che frasi di circostanza intrise di “impedimenti legali” degni del miglior azzeccagarbugli manzoniano, mentre continueremo a essere chiamati ladri per aver rubato una mela al supermarket da chi ha commesso sanguinose rapine in banca e va in giro altezzoso godendosi le lodi dei suoi ruffiani, sempre pronti a scrivere e riscrivere leggi e regolamenti per soddisfare i suoi capricci di bimbo viziato, che vuole le caramelle ottenute in premio da chi è più meritevole di lui .

Sperando con tutto il cuore di essere smentito dai fatti e di poter “mettere il naso” nell’azione vincente di Andrea Agnelli, abbraccio tutti i tifosi della Juve.

 
 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
  TU CON NOI
   
 
   
 
  AREA ASSOCIATI
   
 
 
 
  DOSSIER
   
 
   
 
  LETTURE CONSIGLIATE
   
 
   
 
   
 
  SEMPRE CON NOI
   
 
   
 
Use of this we site is subject to our