Pazzesco, allucinante, non riesco a trovare le parole giuste per definire quello che è successo a Napoli. Tutti noi che abbiamo seguito da vicino le vicende dibattimentali del processo partenopeo, e chi, come il sottoscritto, conosce il diritto, eravamo sicuri, certi, che una sentenza di assoluzione fosse scontata. Riconoscere l’esistenza dell’associazione a delinquere dopo le prove emerse grazie all’instancabile lavoro dei legali e dei periti della difesa di Moggi, è semplicemente assurdo. Ogni tesi accusatoria è stata minuziosamente smontata; tutte le testimonianze a carico sono state smentite clamorosamente, in alcuni casi, addirittura, sconfessate e contraddette dagli stessi autori. L’operato degli investigatori è stato pesantemente messo in discussione sulla base di fatti concreti e a tratti inquietanti: baffi e tagliuzzamenti vari. Le nuove intercettazioni, infine, hanno dimostrato che il sistema era diffuso, e che i presunti cupolari non erano tali, o al più remavano contro. Ma tutto ciò non è bastato. Il numero impressionante di prove a discarico messe in campo dagli avvocati dell’ex dg della Juve, non sono servite a nulla . Come è possibile che nelle aule di giustizia accada qualcosa di così aberrante. Ero convinto che l’ostilità dei PM verso il giudice Casoria fosse un sintomo inequivocabile della debolezza delle loro asserzioni. Credevo che anche i magistrati dell’accusa ormai non credessero più nelle loro tesi difensive. Ed invece c’è stato il coup de theatre. Cosa c’è dietro a tutto ciò?? Quali poteri e che tipo di condizionamenti hanno potuto sconvolgere e ribaltare quella che sembrava una pronuncia annunciata a favore degli imputati?? Non credevo che stessimo combattendo contro qualcosa e qualcuno di così potente ed influente. Vorrei potermela prendere con il solito berlusca - come fanno gran parte degli italiani - se solo non sapessi che i giudici non gli sono certamente amici, anche se quelli sportivi salvarono all’epoca la sua squadra. Comunque, non lasciamoci abbattere. La battaglia è lunga. Ci sono ben due gradi di giudizio, anche se dopo quello che è successo mi sembra impossibile trovare il famigerato giudice “a Berlino”. Ciononostante noi che abbiamo combattuto fino ad oggi, continueremo a farlo forti delle nostre convinzioni e della conoscenza dei fatti, sperando al contempo che la FC Juventus continui a fare la sua parte, anche se, a ben vedere, quello che è accaduto poche ore fa, a mio parere, è in parte figlio delle distanze a priori che la nostra società a preso nei confronti dei suoi ex dirigenti. Purtroppo il nuovo corso inaugurato da Andrea Agnelli non riesce ancora a comprendere quanto le sorti delle azioni legali del collegio guidato da Briamonte siano legate a quelle del processo contro Moggi. Apprendo mentre scrivo che il legale della Juve ha addirittura esultato durante la lettura del dispositivo in aula. Pertanto tutte le mie perplessità sulle reali intenzioni della dirigenza attuale nei confronti di farsopoli, permangono. Insomma alla ingiustizia non c’è mai fine. Ma ormai all’iniquità siamo abituati dal 2006 a questa parte; siamo altresì abituati a combattere per la verità, per la nostra storia gloriosa, per i nostri valori . Vincevamo perché eravamo i più forti. Non avevamo bisogno di intercettare e pedinare gli avversari; eravamo inarrivabili sul campo. Per dirla con Ibra, in sostanza, la Juve dominava e ci hanno affondati. Ma per loro sfortuna, in questi anni - forti anche dell’esperienza di Perugia, in vigenza del regno Collina – abbiamo imparato a nuotare. |