L’8 novembre era il mio compleanno. Una giornata pesante, piena di contrarietà. Capita. Tornando a casa, la sera molto tardi, ho deciso di accendere la radio, con un misto di ansia e curiosità.
Nei giorni precedenti avevo fatto la parte del pessimista con gli amici juventini, più per assecondare il gioco dei ruoli che per reale convinzione, sostenendo che, anche se nel corso del dibattimento era stato smantellato il castello di carte costruito dall’accusa, fino alla lettura della sentenza non era detta l’ultima parola. “Dopo quello che è emerso nel processo che seguiamo da anni con attenzione, dopo tutto quello che hanno prodotto le difese, una condanna degli imputati sarebbe troppo anche in un Paese alla deriva come il nostro”, era questa più o meno la risposta più frequente che ricevevo. E in realtà non ci credevo neanch' io, ma mi rimaneva addosso un certo senso d’inquietudine.
Cose incredibili in Italia ne ho viste succedere tante, e so che tipo di pressioni può ricevere chi deve prendere delle decisioni. Non escludevo qualche scherzetto, tipo una condanna lieve con qualche motivazione ambigua, o magari un’assoluzione per insufficienza di prove, tanto per non sconfessare apertamente il lavoro investigativo e istruttorio e per lanciare una ciambella di salvataggio alla FIGC.
Ma quando dalla radio mi è arrivata come un ceffone la frase “associazione a delinquere”, sono rimasto veramente tramortito. Come è possibile? –ho pensato- allora sono io che oltre a non capire niente di diritto e di processi sono magari accecato dal tifo come dicono gli antijuventini, e non riesco a vedere la realtà delle cose… E’ stato un attimo, poi mi sono tornate in mente tutte le cose di cui su questo sito e non solo parliamo da anni, le cose che sono emerse pian piano dalla palude del 2006 e che ci hanno fatto indignare e a volte ridere di un riso amaro, le cose che conosciamo tutti e che sono troppo grosse per essere spazzate via in un attimo. E ancora una volta è tornata la rabbia, con la sensazione di essere presi in giro.
Poi la cosa più irritante, il teatrino mediatico allestito su ogni canale e canalino, giornale e giornalino. E i tromboni che riprendono fiato:” le sentenze non si criticano, si rispettano”. Perché, dico io, in un Paese nel quale è tollerato, anzi è consuetudine, affermare che il Governo è ladro, il Presidente del consiglio è un puttaniere, l’Università fa schifo ed è in mano a baroni nepotisti, per non parlare della Sanità che è sempre e comunque malasanità, e magari il Presidente della Repubblica non è super partes mentre il Santo Padre dovrebbe farsi gli affari suoi, perché , dico io, un cittadino non può neppure avanzare il dubbio che la sentenza di un giudice possa essere sbagliata o discutibile?
Se i Magistrati devono essere considerati infallibili, perché il legislatore ha previsto 2 gradi d’appello? Non possiamo farci tappare la bocca da questi improvvisati paladini della sacralità del giudizio, che ovviamente due minuti o due righe più avanti si contraddicono, quando passano a commentare l’assoluzione della società Juventus, che naturalmente è illogica (e su questo forse gli do ragione).
Qualche amico pochi giorni fa si chiedeva cosa ci sarebbe stata a fare la nostra associazione dopo la fine del processo. Coraggio ragazzi, cerchiamo di non mollare, purtroppo c’è ancora tanto da fare!
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