Era il 18 giugno 2010. Andrea Agnelli aveva assunto, da appena un mese, la carica di Presidente della Juventus F.C. Inutile dire quanto questo sia stato motivo di grande gioia per noi tifosi, soprattutto per noi rancorosi, che abbiamo pensato che finalmente avevamo un Agnelli alla presidenza. La nostra Juve di nuovo nella mani giuste, saremmo tornati ad essere quelli che eravamo prima che farsopoli avesse inizio. E Andrea Agnelli, quel giorno, scrisse una lettera aperta ai tifosi bianconeri. Ne riporto alcuni passi: “La società che io considero l'altra squadra, sta vivendo un momento di cambiamento. Siamo tutti, dal primo all'ultimo, ognuno nel proprio ruolo e con le proprie competenze, al lavoro per garantire stabilità economica e competitività sportiva. Personalmente sto cercando di impegnarmi senza risparmiare energie su tutti i fronti. Sappiate inoltre che io, come tutti voi, sono in vigile attesa di conoscere le decisioni definitive della giustizia sportiva che dovrà dimostrare di essere uguale per tutti in qualsiasi momento storico. Ecco perchè farò sempre sentire la voce dalla Juvenus in FIGC, in Lega Calcio e in ogni altra sede.”. Folla bianconera in tripudio, Evviva Agnelli! Evviva il presidente! E via con i commenti entusiastici e visioni di futura gloria, sportiva e giudiziaria. Per non parlare delle dichiarazioni del presidente di agosto: “Con rammarico, non siamo oggi in grado di richiedere l'immediata restituzione dei due scudetti, perchè l'accertamento dei fatti è ancora in corso e non esistono sentenze in favore di una presa di posizione simile. Ancora una volta però desidero ricordare a tutti che lo scudetto 2005/2006 non è stato oggetto di indagine. La Juventus lo ha vinto con 91 punti e si è ritrovata in serie B. Qualcun altro se lo è trovato sulla scrivania a tavolino per effetto di una decisione dell'allora Commissario della Federazione Guido Rossi. Quello è stato definito lo scudetto degli onesti. Ebbene, se lo status quo dovesse permanere, quello sarà, al massimo, lo scudetto dei prescritti”. Il pensiero comune di noi tifosi, dopo quel discorso, era stato che Agnelli intendesse dire “se Moggi sarà assolto, allora potremo chiedere giustizia”. Oggi possiamo asserire che non era questo il senso del suo discorso. Evidentemente a lui bastava che la Juventus fosse, inspiegabilmente a questo punto, dichiarata estranea ai fatti. Eppure anche lui sosteneva che la Juve quegli scudetti li aveva vinti sul campo, semplicemente perchè era la più forte. In quella squadra c'erano Ibra, Cannavaro, Zambrotta, Thuram, Emerson... tutta gente che grazie a farsopoli la Juve aveva dovuto svendere in maniera degna del più scadente dei dicount. Era chiaro a noi, sembrava che fosse chiaro anche ad Agnelli. E quello squadrone, era stato proprio Moggi a costruirlo. Lui portava a casa campioni di grosso calibro, facendo tirare fuori alla società pochi spiccioli. Lui scopriva talenti. Lui era anche a volte costretto a grandi sacrifici (vedi Zidane), ma le contropartite non erano mai deludenti, anzi! E la Juve vinceva. E la Juve incantava e spappolava, in Italia e in Europa, qualsiasi avversario. Purtroppo questo non andava giù a chi da un decennio spendeva fior di milioni per non vincere mai nulla. La Juve andava eliminata. Presto e in maniera definitiva. E da qui nacque farsopoli, come tutti noi ben sappiamo. L'unica a pagare fu la Juve, dice Agnelli. Invece ha pagato anche, in prima persona, e sta continuando a pagare, proprio il creatore di quello squadrone, Luciano Moggi. Nel momento in cui il nostro Direttore si è trovato a dover affrontare un branco di lupi inferociti, si è accorto di essere solo, si è trovato condannato da una sentenza ridicola, vergognosa e inconcepibile, soprattutto alla luce delle nuove intercettazioni che lo stesso Moggi aveva fornito alla corte. Lui è stato il solo a cercare di difendere la sua Juve, la nostra Juve. D'altronde si sa, in un mondo di serpenti devi tirare fuori il veleno anche tu, altrimenti finisci per sopperire. Il comunicato ufficiale della Juve post-sentenza di martedì scorso (che non sto a trascrivere in quanto tutti noi ne conosciamo i contenuti a memoria), stride con quanto detto e fatto da Andrea Agnelli da quando è diventato presidente. Non si può scindere la persona di Luciano Moggi dalla Juve pre-farsopoli. Non si può rinnegare un pezzo così importante della nostra storia. E poi, se Agnelli come presidente rivendica quegli scudetti, vuol dire che è convinto che ci siano stati ingiustamente tolti. E se pensa questo, non può non schierarsi al fianco di Moggi nella sua battaglia, che è poi la battaglia della Juve in difesa della sua storia e della sua dignità. E' un controsenso grosso come il mare. E qui sta la delusione di noi tifosi. Noi quegli scudetti li rivogliamo, è vero. Ma non solo quelli. Noi vogliamo l'assoluzione di Moggi, sacrosanta e imprescindibile. Vogliamo un risarcimento consistente per i danni sia economici che di immagine patiti in questi ultimi cinque anni. E vogliamo le scuse di chi, da anni, ci chiama ladri. E, se questi non sono anche i desideri del nostro presidente, che tutti noi dovrebbe rappresentare, allora il mito crolla. Lo dico con enorme dispiacere e con infinito rammarico. Ma il successo non può e non deve essere costruito sul cadavere di un innocente. Perchè non sarebbe più un successo, ma solo l'amara conclusione della più brutta pagina che sia mai stata scritta nella storia del calcio. |