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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di maurizio del 09/12/2011 12:46:48
Moratti & Friends
Ci risiamo, all’approssimarsi del fatidico tavolo della pace il circolo degli “Amici di Moratti”, rimette in moto la macchina mediatica per contrastare le legittime rivendicazioni del presidente Agnelli, oltreché tutelare, da un lato, l’operato, quantomeno discutibile, delle istituzioni sportive, dall’altro, il loro favorito, colui che, unico fra tutti i soggetti coinvolti, ha usufruito e tratto vantaggi enormi dai processi farsa del 2006.

Hanno dato il là, con le interviste rilasciate ai gazzettari amici dell’Inter, gli indomiti servitori dello Stato, Narducci e Auricchio. Dopo le paure accumulate durante il dibattimento del processo di Napoli, scaturite dalla frantumazione delle loro tesi accusatorie, i neofiti della nuova amministrazione partenopeo, si sono sfogati senza freni.

Ci tenevano a dirci quanto avessero ragione a perseguire il povero Luciano Moggi alla stregua del capo del clan dei Casalesi.
Hanno perso l’ultima occasione per rimanere in silenzio, e si sono spesi in una sorta di exusatio non petita; allisciati a dovere dai giornalisti che li hanno aiutati e difesi durante tutti questi anni.
Spero che per questi individui arrivi il momento dello smascheramento. Non posso credere che l’ex direttore sportivo della Juve non trovi prima o poi un giudice che, ancor prima delle competenze giuridiche, abbia un minimo di senso del pudore.

A seguire ci sono state le pugnaci dichiarazioni della new entry Petrucci. Il capo dello sport italiano, vedendo probabilmente in difficoltà il vacuo Abete, all’indomani dei ricorsi bianconeri alla giustizia amministrativa, si è sperticato in un lungo sproloquio.
E’ venuto a dirci che “oggi le pagine dei giornali sono piene di aspetti legali, il calcio di vertice è malato di doping legale. C'è un'assenza di rispetto per le regole, di etica, oggi chi grida di più pensa di vincere (…)”. Insomma una bella reprimenda, o forse, semplicemente, l’ultimo tentativo di contenere uno scandalo che sta travolgendo, inaspettatamente, i suoi artefici ed ideatori.. Naturalmente trattasi di affermazioni intrise della peggiore ipocrisia tipica di certi boiardi di Stato. Gente che continua a mangiare lautamente nel piatto ricco della spesa pubblica. Personaggi a cui la crisi attuale fa un baffo, essendone, in ultima istanza, figli e padri.

È un dato acquisito a tutti i gli addetti ai lavori, tranne che per il blocco neroazzurro occupato in RCS, che il comportamento della FGCI è stato inaccettabile, oltre che gravemente omissivo. La Juventus sta perseguendo - a differenza di chi l’ha mandata in B – tutte le strade legittime che l’ordinamento giuridico italiano – a cui Petrucci ritiene, forse, che non appartenga l’istituzione che rappresenta – gli concede. E nonostante ciò Petrucci e il fido Abete, continuano a sproloquiare come se il loro comportamento fosse corretto. Credo che costoro abbiano lo stesso concetto di onestà ed etica dell’amico Moratto. Per loro , ormai, certi valori sono andati sicuramente in prescrizione.

Ma come se tutto ciò non bastasse, ultimamente ci si è messo il redivivo G. Rossi e l’altro boiardo di Stato, Carraro.
L’uno, come una eco proveniente dall’oltretomba, ha avuto il coraggio di affermare che anche se avesse avuto contezza delle intercettazioni sull’Inter, avrebbe assegnato ugualmente alla sua squadra del cuore lo scudo della vergogna. Cercando di non lasciarci travolgere dall’indignazione di fronte a “stronzate” di tali proporzioni, è meglio considerare questo tipo di dichiarazioni alla stregua di un’intervista rilasciata dal capo ultras della curva dei prescritti.

Dunque, parole in libertà dette da un tifoso accanito. Se dovessimo commentarle con serietà, credo che il turpiloquio utilizzato dal prode difensore degli affari nero assurdi, impallidirebbe di fronte alle nostre invettive.
Il secondo personaggio, Carraro, è un altro dei miracolati dalle vicende del 2006. Quello che intimava a Bergamo di fare in modo che la Juve non fosse in nessun modo favorita perché incombevano le elezioni di lega. Colui che doveva garantire la regolarità dei campionati, ma che, a conti fatti , non è stato in grado di garantire nulla, se non il prosieguo della sua ben pagata carriera nelle stanze del potere. Vale lo stesso discorso fatto poc’anzi sulla responsabilità che questa tipologia di personaggi hanno rispetto alle condizioni malridotte non solo delle istituzioni sportive, ma dell’intero apparato burocratico del nostro Paese.

Ecco, dunque, in che modo i membri del circolo “Amici di Moratti” hanno cominciato ad erigere le barricate a difesa degli interessi e delle lobby che rappresentano e tutelano, ottenendo risposte concilianti - inopportune a mio parere - da parte di Andrea Agnelli, che addirittura è stato l’ispiratore del famigerato tavolo delle “beffe”. Spero vivamente che il nostro presidente, che certamente non è uno sprovveduto, sappia fino in fondo contro chi si è messo. E soprattutto, spero che non abbia nessuna intenzione di cedere alla protervia e fanfaronaggine di questi personaggi. Noi tifosi non lo vogliamo e nel nostro piccolo, non ci alzeremo dal nostro personale tavolo “della guerra” finché giustizia non verrà fatta.

 
 
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