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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Maurizio Inca del 10/01/2012 12:50:42
Anche noi non ci fidiamo più dei giudici!!
In base ad un recente sondaggio, commissionato da Repubblica all’agenzia Demos & Pi , rispetto agli anni passati, un numero sempre maggiore di italiani ha perso la propria fiducia nei confronti della magistratura.
La percentuale si aggira intorno al 60% dei cittadini. Questa notizia mi ha riportato inevitabilmente a quanto è accaduto a Napoli. Nonostante siano passati molti giorni dalla sentenza di primo grado del processo su “Farsopoli”, e pur rimanendo in ansiosa attesa delle motivazioni che i giudici dovranno inventarsi per giustificare l’assurda condanna, continuo a chiedermi come diavolo è stato possibile che il collegio giudicante sia arrivato ad una pronuncia così assurda.

Queste considerazioni, tra l’altro, sono state in qualche modo rafforzate dalle dichiarazioni del famigerato carabiniere “pentito”; intervista che è stata scientemente celata fino alla pronuncia della sentenza di primo grado.
Nessuna prova che rivelasse il condizionamento diretto di un arbitro o l’alterazione effettiva di un match è mai stata acquisita.
I pochi testimoni a favore dell’accusa sono stati clamorosamente smentiti . Spesso, senza che gli avvocati della difesa facessero alcunché, bastava lasciarli parlare affinché cadessero in contraddizione al limite del ridicolo. I vari Auricchio, Nucini e Martino, tanto per citare i casi più eclatanti, non possono essere considerati teste attendibili neanche da parte del più orbo dei giudici.

E poi, come se tutto ciò non bastasse, le numerose intercettazioni tirate fuori dal certosino - e molto costoso - lavoro di Penta, hanno dimostrato, in maniere inopinabile, come il sistema - fondato su rapporti impropri fra i rappresentanti delle società e quelli delle istituzioni sportive - che avrebbe dovuto celarsi dietro la presunta associazione criminale, fosse diffuso e non esclusivo. Coinvolgeva più o meno tutte le squadre, o almeno quelle più importanti.
I presunti membri dell’associazione parlavano delle stesse cose con molti, se non con tutti. Anzi, in alcuni casi, agivano palesemente contro gli interessi della cosiddetta cupola ( es. Bergamo e Carraro prima di Juve- Inter).

Pertanto, anche in ragione di queste ultime valutazioni, durante lo svolgimento della fase dibattimentale, tutti gli elementi costitutivi del reato associativo, riconosciuto in primo grado a carico di Luciano Moggi, sembravano ampiamente confutati, smentiti, disintegrati.
Ed invece, con un “barbatrucco”, le signore in toga hanno avuto il coraggio di condannare Moggi alla stregua del peggior sgherro del clan dei Casalesi.
Personalmente rimasi sgomento, allucinato.

Avevo creduto sinceramente che la giudice Casoria, che i vertici del tribunale avevano in tutti i modi cercato di “cacciare” dal processo, non si sarebbe fatta condizionare dall’ambiente e dai media.
Però, purtroppo avevo dimenticato che il collegio era composto da tre giudici, e che la procura di Napoli, con i vari Woodcok e Lepore, è ben conosciuta a livello nazionale per la labilità - diciamo così, per utilizzare un eufemismo - di molte delle proprie inchieste.

Ho scritto queste quattro righe, prendendo spunto dal sondaggio citato all’inizio, proprio per contribuire a rinnovare, in questo periodo di tavoli della pace, il sentimento di indignazione e risentimento che un vero juventino non deve mai sopire, almeno fino a quando giustizia non verrà fatta.
Non si deve e non si può dimenticare quello che abbiamo sopportato e che continuiamo a subire dalle istituzioni sportive e dai giudici ordinari, per non parlare dei continui attacchi mediatici.
Non si deve e non si può dimenticare che nel 2006 qualcuno ha deciso deliberatamente di far fuori la squadra più forte del campionato per consentire agli spendaccioni e perdenti per antonomasia di vincere in solitudine.
E spero vivamente che anche il nostro Presidente non dimentichi tutto ciò, almeno fino a quando la verità non sarà emersa in tutta la sua forza e chiarezza.

Chi rinnega la propria storia - come la FC Juventus, ahimè, ha fatto spesso negli ultimi anni, anche, e soprattutto ,attraverso la “diseredazione” di Moggi - non potrà mai costruire un futuro glorioso. Così come, nel caso dei prescritti, chi fonda la propria storia sulla menzogna e l’intrigo, è destinato a soccombere e perdersi nell’oblio.
 
 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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