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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Mauro Nero del 24/01/2012 17:08:58
La ideale di un epoca
Con la definitiva uscita di scena di Amauri, si chiude idealmente l'epoca peggiore della nostra storia centenaria. Un periodo sciagurato in cui degli incompetenti senza precedenti nella nostra storia recente hanno preso in mano le redini della società bianconera per spedirla dritta all'inferno.
Spero che l'epoca dell'innominabile, dei Cobolli e del cugino ingegnere, sia definitivamente archiviata.
Con la loro avventatezza sono riusciti ad sporcare indelebilmente cento anni di storia bianconera. Si sono piegati senza dignità di fronte ai carnefici del 2006. Hanno sbagliato tutte le scelte sotto ogni profilo. E, nonostante ciò, molti di loro si sono messi in saccoccia cospicue somme di denaro. Una storia italiana come tante altre, forse mondiale, visto il momento di crisi internazionale, tuttavia una vicenda che, oltre a procurare ingenti danni economici ad una società famosa per l’oculata gestione aziendale, ha umiliato milioni di tifosi.
Spero che tutto ciò sia ormai un cattivo ricordo. Anche se la ferita abissale aperta dallo scempio del 2006, rimarrà sanguinante fino a quando giustizia non verrà fatta. Nella speranza che gli inciuci e i colpi di spugna non prendano il sopravvento sulla volontà di ottenere ciò che ci è stato fraudolentemente turlupinato.
Oggi, finalmente, tante cose sembrano cambiate, o almeno appaiono tali. Probabilmente la società non è solida come un tempo – il paragone tra Moggi e Marmotta è improponibile, sarebbe come mettere a confronto Del Piero con Beccalossi – né, a mio avviso, si sta comportando in maniera chiara e risoluta nei confronti delle vicende di “farsopoli”.
Allo stesso tempo, coloro che si occupano di calcio mercato non sembrano dei lupi di mare. Se è pur vero, infatti, che devono fare i matrimoni con i famigerati fichi secchi, non possiamo dimenticare che qualcuno di quei fichi è stato letteralmente gettato alle ortiche. Elia, Martinez, Bonucci, Motta, Toni sono ancora li a ricordare al duo ex Samb che bisogna assolutamente migliorarsi per riportarci sulla vetta del mondo.
Però non disperiamo, tutti possono fare meglio, e poi qualche operazione decente, ad onor del vero, l’ hanno pure messa a segno.
Ciò che più conta, però, è l’aver ritrovato lo spirito indomito che ci ha sempre contraddistinto. Quel senso profondo di appartenere ad una storia gloriosa e ad una tradizione di vittorie sul campo che hanno fatto la storia del calcio italiano, e che, in quanto inscritte nel dna bianconero, ci eviteranno nei secoli una figuraccia stile cinque maggio 2002 (ad eterna memoria di ciò che significa essere prescrinterista).
Forza Juve. Il nostro orgoglio e la nostra tradizione sono più forti di ogni altro potere e sentimento avverso, compreso quello popolare che ci ha epurati nel 2006.
Perché noi siamo la Juve, sempre vittoriosi sul campo, indomiti nello spirito e perentori nelle vittorie. Noi siamo la storia del calcio...voi al netto di farsopoli, non siete nulla.
 
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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