Ecco tornato il tritacarne mediatico, parente stretto di quello che si è concluso con la più severa punizione mai inflitta nel mondo sportivo, in base a dicerie popolari e dopo un processo che sarebbe sembrato sgangherato persino nei film di Totò o dei mitici Franco e Ciccio.
Da settimi eravamo quasi simpatici, una squadretta da compatire, e avevamo nostalgia dei rosicamenti altrui; ma da capolista, la Juventus è tornata al centro di ironie, accuse, punzecchiature, cattiverie, falsità e commenti vomitevoli: di nuovo viene passato al setaccio ogni corner, punizione, cartellino; e figuriamoci per quanti secoli dovremo sentirci rinfacciare il mancato 2-0 di Muntari, ormai già nell’Olimpo dei cimeli anti-Juve assieme al “gò de Turone” e allo sfondamento di Ronaldo su Juliano, reliquie sempre valide da tirar fuori per aizzare gli animi. Gli 8 rigori negati a noi e i 5 regalati alla famiglia Addams non hanno fatto muovere baffo ai dirigenti pallonari, che però ora parlano ipocritamente di moralità e correttezza, e ci fanno sentire osservati speciali e colpevoli di chissà cosa.
Ma ci siamo interrogati sul vero perché sono quasi riusciti a cancellarci dal calcio professionistico? Perché non ci ha difesi nessuno e perché tendiamo a non difenderci; invece gli altri scendono in piazza appena si minaccia di togliergli mezzo punto. Qualche anno fa il Catania stava per finire in C, non ricordo per cosa; il ministro La Rissa si mise ringhiante (in strada e in diretta TV) a capo di un manipolo di tifosi, et voilà: dopo pochi giorni, per riammettere gli etnei inventarono la B a 24 squadre. E dove erano i politici juventini mentre la zebra finiva al rogo?
In Italia si va avanti grazie ad amicizie, protezioni e maneggi; le leggi, specie quelle calcistiche, sono una burletta, perché vengono usate secondo convenienza. Dopo avere assistito a trucchi e malefatte di ogni tipo (orologi-regalo per gli arbitri, passaporti falsi, regole cambiate in corsa, mancate squalifiche, multe ridicole o prescrizioni per fatti gravissimi), viene nominato commissario non una persona di acclarata imparzialità, ma l’interista sfegatato Guido Rossi (come consegnare alla volpe le chiavi del pollaio, roba mai vista neppure nei fumetti). D’accordo, il conseguente processo fu una vergogna epocale, ma il problema è che un vero avvocato avrebbe demolito le accuse punto per punto; invece ci è toccato Zaccone, tutto contento di scendere “solo” in serie B. In quei mesi infernali, a parte forse due o tre, nessuno dei tanti vip televisivi disse mezza frase per la Signora; qualcuno affermò addirittura di vergognarsi di essere bianconero. Andate a vedere come gli interisti difendevano la loro squadra di cartone, anche quando vinceva con due reti in fuorigioco; osservate i romanisti come scattano inviperiti se gli sfiori Er Pupone; ascoltiamo le difese altrui, i muri di fuoco a protezione; e guarda un po’ che razza di servizi o servizietti televisivi vengono confezionati in casa rossonera; vedi la RAI, che dovrebbe tenere una certa dignità, invece così solerte nelle falsità e nelle prese in giro da bar (il disegno della “porta della Juve” con la linea rientrata fatto vedere da Varriale grida vendetta).
La vile aggressione che stiamo subendo, degna delle crociate e di poco inferiore all’uragano del 2006, non è dovuta a fatti oggettivi e a nostre colpe, ma alla perenne coalizione nazionale, che ci lascia parzialmente in pace (sempre però piazzando sarcasmi e accuse per non perdere l’abitudine) solo quando non ci vede competitivi. Nessun telecronista od opinionista dice mai una chiara parola a nostro favore: se subiamo un torto arbitrale viene derubricato a svista, ma basta che ci diano un corner in più per parlare di partita falsata. Veniamo sempre definiti come quelli che rubano (ma tra rigori negati e reti annullate ingiustamente siamo almeno a 12), che tramano (ma San Giacinto telefonava più di Moggi), che picchiano (ma non si sono accorti delle scarponate degli Addams, che Sabato scorso dovevano finire in 9, altro che espellere Vidal), che truccano (invece di indagare sul Napoli, fucina di gare falsate, ora descrivono Bonucci quasi come un capo-mafia), che piangono (appena Conte si è lamentato per il 7° rigore negato lo hanno preso in giro, ma poi Fester ha scatenato un inferno).
Perciò, visto che non abbiamo amici: tifosi, giocatori e dirigenza, lottiamo a zanne fuori o ci faranno sparire, come è già (quasi) successo.
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