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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Mauro Nero del 29/02/2012 17:33:32
L'ex uomo forte del berlusca
Bisogna essere comprensivi. Purtroppo, ultimamente, le cose gli vanno abbastanza male. Il lento declino del signor Galliani è sotto gli occhi di tutti. Dalla follia di cedere Andrea Pirlo agli odiati antagonisti di Torino, passando per la foto che lo ritrae abbracciato a Carlitos Tevez, fino ad arrivare all’esautorazione del suo ruolo da parte della figlia del presidente, che evidentemente ha imposto al papà di non vendere il fidanzato, impedendo di fatto l’acquisto dell’argentino, il povero ex uomo forte della prima squadra di Milano ha dimostrato di non essere più il leone di un tempo.

Comprensibile, dunque, il suo malcelato nervosismo, esploso tra il primo e il secondo tempo del match clou di S. Siro di sabato scorso. Per atteggiamenti simili, l’unico che lo superava in competenza ed arguzia, si è ritrovato sul groppone una condanna per associazione a delinquere; il nostro, invece, grazie alla protezione incondizionata delle tv e dei giornali del amici, è passato come defensor fiedei; eroe senza macchia delle ragioni rosso nere.
Il suo nome è stato solamente sfiorato dall’indagine di Farsopoli.
Qualche scarno riferimento nelle telefonate del fido Meani, al quale, mefistofelico, aveva affidato la gestione dei rapporti con i designatori e con le giacchette nere. In questo certamente più lungimirante del grande “cupolaro” torinese.

Questo per lui è evidentemente un momento veramente delicato. Se il Milan, come possibile, non dovesse centrare nessuno dei traguardi stagionali, probabilmente la sua posizione all’interno del club inizierebbe a barcollare seriamente. Anche perché il grande capo, sempre più lontano dai giochi della politica, potrebbe, a breve, riprendere in mano il giocattolo, puntando definitivamente sulla collaborazione dei famigli ed esautorando definitivamente le prerogative del fido vassallo.
E quale scusa migliore, per evitare futili strascichi polemici e dietrologie mediatiche, per allontanare il suo uomo forte, se non quella del completo fallimento stagionale?

A ciò si aggiunga che a qualcuno bisognerà pure imputare un eventuale debacle dei rossoneri. Non potendo dire ai propri tifosi che di “danè” da buttare nel calcio, l’altra figlia, Marina, non ne vuole proprio sentire parlare, anche perché pende sul gruppo la spada di Damocle del risarcimento multi milionario della sentenza sul Lodo Mondadori, non ci sarebbe migliore escamotage se non quello del rinnovamento e della rifondazione. E tutti sappiamo che le rivoluzioni chiedono sempre la testa del sovrano o per lo meno di qualche principe.
Insomma il buon Galliani potrebbe essere l’offerta sacrificale perfetta da porgere ai propri tifosi per celare il ridimensionamento di un club che ormai da tempo è alla continua ricerca di un socio, se non addirittura di un’acquirente.

Alla luce di tutto ciò sarebbe il caso che non ci accanissimo contro l’uomo più potente del calcio italiano, ormai giunto a fine impero. Un assoluto genio, un grande stratega. Pensate che costui, nel 2006, nonostante fosse presidente di Lega e il suo padrone capo del Governo; pur avendo a disposizioni giornali sportivi e quotidiani tra i più letti in assoluto, unitamente a televisioni con programmi tra i più seguiti dell’etere, pertanto contro ogni logica terrena, è riuscito a fare credere a tutti che Moggi fosse l’unico puparo del calcio italiano, addirittura più influente di lui. Non ci resta che inchinarci di fronte a tale diabolica impresa.
 
 
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