Come sempre, neanche il tempo di festeggiare il nostro meraviglioso trentesimo titolo, i soloni del calcio nostrano - quasi tutti cavallette antijuventine - i grandi commentatori dello sport più amato dello stivale, stanno facendo a gara a chi la dice più grossa sul diritto della FC Juventus di fregiarsi dello scudetto n. 30 e della terza stella celebrativa. Le arpie di Repubblica e del Corriere, i monatti della rosa sbiadita, i prezzolati delle tv del padrone e tutti coloro – sono veramente tanti - che hanno contribuito alla farsa mediatica del 2006, non hanno creduto alle loro orecchie quando, ancora ebbri di gioia per la conquista del campionato, i vertici bianconeri e tutti i tifosi hanno ritenuto di poter celebrare il trentesimo successo della loro storia nell’italico torneo. Hanno subito colto la palla al volo, e dopo l’attimo di mestizia procurato dall’ inaspettata vittoria dei prescritti nel derby di Milano, nonostante lo scandaloso arbitraggio di Rizzoli (in altri tempi si sarebbero scatenati giornali, tv e parlamentari, se ci fosse stato di mezzo Moggi e la Juve)si sono immediatamente ringalluzziti ed hanno cominciato, con la consueta solerzia, a praticare il loro sport preferito: dagli allo juventino. Il motivo, a mio modesto parere, è molto semplice, ed è la ragione che mi rende ogni giorno sempre più orgoglioso di tifare per la vecchia Signora: in Italia ci sono juventini ed antijuventini, tertium non datur!! Tutta qui la questione. Per chi non conosce, o semplicemente, per convenienza (pensate ad un prescritto che prendesse piena contezza di quello che è venuto fuori a Napoli..da suicidio), non vuole approfondire la storia e i contenuti della farsa chiamata Calciopoli; le prove emerse al processo di Napoli e le motivazioni della sentenza emessa dal giudice Casoria, è evidente che il giudizio non possa essere che quello diffuso a piene “penne” tramite le testate di cui sopra. Ciò che mi stupisce e mi irrita è che questi formalisti d’accatto - quelli del “dura lex sed lex” - vengono fuori solo quando c’è di mezzo la Juve. Allorché, invece, si devono affrontare questioni come i passaporti falsi, i bilanci alterati, le intercettazioni nascoste che hanno permesso all’interista G.Rossi di regalare lo scudo della vergogna alla seconda squadra di Milano, le attività di spionaggio industriale contro le concorrenti, e così via, solo allora diventano tutti fantasticamente garantisti, meno attenti e meno rigidi. Dalle mie parti si chiama ipocrisia. Io la chiamo, più semplicemente, partigianeria o “sentimento popolare”. Già, perché tutti dimenticano che la Juve è stata condannata sulla base di un principio meta-fisico,sociologico, come quello poc’anzi accennato – esegesi finale ed epitaffio indelebile, proclamato a gran voce dal giudice Sandulli all’esito di un procedimento pseudo giurisdizionale, quello sportivo, che definire ridicolo, oltre che contro ogni regola basilare del diritto, è poco – al contrario, in un processo vero, con prove acquisite con il più alto grado di garanzia concessa dal nostro ordinamento, la società è stata assolta da una pronuncia che ha dato rilievo a verità alquanto imbarazzanti, affermando a chiare lettere che non vi è nessuna prova di campionati, partite e sorteggi alterati. Pertanto, affinché non si voglia arrivare al Summum ius, summa iniura, anche se la citazione, a ben vedere, è impropria, in quanto il processo sommario subito dalla Juve nel 2006 è già un’ ingiustizia somma, i fatti, il campo, ciò che nel calcio conta veramente, lasciano trasparire una verità sostanziale a cui nessun Guido Rossi, nessun Sconcerti, Crosetti o Monti potranno mai opporsi: la verità che gli scudi vinti dalla Juventus sono 30 e le stelle accese nel cielo infinito della nostra storia centenaria sono tre. Ma soprattutto ci danno la forza e la speranza di credere che prima o poi giustizia venga fatta. P.s. Sia ben chiaro a tutti un concetto: che nessuno, juventini e non, formalisti e giustizialisti a corrente alternata, prescritti e meanisti con i loro amichetti in FGCI, pensi, anche solo per un attimo, che una vittoria – l’ennesima nella nostra storia - per quanto eclatante e goduriosa come quella di domenica scorsa, fosse anche una finale di Champions vinta contro il Barca, possa lenire e rimarginare la ferita indegna infertaci nel 2006. Nessuno!!
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