Il titolo n trenta é vinto,ora possiamo dirlo... In realta' lo potevamo dire anche sette giorni fa dopo Cagliari-Juventus in quel di Trieste, lo so, ma a me piace, comunque dirlo, o ribadirlo, alla fine...Come sempre ci ho messo un po' prima di realizzare il tutto.
Domenica l'altra ho gioito, goduto ma era tutto dentro, o quasi. La gioia interiore fortissima, ed esternarla tutta non era facile, interiorizzare e' al mia specialita'...poi col tempo la faccio correre attorno a me e verso tutti quelli che mi stanno vicino....Sono fatto così. Anche dopo un torneo, una bella partita, un campionato vinto, esultavo ero felice, ma tutto mi restava dentro. Ridevo in me, poi dopo con gli altri...
Domenica scorsa ho pensato a sei anni fa': a Rimini....a quel Rimini-Juventus. A quel clima surreale, a quella partita vissuta nel bunker bianconero del club. Tutto pronto per vedere la Juve, per me era la prima volta li, e sarebbe stata quell'anno una delle poche, visto che mi abbonai a quell'anno di penitenza immeritata.
I giocatori in campo. Mancano tanti campioni. Lo sapevamo che erano da tempo andati via, avevamo visto le amichevoli giocate a San Siro contro Milan e Prescritti ( allora solo Onesti), con la squadra schierare tanti giovani, troppi anche per un amichevole. Giovani che lottavano guidati da un tecnico che la Juve aveva fatto grande da giocatore. Il tutto mentre "la Societa'" alzava bandiera bianca, ritirava il ricorso al tar e si prostava e prestava a qualsiasi angheria volessero farle tutti i suoi nemici( non la giustizia, i Nemici, perche' loro furono a farci tutto quel male, la giustizia non fece nulla in quel caso, non venne minimamente citata).
Mancavano tanti Campioni in quello stadio da serie C, al limite con l'amatoriale. Il clima assurdo nella saletta, pochi tifosi,il perchè molti, i più giovani, andarono la in quello stadio che chiamarlo stadio non ci ruscivano nemmeno i tifosi del Rimini. Pensavo all'amico che mi invitò quel giorno al suo matrimonio. Pensavo che tanto mi dispiaceva non essere andato, ma non avrei fatto altrimenti, non ci sarei mai riuscito e intanto le saudre scendono in campo. Guardo le maglie, nere, senza scudetti, disadorne, sembrano quasi divise scolorite e usate, date ad un esercito sconfitto, che però di sconfitte non ne subi mai, anzi vinse sempre. Solo l'invidia fece rallentare la sua corsa, con l'intento di annientarlo, ma non ci riuscirono, e sebbene annichilito, disarmato e avvilito, era li.
Poi scorgo sulla maglia il distintivo ineguagliabile della Juventus, la malinconia passa, lo scorgo su una maglia, mi concentro sul giocatore, lo vedo lo inquadrano quasi ( riprese da interregionale, miste alla mia realtà surreale), lo guardo é quello del capitano, serio, orgoglioso con lo sguardo attento e pronto a giocare una nuova partita a combattere una nuova guerra e soprattutto a vincerla come deve fare un vero Juventino. E' Del Piero, lo stesso che aveva fatto vincere a questa socità di tutto e di più. Poi scorgo anche gli altri eroi che pur da Campioni gli stanno a fianco in quella giornata "difficile", ma li scorgo dopo, a me bastava vedere il suo sguardo, a me è bastato, e da li mi son detto: "ok si ricomincia, piu' forti di prima". |