Dal Palazzo di vetro di Palombo al tetro comunicato di Palazzi il passo è breve. I sei anni che dividono l'articolo che sulla Gazzetta anticipò Farsopoli dal provvedimento con cui viene deferito Antonio Conte non hanno portato novità. L'evoluzione della specie la registriamo solo alla voce Agnelli - Elkann. Si passa da "Siamo vicini alla squadra e all'allenatore" sintesi della futura scellerata politica societaria, a "Non lasceremo soli i nostri tesserati", scelta più coraggiosa e matura, ma il popolo del web non avrebbe accettato altri atteggiamenti filo-cobolliani.
A questo sono servite le notti "a leggere le carte" di una giustizia (sportiva e non) che pare lontana anni luce dal mondo in chiaroscuro del Dio Pallone. "Si scelgano giudici che non sanno di calcio" fu detto in primis; mai errore più grosso. Si può andare a punire l'etica di un gioco in cui esiste l'intervento scorretto, ma "di mestiere" o "di esperienza", cioè fatto in maniera talmente furba che l'arbitro non può fischiare? Il calcio è un gioco imperfetto, dove vince il più furbo oltre che il più forte e chi ha Ibrahimovic. C'è chi è più furbo nel palazzo, chi in campo, chi si sentiva furbo ma non lo era forse poi tanto.
Palazzi si è trovato in mano un asso. Ha promesso, ha ottenuto. Ha puntellato qua e là la sua teoria, arruolando e sdoganando pentiti come novelli De Santis. Ci manca solo un investigatore che dica che il Milan non ha televisioni e la sensazione di dejavu è completa. Non ci resta che sperare che si vada alla battaglia, quella vera, legale s'intende.
Venire a patti con la giustizia sportiva è accettarne le storture e le prevaricazioni. La stessa giustizia che affossò la Juve con l'illecito strutturato adesso la prende di mira col presunto illecito di altre squadre, visto che i Conte, Bonucci, Pepe e compagnia militavano in altre formazioni all'epoca dei fatti. Questa è la giustizia sportiva: un ordinamento ad uso e consumo di chi accusa, che vorrebbe il potere di quella ordinaria ma non le garanzie, un'istituzione molle e malleabile, piegata ai giochi di potere. "Sterilizzare l'ambiente", mai parole furono più adatte.
Ammesso che si possa sterilizzare un morto. Perchè questa giustizia sportiva è defunta. Buona solo per nascondersi dietro e dire che se ne occupava lei. |