Uno degli interrogativi che, nelle discussioni televisive o da bar, viene mosso dai fedelissimi di Palazzi, ovvero da quei giornalisti che fanno il tifo sfrenato per il procuratore federale, a qugli juventini che lamentano un certo accanimento da parte delle istituzioni sportive nei confronti della juve è questo: "vuoi forse insinuare che Palazzi è in malafede?" e tanto basta per mettere a tacere il povero interlocutore. Orbene, mi chiedo dove stia la difficoltà a rispondere affermativamente. C'è ancora qualcuno tra noi che pensa che l'amministrazione della giustizia sportiva nel 2006 sia stata equanime, equilibrata, non animata da intenti persecutori?
Nel 2006. a fronte di condotte assai diffuse e nient'affatto sbalorditive (c'era qualcuno che dubitasse che i dirigenti sportivi avessero l'abitudine di chiamare con una certa abitualità i responsabili arbitrali e federali?) vennero irrogate sanzioni draconiane in una sola direzione e condonate decine di condotte probabilmente più gravi. Ricordo ad esempio come da una conversazione telefonica tra Meani e Collina emergesse un accordo tra i due volto a fissare un appuntamento tra i due, con la partecipazione di Galliani, all'interno del ristorante del Meani la sera in cui era nel turno di chiusura.
Il fatto era a mio avviso molto grave, intanto per l'eccessiva familiarità di rapporti che l'arbitro e prossimo designatore Collina intratteneva con la dirigenza milanista e per la voluta clandestinità dell'incontro, chiaro sintomo dell'illegittimità dei fini perseguiti. Detta telefonata non è stata trovata a babbo morto dai legali di Moggi, ma era emersa sui giornali già nel 2006. La Procura Federale, così occhiuta nel vedere il marcio ovunque, non ha avuto nulla da contestare al pelato di Viareggio. Gli esempi potrebbero essere centinaia, dal 2006 la disparità di trattamento e l'arbitrarietà sono diventate le modalità espressive abituali della procura federale e della giusitizia sportiva. Tutto inizia con la nomina di Palazzi che è evidentemente la causa efficiente di tanta iniquità.
Se perfino la società Juventus si dice convinta che in Figc si pratichi disparità di trattamento tra gli associati, tanto da intentarle un procedimento avanti la magistratura ordinaria, come si fa a ritenere il dr. Stefano Palazzi estraneo a queste dinamiche discriminatorie? Invece di mandare un pool di avvocati a pietire patteggiamenti, facessero l'unica battaglia che vale la pena di fare, quella per la cacciata di questo mestatore. |