Al termine del 2° grado di giudizio e delle motivazioni pubblicate in fretta e furia, forse per rimediare alla infelice uscita di Sandulli, forse per controbattere in diretta alla prevedibile sfuriata di Conte, viene da domandarsi chi siano in questa rappresentazione un po' drammatica e un po' farsesca, i VINCITORI e i VINTI, anche se per l'esito finale si devono ancora giocare i supplementari (Tnas).
Cominciamo dai Vincitori. Sicuramente Conte, anche se l'affermazione può sembrare strana perché gli hanno confermato i 10 mesi di squalifica. In realtà per uno dei due capi d'accusa è stato prosciolto (l'omessa denuncia per Novara-Siena) e questo ha praticamente demolito la credibilità di Pippo Pappa e Ciccia. Inoltre Conte, oggi, non appare più il mostro che per il solo fatto di essere l'allenatore dell'odiata Juve rappresenta il peggio del mondo del calcio. Oggi Antonio per i più appare ben più vittima che colpevole e questo grazie alla sconclusionata e contraddittoria montatura dell'accusa ma anche al coraggio con cui ha urlato la sua innocenza al mondo intero. Sicuramente Alessio e non solo per la diminuzione della pena. Angelo con poche semplici e umili parole ha messo alla berlina i metodi della procura: "non so perché sono qui, non so perché mi hanno squalificato, nessuno mi ha sentito". Sembra il resoconto dei processi di Beria. Sicuramente gli avvocati di Conte, De Renzis e Buongiorno, che hanno smontato una delle colpe attribuite a Conte e posto le basi per demolire, con una memoria ben articolata, l'unica rimasta in essere. Infine l'avv. Chiappero perché finalmente abbiamo visto qualcuno che rappresenta la compassata dirigenza uscire dai gangheri e cantarle chiare senza peli sulla lingua.
Veniamo ai Vinti. Dire della Giustizia Sportiva è come sparare sulla Croce Rossa. Nessuno, neppure i pennivendoli più faziosi nega che la Gs debba essere riformata dalle radici perché così non funziona e assicura tutto tranne che ciò che dovrebbe garantire: la giustizia, appunto. Sicuramente è un vinto Palazzi. Dopo la figuraccia col patteggiamento di Conte, da lui proposto e respinto dai giudici di 1° grado, ha cercato di rifarsi una faccia chiedendo condanne esemplari. A Conte hanno dato 10 mesi sui 15 richiesti, Bonucci e Pepe prosciolti contro i 42 e 12 mesi rispettivamente richiesti, i bolognesi uno prosciolto e l'altro condannato, diciamo così, simbolicamente. Ma non è finita. I suoi ricorsi sono stati tutti respinti in secondo grado, dove se ne è tornato a casa con le pive nel sacco. Ed ancora, i suoi amici pentiti, Masiello e Pippo, sconfessati uno nel primo e l'altro nel secondo grado. Per finire l'intervista di Mastronunzio che evidenzia le storture e le omissioni con le quali si cerca di incolpare Conte per la sua presunta estromissione dai titolari del Siena. A pensarci bene anche Mastronunzio andrebbe inserito fra i vincitori perché non è caduto nel tranello del "di quello che voglio io e ti alleggerisco la pena". Vinto è chi ha consigliato, anzi ha costretto, Conte al patteggiamento, pensando di più all'interesse immediato della Società che non alla faccia che metteva in gioco. Vinto e perdente è il capo del Coni perché fa appelli a senso unico. Non si accorge questo signore che la credibilità dello sport è minata molto più dall'assurdità di certe sentenze che dal grido "vergogna, vergogna" di Antonio Conte o dal "caccia alle streghe" di Andrea Agnelli. Vinto e perdente è per gli stessi motivi il capo della Federcalcio. Vinta è quella larga fetta di stampa e di Tv che nel dare, spesso in anticipo sui giudici, notizie di condanna, si è trovata per amore di audience a modificare il tono, a raccontare sia pur controvoglia dell'enorme impatto che la conferenza stampa di Conte & C. ha avuto su chi ha occhi orecchie e cervello per vedere sentire e capire.
E siccome, come dicevo, ci sono ancora i tempi supplementari, sono curioso di vedere quali e quanti, fra i vinti, faranno al fischio finale il salto della quaglia.
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