L'ennesimo editoriale di Travaglio in "leggera" polemica nei confronti della Juve mi coglie impreparato come il sorgere del sole al mattino. Leggerlo è come sentire le estrazioni del lotto senza aver giocato: il piacere di sentir dare i numeri.
Una volta, almeno, per trovare delle pecche negli scritti di colui che legge le carte si doveva penare. Oggi, acquisita la patente di saggio e inconfutabile, non se ne preoccupa più, evidentemente. E' lui il vero Dio, non Carobbio, per buona pace dell'Avvocato Bongiorno. Perchè la sua parola è dogma. L'ha detto Travaglio, quindi non c'è bisogno di verifiche. Allora può permettersi di dire che " negli anni bui di Calciopoli, la Juventus manipolava arbitri e campionati.." dimenticandosi delle motivazioni della sentenza di Napoli, che dicono testualmente che il campionato oggetto di indagine, il 2004/2005, era regolare.
Il meteo prevede querele, speriamo che ci prenda stavolta. Le evidenti contraddizioni della giustizia sportiva, evidenziate udite udite anche dalla Gazzetta dello Sport, a lui non interessano. Lui è la Regina di Cuori di Alice, quella per cui il senso di giustizia è quel "Tagliatele la testa" tanto fuori luogo da essere risibile, buono per qualche migliaio di "mi piace" sui social network, collante di tutto ciò che è contro qualcosa o qualcuno. Contro Berlusconi, contro Moggi, contro la Juve.
Eccola la "caccia alle streghe" di Andrea Agnelli, ecco il mostro da esorcizzare e buttare in prima pagina. Travaglio fa da megafono all'odio del popolino che non vuole guardare più in la del suo naso, è il raccoglitore delle maldicenze delle comari sulla Contessa, perchè se la Contessa è bella e ricca, almeno abbia a essere zoccola. Tanto più che i guai di suo marito, il Conte, sembran fatti a posta per affossare lei. |