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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Johnny Guitar del 05/09/2012 13:07:37
L'assoluzione l'unica risposta per Conte
E' un bel dilemma per Conte, se cercavano di rovinargli la vita (la carriera non ce la faranno), ci sono riusciti benissimo. Mascalzoni.
Niente sarà come prima per il nostro coach, pure ammettendo una forte riduzione della pena.
Perché non è questa la soluzione che cerca Conte. D'altra parte, se rifiuta lo sconto, Conte priverà la squadra del suo fondamentale apporto in panchina e questo qualche imbarazzo glielo procurerà.
L'ingaggio di De Renzis e della Bongiorno, avvocati di grande levatura professionale e di rimarchevole impegno economico per Conte, credete sia stata una mossa mirata all'obiettivo minimo, cioè uno sconto di qualche mese?
L'intento di Conte è chiaro, non lascia adito a dubbi, vuole arrivare ad un'assoluzione piena, l'unica soluzione a cui ambisce per non portarsi dietro per tutta la carriera , la lettera scarlatta del disonesto scolpita a fuoco nell'anima, che non si periteranno di rinfacciargli ad ogni momento. Il sentimento popolare non va troppo per il sottile quando si tratta del crucifige alla Juventus.
Chiappero lo sa bene, spiaccicato contro il muro quando si provò a convincere Conte su una nuova ipotesi di patteggiamento.
Dunque, o assoluzione, o si va avanti in ogni sede fino all'invitabile assoluzione.
Ho detto inevitabile, avete capito bene; anche i media dai titoli ammorbiditi degli ultimi tempi lo hanno capito e questo è un sintomo molto incoraggiante per chi crede nell'assoluzione.
Tanti e notevoli i fattori in gioco che supportano questa ipotesi a cominciare dalla pochezza imbarazzante delle motivazioni e dai contrasti interni alla Federazione fra Procura e organi giudicanti.
Il fattore Mastronunzio, ad esempio, è stato il granello di sabbia che ha inceppato, senza rimedio, il meccanismo messo in moto, molto maldestramente, da Palazzi per incastrare Conte.
Smontata, senza soverchia fatica per gli avvocati, quella vistosa anomalia procedurale, crolla tutto l'impianto accusatorio.
Poi ci sarebbe da mettere in conto il fattore politico-partitico, quello che nel momento topico delle sentenze fra sentire la sua voce interessata a fini poco nobili, come quando si tratta di penalizzare la Juventus per via diretta o indiretta, usando il suo tecnico come in questo caso.
E tuttavia, da ottimista quale sono, per dirla con Eraclito, "Non ci si può bagnare due volte nella stessa acqua del fiume, perché l'acqua non è più la medesima e anche noi siamo cambiati".
Fuor di metafora, il 2006 non può ripetersi. Tanto per dirne una, un Sandulli che fa il gradasso commentando compiaciuto , davanti a millanta riflettori accesi, la sentenza di un processo ancora in corso e in cui è membro del Collegio giudicante, ha dovuto subire l'onta del deferimento.
Qualche anno fa non sarebbe successo.
 
 
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