Saranno tutti al corrente della triste vicenda che magistralmente Franco Kafka descrisse forse nella sua più nota opera letteraria, in cui un commesso viaggiatore gradualmente si trasforma, con rispettiva disperazione e disagio interiore, in un gigantesco scarafaggione, e, mentre dapprima viene da tutti aiutato nella sua disgrazia con intensa partecipazione emotiva, seppure con disgusto, alla fine, con la sua morte, tutto ritorna nel dimenticatoio dell’indifferenza e alla vita quotidiana.
Di questi tempi però pare che si verifichi il contrario!
Scarrafoni enormi, viscidi e nauseanti, vengono trasformati in esseri umani e spargono veleni per il loro tornaconto. E alcuni, i peggiori, per evidenti motivi, direttamente o indirettamente, avendo anche l’accesso ai mezzi di comunicazione di massa, procurano i danni peggiori!
Il letame che producono, di cui si nutrono e sono ghiotti per la propria naturale alimentazione, viene gettato a palate su coloro che intendono colpire affinché, come loro, emanino un olezzo nauseabondo e rivoltante e la loro immagine sia sporcata con soddisfazione di tanti, evidentemente loro affini.
Come fare per distinguere la provenienza della fetida poltiglia filamentosa che diffondono cercando di coinvolgere altri al loro destino stercorario?
Qui ci viene incontro mister Seneca, di professione filosofo, poeta e, a tempo perso, commediografo; il quale vivendo in un periodo storico in cui gli umani avevano altri e più elevati interessi che non la partecipazione al Grande Fratello o alle demenzialità di questa epoca, in una sua opera scrisse una frase, diventata caposaldo della ricerca investigativa di ogni tempo per individuare il movente e che viene usato da sempre dalle polizie di tutto il mondo per la sua pratica efficacia: COLUI AL QUALE IL CRIMINE PORTA VANTAGGIO, L’HA COMPIUTO.
Dalla calunnia all’omicidio, passando per la politica, per valli e Monti, per Palazzi e Abeti, quindi, il cui prodest è una bussola preziosa per orientarci nella vita e chiarirne i misteri.
Di certe leggi politiche e provvedimenti varati in nome degli immortali prìncipi, ad esempio, basta chiederci: “Cui prodest? A chi giova?” E scopriremo quali interessi di parte o di corporazione si celano sotto il manto delle supreme idealità.
(la kappa in più, al posto della effe, non è un refuso, cioè un errore di stampa, bensì un prodotto anche se maleodorante) |