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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di vito Cavarretta del 05/11/2012 16:32:53
Nave senza nocchiero in gran tempesta
Già lo scorso anno avevamo avuto la piena prova dell'incapacità della nostra società di supportare e tutelare la squadra dagli attacchi provenienti dall'esterno e che, anche dopo l'avvicendamento di Blanc & co., nessun tipo di riorganizzazione è stata data all'annoso problema delle relazioni esterne e della comunicazione.
Quando, dopo anni di irrilevanza agonistica, anni nei quali era possibile subire ogni tipo di sopruso arbitrale senza battere ciglio, o, al massimo, limitandosi a scrivere una letterina di compunte rimostranze, ci siamo finalmente decisi a costruire una squadra più competitiva, abbiamo comunque lasciato irrisolto il problema nodale dei rapporti con i media e con le altre componenti del mondo del calcio.

Allorchè la Juve si ritrovò in testa alla classifica del tutto inaspettatamente, confinando nella posizione di rincalzo il favoritissimo Milan, tutti i maggiorenti dei media nemici e del mondo del calcio pensavano ad un fuoco di paglia di una squadra che, guidata da un allenatore esordiente in serie A, si sarebbe fisiologicamente dissolta alle prime difficoltà, tanto più perchè mancante di giocatori di prima grandezza.

Il grande Milan, seppure assai poco convincente sotto il profilo del gioco, era tenuto a galla da un rigore a partita, mentre, per converso la pareggite della Juve era favorita da arbitraggi costantemente contrari. Il giorno dello scontro diretto, a seguito del famigerato gol di Muntari, ne abbiamo viste di tutti i colori: insulti a Conte e alla squadra dal massimo dirigente del Milan, i giornali e le televisioni hanno martellato incessantemente su questo episodio e su un presunto favore della categoria arbitrale verso la Juve, Conte è diventato il bersaglio costante dei manganellatori di regime. Ogni sua conferenza stampa un'aggressione, ogni dichiarazione un pretesto per rinfocolare le polemiche.

Sappiamo che nella settimana successiva al "gol di Muntari" e all'aspro diverbio avuto da Conte con l'a d del Milan, guarda caso (!), Carobbio si ricorda che nel mare di partite che si è venduto ce n'è una non venduta ma della quale sente di doverne parlare con la procura federale, giusto per dire che il risultato concordato di quella partita era stato portato a conoscenza di Conte.

La primavera 2012 e la volata scudetto sono connotate da continue illazioni sulla vicenda giudiziaria, c'è una dissennata perquisizione domiciliare a casa del nostro allenatore che ancor oggi grida vendetta.
Il Milan si scioglie e perde per distacco, ma i venti della calunnia e della diffamazione soffiano inarrestabili. Tutti i tesserati che la Juve ha negli anni acquistato da Bari, Siena, Udinese sono coinvolti in imperscrutabili, torbide e lontane vicende riconducibili al calcioscommesse, tutti costoro verranno processati in tempi serrati dalla giustizia sportiva, i procedimenti di tutti gli altri rinviati a data da destinarsi.

Neanche la pausa della nazionale consente di tirare il fiato; Buffon è quotidianamente preso di mira per via di generiche accuse relative al suo vizio del gioco; la nazionale va avanti, ma solo per merito dei giocatori delle altre squadre, gli 8 juventini sono presenti solo per fare numero. Poi la supercoppa nazionale e le lacrime napulitane, poi altre polemiche per il trattamento preferenziale avuto dagli juventini in nazionale, il rigore con espulsione di Udine, la schifezza di Catania e l'allusione ai poteri nefasti della panchina della Juve sulla compagine arbitrale, per finire a Juve-Inter.

Da semplice tifoso sono stanco, anzi esausto, per questo stillicidio che, con tutta evidenza, potrebbe cessare solo se la Juve decidesse di scomparire.
Mi chiedo come se la possano passare i calciatori, lo staff tecnico e tutti i membri della squadra di fronte e questa ininterrotta delegittimazione, diffamazione, calunnia.

L'anno passato era Conte il condottiero che prendeva la parola a difesa dei suoi pretoriani, oggi tutta la squadra non ha alcun punto di riferimento. Una volta ogni bimestre il presidente Agnelli rende delle dichiarazioni sulle storture del nostro calcio e immediatamente si mobilita un fronte compatto che va da Petrucci a l'ultimo dei gazzettieri prezzolati, passando ovviamente per il principe dei prescritti, il petroliere, flantropo, ecologista, legalitario. Gli interventi di Marotta fanno rimpiangere i suoi silenzi.

Conte è ridotto all'impotenza, Alessio è l'immagine personificata dell'impotenza stessa, i calciatori non possono scendere in campo gravati di tante tare psicologiche nè possono sfogarsi scendendo in polemica contro i massimi sistemi. La società si è accorta di tutto questo? Si accorge che nella squadra si avvertono evidenti segni di scollamento morale?
In Corso Galfer pensano che una squadra con l'allenatore ridotto al silenzio e all'esilio possa ancora a lungo resistere a questo fuoco di fila o hanno qualche idea?

L'ingresso dell'aggressivo avv. Bongiorno all'interno della compagine sociale è una mera operazione di facciata o è volta a porre rimedio a questa situazione di minorata difesa? Per quanto attiene al rendimento della squadra è dall'inizio del campionato che lo trovo insoddisfacente, non tanto per i risultati, quanto per il gioco.
La squadra va perdendo colpi in termini di autostima e di autorevolezza in campo e i risultati sono spesso venuti al di là dei meriti. Nella squadra comincia a non vedersi più la catena di comando e la spina dorsale e la partita con la preposizione ne è l'esempio più evidente.
 
 
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