“Dobbiamo tenere alto il boccino sul fronte della cultura sportiva, fatta di serenità, di rispetto delle regole, di entusiasmo e ottimismo. Siamo pronti ad accettare le critiche, dobbiamo avere la capacità di trasferire una dimensione che dia segnali di positività, dobbiamo essere un sistema che trasferisca valori, speranza e ottimismo” . Giancarlo Abete.
Al di là delle dichiarazioni ad effetto - rilasciate a più riprese - a cui ci ha abituato il presidente della Figc, resta veramente sconcertante la totale mancanza di collegamento alla realtà. Non capisco se gli slogan presenti anche in queste poche righe, siano semplicemente un modo di fare marketing o un disperato tentativo di dare credibilità ad un realtà calcistica che, piaccia o non piaccia, non esiste più.
Parlare di cultura calcistica e di rispetto delle regole, oltre ad essere un azzardo, oggi come oggi potrebbe essere intesa come un vero e proprio affronto. Siamo testimoni della giustizia sportiva dei “due pesi e due misure”; siamo stati vittime della caccia allo juventino (altro che serenità!), degenerata spesso anche in episodi violenti; assistiamo giorno dopo giorno alla perdita di entusiasmo verso uno sport che in passato rappresentava un’identità nazionale e che oggi offre uno spettacolo più simile al wrestling (altro che entusiasmo ed ottimismo!).
Quello che più mi preoccupa è che il sistema che si sta facendo garante di questi messaggi, finisca prima o poi per demonizzare ancora di più un ambiente talmente saturo di situazioni sospese, finto e macchinoso che porta diretti alla totale anarchia.
Sarebbe opportuno, proprio per dare valore alle parole, arrivare attraverso i fatti a dimostrare la volontà di voler veramente far abbracciare a tutti una cultura sportiva.
Ad oggi, nonostante le belle parole, Giancarlo Abete ha predicato bene ma razzolato male, e lo stato comatoso del nostro calcio è lì a testimoniarlo!
|