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Farsopoli di P. CICCONOFRI del 16/09/2010 14:29:02
Acquisite tutte le intercettazioni di calciopoli

 

Dopo quattro anni (finalmente!) la Figc ha confermato di aver acquisito tutte le intercettazioni di calciopoli. E’ quel “tutte” che già rappresenta il limite stesso (o il paradosso) della situazione, mettendo in evidenza uno spaccato (quello che 2006) indirizzato, come ben sappiamo, a colpire solo quello che era nelle mire del potere, quello vero.

Sono 170.000 le telefonate che la Figc ha intenzione di trascrivere, comprese quelle legate all’indagine del pm Guariniello di Torino che, subito dopo l’archiviazione, furono trasmesse agli uffici romani dal procuratore Maddalena e li sono rimaste senza nessun riscontro.

Ricordiamo come, con le novità arrivate soltanto tardivamente dal processo di Napoli, proprio per la mancanza di un’indagine a 360 gradi nell'estate del 2006 – forse nelle intenzioni di chi ha voluto calciopoli - non è stato possibile contestualizzare le intercettazioni legate al primo filone dello scandalo nel momento in cui avrebbero potuto rappresentare una realtà completamente diversa stravolgendo di conseguenza, i verdetti della giustizia sportiva.

La realtà di oggi è chiara tanto da essere sufficiente, da subito e senza attendere la trascrizione di tutte le telefonate (saranno necessari anni) per fare un primo passo: togliere lo scudetto assegnato all’inter dai saggi di Guido Rossi, perché come ci hanno insegnato nel 2006, alla giustizia sportiva basta il sospetto per agire (la Juventus è stata condannata prima ancora della richiesta di rinvio a giudizio), ma qui siamo già un passo avanti e più che di sospetto si può tranquillamente parlare di certezze.

Ricordiamo che la Juventus di Andrea Agnelli, ha presentato un esposto chiedendo la revoca del titolo assegnato all’inter e il deferimento per le società coinvolte nelle intercettazioni rese note nell'ultimo periodo; riporto un passaggio: «È dunque evidente, ad avviso della società esponente, che non sussiste il presupposto della “assenza dei comportamenti poco limpidi” che ha (erroneamente) indotto all’assunzione della decisione di assegnazione del titolo di campione d’Italia 2005/2006 alla società prima classificata all’esito delle penalizzazioni delle altre», precisando «con salvezza di ogni ulteriore azione e diritto, nonché di ulteriormente produrre e dedurre a supporto del presente esposto». Notizia degli ultimi giorni è proprio quella che, la Juventus è pronta a produrre alla Figc, integrando l’esposto, una selezione di trascrizioni già disposte dal Tribunale di Napoli.

Ricordiamo inoltre che l’illustre presidente Abete, all’indomani della presentazione dell’esposto teneva a precisare, mettendo le mani avanti come suo solito: «Come le decisioni prese dal commissario (Guido Rossi) si basavano su indagini di organi di giustizia sportiva deliberanti, così, in questo caso, l'iter della Procura deve essere ancora effettuato. È inutile lavorare sui brogliacci o porsi problemi esistenziali sulle voci delle singole intercettazioni. Bisogna aspettare i risultati conclusivi della perizia del tribunale di Napoli, che ha dato tempo 60 giorni e lasciare che si completi l'iter della giustizia ordinaria». Circostanza questa che si presta ad un ulteriore rinvio della decisione, in attesa appunto dell'esito del processo penale di Napoli.

Anche Giulemanidallajuve ha esortato, con missiva del 3 giugno2010, a seguito di tutte le novità scaturite dai vari procedimenti di Giustizia Ordinaria, la Figc, mediante provvedimento in autotutela, alla revocazione dei provvedimenti sportivi dell’estate 2006 con conseguente riammissione al titolo di campione d’Italia 2004/2005 e 2005/2006 per la società Juventus, diffidando il Procuratore Federale, Dott. Stefano Palazzi, ad intraprendere tutte le opportune e doverose iniziative al fine di verificare le discutibili posizioni riconducibili ad altri club di calcio. In mancanza, l’Associazione adirà le competenti autorità giudiziarie ed amministrative.

Avere fiducia nella giustizia sportiva e negli organi che la rappresentano è impossibile, vista la totale mancanza di uniformità nei giudizi fin qui emessi, ma è altrettanto reale credere che, in presenza di fatti e circostanze oramai certi anche secondo i canoni richiesti, il super procuratore Palazzi e l’illustre presidente Abete, abbiamo la decenza di non palesare nuovamente quel protezionismo ad oltranza ben indirizzato, che è stato il loro marchio di fabbrica.

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