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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di M. VIGHI del 02/12/2008 22:00:47
Alla ricerca della visibilità

 

I media più potenti, televisioni e giornali, ci hanno dunque isolati in un silenzio assordante, fatte salve le rare eccezioni citate in più occasioni.
Contestualmente, però, non subisce nessuna inflessione il nostro bisogno di far sentire la nostra voce, e di far conoscere la nostra associazione, accogliere nuovi amici, ed allargare il più possibile contenuto, fonti ed esigenze di una vera e completa controinformazione.
Al contrario, anzi, questa impellenza è sempre più significativa: tanto più che il tempo ci gioca contro, giacché ogni giorno di più, per un istinto naturale, la gente tende a voler passare oltre, dimenticare, e guardare al futuro senza curarsi di ciò che vi sta alle spalle.
Una risposta a questa necessità è senza dubbio rappresentata dalla comparsa nelle librerie del nostro paese di un filone letterario fino al 2006, ovviamente, sconosciuto: la denuncia dello scandalo di farsopoli, eseguita da parte di fratelli juventini innegabilmente dotati di fine intelligenza, spirito d’inchiesta, voglia di approfondimento e di verità, e tanta buona volontà e amore per la nostra squadra.
Come disse, Jules Renard, scrittore francese della fine del diciannovesimo secolo, “scrivere è un modo di parlare senza essere interrotti”.
E’ questa la genesi dei lavori di Emilio Cambiaghi, Pasta e Sironi, Antonello Oggiano, e, più recentemente, Massimo Zampini.
Uno splendido lavoro, ma che, per il momento, difetta, certamente non per colpa loro, di un limite per nulla trascurabile, e, soprattutto, che ha le stesse connotazioni ed origine del nostro: la visibilità e la ristretta diffusione.
Non si può dire, relativamente a quelli che hanno trovato un editore e seguono la tipica filiera del commercio, che questi testi siano presenti in tutte le librerie.
Non si può dire che abbiano avuto pubblicità.
In definitiva, non sono né saranno mai best-sellers da spiaggia.
Eppure il debito nei loro confronti è già grande: quanti di noi quando entrano in libreria ne escono con in mano un libro di cui mai avevano sentito parlare, di autori altrettanto sconosciuti, solo perché ingolositi dalla copertina e dalla didascalia?
Come è accaduto più volte al sottoscritto, chissà a quanti. Ecco perché mi sento di poter affermare con certezza che il lavoro di questi nostri fratelli di tifo è senz’altro giunto nelle mani anche di chi non sospettava e di chi non fa parte della nostra associazione e in generale di quella grande famiglia in cui noi ci sentiamo appartenenti. E sono certo che ogni volta che è stato visionato quel lavoro, abbiamo potuto contare su uno sguardo in più aperto verso la verità e l’ostinazione di ricercarla.
E’ molto grazie a loro che il cerchio si è allargato.
Ma non ancora a sufficienza.
C’è però una cosa che chi non ci vuole bene non può impedirci.
Ed è la possibilità di farci conoscere e propagandare il nostro lavoro e le nostre idee attraverso il web, mezzo del quale ogni giorno di più scopriamo le potenzialità.
Antonio Molentino, nell’editoriale del 09/07/2007 intitolato “La voce dei forum e lo squadrismo”, già condivideva con noi le ragioni della scoperta di internet e di tanti suoi spazi, e le sue inesauribili risorse come sistema di comunicazione privo di censura, dove potersi informare, conoscere, associare. Uno strumento libero e democratico del quale tutti noi ci siamo avvalsi come mai in precedenza, per trovare quelle opportunità che gli altri media ci negavano.
Attraverso il nostro sito, il sito del team ju29ro, e le sezioni dedicate di alcuni grandi forum di tifosi juventini amici, possiamo annoverare una cospicua fonte di dossier di pura controinformazione accessibile a chiunque, liberamente e gratuitamente, voglia prenderne visione.
Ma anche in questo caso, per arrivarci, bisogna conoscerne l’esistenza ed ambire alla curiosità di accedervi.
Per queste ragioni, è fondamentale per tutti noi operare virtuosamente per la visibilità della nostra associazione e per la diffusione del dubbio e del sospetto su quanto accaduto nella estate 2006, a prescindere dalla scelta dello strumento con il quale operare.
Quanto all’utilizzo di internet, è evidente che i forum sulla juventus rappresentino la più ghiotta occasione di venire in contatto con migliaia di tifosi.
Non si nega la possibilità di riscontrare anche in quel contesto abili oratori che spacciano menzogne e rischiano di vanificare il nostro lavoro; Goethe sosteneva che “il vero oscurantismo non consiste nell'impedire la diffusione di ciò che è vero, chiaro ed utile, ma nel mettere in circolazione ciò che è falso”. Parole condivisibili, ma che non mutano la sostanza che su internet non ci possono mettere a tacere. Possiamo entrare nel contraddittorio. E ad incappare nell’errore e nella contraddizione possiamo star certi che cadrà chi predica il mendacio, e non certamente chi si batte per la verità.
E’ la priorità diffondere il dubbio verso la verità.
Il resto viene da sé: la conoscenza è potere, ma è l'entusiasmo che fa scattare l'interruttore.
Resta un’ultima riflessione.
Anche tra gli amici, così come nei forum, propagandare anche solamente il dubbio e il desiderio di conoscenza sui fatti realmente accaduti intorno alla nostra squadra del cuore, non è semplice. Anzi. Situazioni di muro a muro sono pressoché quotidiane.
Da dove nascono queste difficoltà?
Molte potrebbero essere le risposte, ma non possiamo sfuggire ad una certezza: quasi sempre, quando il dialogo non riesce a svilupparsi proficuamente, le colpe sono da addurre, dove con maggiore e dove con minore responsabilità, da entrambe le parti.
Non esiteremo a farci un costruttivo esame di coscienza.
Potremo avere sbagliato nei modi, nei toni, negli atteggiamenti, nel come avvicinare le persone. Chissà, forse saremo stati noiosi, o arroganti, o avremo spaventato il nostro interlocutore.
Forse un po’ di tutto ciò, o forse niente di tutto ciò, ma qualcos’altro che oggi ci sfugge.
Comunque, ce lo chiederemo.
Se invece tu che stai leggendo le parole di questo editoriale non sei un associato, ma un “semplice” tifoso juventino, magari ancora convinto di aver subito un vero processo e che la Juve fosse davvero da condannare alla serie B, allora, io ti prego, non sottrarti all’auspicabile riflessione individuale, ma chiediti anche tu se c’è un ostacolo al dialogo tra noi.
Perchè anch’io non ho abbracciato subito GLMDJ, ma ci sono arrivato dopo un po’.
E all’inizio, faticavo a credere.
La verità che mi avevano costruito davanti, era molto più comoda. E con tutti i problemi che la vita nel quotidiano propone, sforzarmi a comprendere ed approfondire gli argomenti capivo mi avrebbe comportato una certa fatica, e lesinavo.
Non sono riuscito a sottrarmi per molto però: la curiosità, la voglia di conoscenza, che in noi è innata, dopo poco ha prevalso.
Poteva bastarmi, e per un po’ di tempo è stato sufficiente. Fino a quando è arrivato il momento in cui ho sentito il bisogno, anche solo tramite il possesso di una tessera, di sentire più mia questa ricerca di verità, libertà e giustizia.
E oggi sono qua a scrivere.
Dov’è l’ostacolo tra noi?
Io mi assumerò la responsabilità di rispondermi, per quanto concerne la mia situazione.
Amico juventino che ci leggi, tu assumiti la tua.
Non perché te lo dico io.
Ma per la squadra che amiamo follemente fin da quando eravamo bambini.
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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