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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Udienze Processi di P. CICCONOFRI del 05/10/2010 14:13:22
Calciopoli. Teste G. Abete

 

Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste, Giancarlo Abete

Avvocato Prioreschi, difesa Moggi

Dopo la formula di rito Prioreschi chiede ad Abete di ripercorrere la sua carriera.

Prioreschi: «Nel 2000 era vice presidente e si era candidato alla presidenza..».
Abete: «Nel 2000 ero vice-presidente con il presidente Nizzola, ma a marzo 2006 scrissi una lettera al presidente Nizzola dicendo che, dal momento in cui intendevo candidarmi alla presidenza ritenevo opportuno dimettermi da vicepresidente; nel 2000.... mi sono dimesso dopo di che fu modificato lo statuto della federazione, furono fatte delle assemblee ad ottobre e a dicembre del 2000 che non ebbero esito positivo, la federazione fu commissariata, commissario il presidente Petrucci e sostanzialmente la federazione riprese la sua vita normale a fine dicembre del 2001 con l’elezione del presidente Carraro».
Prioreschi: «Veniamo più al periodo che interessa questo processo. Io le farei una domanda di carattere generale per darle modo così di spiegare bene..parliamo..periodo è il 2004, rinnovo della carica di Presidente della Federazione. Vorrei che lei spiegasse come si è arrivati alla Presidenza Carraro; lei ad un certo punto si candida poi rinuncia, se ci spiega come si sono svolti i fatti… poi magari io le faccio qualche domanda…».
Abete: «Eravamo al rinnovo quadriennale, che di solito avviene dopo i mondiali; .. nel 2004 io rappresentai, dopo gli europei, al presidente Carraro, la mia volontà di candidarmi perché volevo comunque trasferire una dimensione di autonomia sul versante delle scelte di politica sportiva (pur avendo un rapporto positivo con il Presidente Carraro) in termini di ruoli e nel contempo anche di lavoro effettuato durante il periodo di vice presidenza, però avevo delle posizioni di politica sportive diverse…. Avevamo ancora nel 2004 una normativa, una norma che poi è stata eliminata soltanto dopo il commissariamento (quindi nello statuto del 2007), che prevedeva la clausola di massimo consenso per cui occorreva avere, oltre che la maggioranza dei voti (un terzo dei voti di ciascuna componente), il che stava a significare da un punto di vista teorico che, con il 93,3% dei voti ponderati si poteva non essere eletti presidenti federali e questa era la norma vigente, perché la componente più piccola che aveva il diritto di veto era l’aia che era l’associazione allenatori con il 10%; occorreva perlomeno un terzo dei voti di ciascuna componente, quindi teoricamente uno aveva il 90% degli altri voti e il 3,3% dell’aia che quindi non un terzo.. era una situazione di totale assenza di una regola di rispetto delle maggioranza, quindi di fronte a questa posizione che già aveva portato nel 1996 e nel 2000 al commissariamento della federazione (perché il commissariamento … derivò dal fatto che esistevano diverse posizioni di politica sportiva ma che non era possibile far emergere una maggioranza in grado di vincere perché c’erano dei vincoli molti significati sul versante delle maggioranze), iniziò un percorso che poi aveva due sbocchi: o il confronto elettorale, in cui ognuno sperava di avere il maggior numero dei voti, ma ognuno aveva la consapevolezza che con quel tipo di norma nessuno sarebbe stato eletto presidente e quindi ci sarebbe stato per l’ennesima volta un commissariamento, oppure come avvenuto, prima un rinvio dell’assemblea che era stata fissata per dicembre a febbraio, poi un accordo fra varie componenti della federazione che dava luogo alla così detta staffetta e come tale una responsabilità amministrativa gestionale (io presiedevo il comitato di gestione della federazione) e poi all’impegno del presidente Carraro di dimettersi dopo i mondiali del 2006 e dopo la decisione sull’assegnazione l’assegnazione degli Europei 2012, per dar luogo al secondo biennio di mia presidenza. Ovviamente diciamo, nelle condizioni date, questo era un fatto pressoché obbligato perché l’alternativa era o non portare avanti delle posizioni di politica sportiva, o ogni volta che c’erano le elezioni determinare il commissariamento della federazione, perché io già con il Presidente Nizzola avevo avuto il 66% dei voti ponderati ma anche con il 66% dei voti ponderati non era stato possibile arrivare alla presidenza della federazione per la norma che prevedeva questa sorta di unanimità di fatto …».
Prioreschi: «Vorrei anche magari, se le è più preciso sull’accordo che ad un certo punto consente l’elezione di Carraro e in sostanza lei rinuncia alla candidatura: le riunioni, chi ha partecipato a questo accordo, se c’è stata un’interlocuzione diretta tra lei e Carraro in cui avete stabilito…».
Abete: «C’è stata l’interlocuzione diretta, ma il documento che è alla base di questo accordo, è un documento che è stato firmato da tutte le componenti della federazione, nel senso che i soggetti elettori erano: Lega nazionale Professionisti, Lega di serie C, Lega dilettanti, AIC, AIAC, erano tutti soggetti che rappresentavano l’assemblea elettorale..…».
Prioreschi: «Vi siete seduti attorno un tavolo ci spieghi..».
Abete: «Ci sono stati tutta un serie di contatti, alcuni bilaterali, tra le varie componenti, poi c’è stato un documento che è stato presentato e predisposto, c’è stato un incontro a Milano presso la sede della Lega nazionale professionisti in cui il Presidente Carraro ha significato l’accordo che si era raggiunto, questo documento è stato poi portato al Consiglio Federale validato da tutte le componenti ed è stato quello che è alla base dell’elezione del febbraio del 2005.. ».

L’invio della Casoria è quello di cercare di essere più specifici

Prioreschi spiega, che nell’imputazione di associazione si dice che questa fantomatica associazione aveva orientato e fatto si che Carraro fosse stato eletto Presidente in danno del Presidente Abete.
Prioreschi: «..Lei sostanzialmente é stato d’accordo e partecipe di questo accordo e ha ritirato la sua candidatura consentendo l’elezione di Carraro».
Abete: «Certo».
Prioreschi: «Quindi, se io le chiedo: l’elezione della Carraro è stata un’elezione condivisa e frutto di un accordo generale tra tutte le componenti della federazione, lo dico in senso ampio (lega, associazioni italiana calciatori, allenatori…), quale è la sua risposta?».
Abete: «E’ stata un’elezione condivisa dalle componenti e dal sottoscritto che hanno tranquillamente preso atto che le normative vigenti non consentivano nessun confronto democratico reale a livello di maggioranze, come si era già esplicitato nel 2000 (per cui prendere il 65% dei voti non aveva nessun significato) e quindi per evitare l’ennesima mortificazione della Federazione che già aveva avuto un commissariamento nel 1996 e nel 2000 e quindi come tale andava tranquillamente al nuovo commissariamento, perché era una situazione tecnica, si è deciso di individuare una situazione che ha determinato una condivisione di tutti i soggetti che naturalmente l’hanno sottoscritta».

Avvocato Gallinelli, difesa De Santis

Gallinelli: «Volevo chiederle se lei è al corrente del fatto - mi sembra che all’epoca era vicepresidente .. -2004 - di un rapporto di carattere economico contrattuale intercorso tra la Ing Direct (società olandese) e la Federazione Italiana Giuoco Calcio e l’associazione italiana arbitri, avente ad oggetto un progetto di sponsorizzazione denominato arbitro campione; se ne è al corrente, se può descriverci le modalità e i termini, anche economici di tale accordo».

Il pm Capuano non riesce a capire la pertinenza di questa domanda…e fa opposizione

Gallinelli spiega che sono domande attinenti rispetto al ruolo svolto…
Abete: «E’ un contratto, per altro oggetto di un riscontro documentale con interrogazione parlamentare, a cui è stato risposto nei giorni scorsi dal sottosegretario con delega allo sport..che fu fatto da questa società con l’AIA e con la Federazione. Se non ricordo male, prevedeva in qualche modo una sorta di sponsorizzazione da parte della società nei confronti dall’AIA. Le somme rinvenienti da questa sponsorizzazione, in parte furono finalizzate a rafforzare la formazione del mondo arbitrale, in parte affluirono nell’ambito della federazione (l’associazione italiana arbitri non ha una partita iva, non è un soggetto economico autonomo) …… Nell’ambito degli accordi che furono all’epoca effettuati su richiesta della società e condivisi dall’AIA, furono definite le modalità di valorizzazione anche in relazione agli arbitri che ovviamente prestavano la loro immagine».
Gallinelli: «Integrazione su questa domanda. Lei ricorda… è stato risposto in tempi recenti all’interrogazione parlamentare?».
Abete: «Pochi giorni fa».
Gallinelli: «Si ricorda quando venne fatta?».
Abete: «…Onorevole Boccia, penso avesse due anni e mezzo; datata due anni e mezzo..era molto ricca di richieste di informazioni, si collegava a vicende legate al contenzioso con Paparesta; la federazione ha riscontrato un anno un anno e mezzo fa, comunque dopo alcuni mesi; poi ho verificato che è stata oggetto di risposta in aula recentemente, però non ricordo esattamente quali sono stati………..».
Gallinelli: «Quali arbitri vennero prescelti per tale campagna promo pubblicitaria e con quali criteri vennero selezionati tali arbitri, si ricorda?».
Abete: «La selezione penso sia stata all’interno …Io ricordo Collina.. ma non è un argomento ovviamente su cui sono intervenuto in modo specifico».
Gallinelli: «C’era anche l’arbitro De Santis?».
Abete: «Forse.. si però non ho la certezza… erano tre, mi sembrano di ricordare ..4, fecero delle foto assieme però onestamente Collina…».
Gallinelli: «A proposito dell’arbitro Collina.. se mi può riferire i termini economici di tale accordo e se l’arbitro Collina ebbe a percepire delle somme in relazione a questa attività promo pubblicitarie.. ».
Abete: «Ricordo l’arbitro Collina per il semplice fatto dell’interrogazione fatta pochi giorni orsono e c’è stata l’opportunità di vederlo sui giornali… percepì circa 100.000, 00 euro..e riscontrato nell’interrogazione…».
Gallinelli: «Il rapporto con la Ing Direct… ».
Abete: «non ho mai conosciuto queste persone, era gestito dalla segreteria della federazione con l’AIA; non ho partecipato a queste trattative».
Gallinelli: «Si ricorda perché venne prescelto Collina per tale attività promo pubblicitaria?».
Abete: «Non so, ritengo per valutazione condivisa; era l’arbitro più rappresentativo e per 6 anni è stato valutato il miglior arbitro al mondo.. ».
Gallinelli: «A prescindere dal suo ricordo, sui nomi degli altri arbitri, lo stesso criterio valeva anche per gli altri arbitri?».
Abete: «Non so, non ho partecipato specificamente alla individuazione, lei sa che all’interno del mondo arbitrale, per lo meno esistono delle valutazioni..esiste l’aspettativa da parte dello sponsor… ma il perché si sia andati all’individuazione di queste persone anziché di altre egualmente professionali, onestamente non lo so».
Gallinelli: «Prendo atto del suo ricordo successivo… Settembre 2004 momento in cui venne stipulato tale accordo.. si ricorda come è emerso dall’ interrogazione parlamentare, la somma che ebbe a percepire l’arbitro Collina?».
Abete: «100.000 €..».
Gallinelli: «Si ricorda se gli altri arbitri.. venne percepito da Collina a seguito di un accordo a cui partecipò anche Collina?».
Abete: «Non lo so, non ho partecipato alle trattative».
Gallinelli: «E gli altri arbitri che parteciparono a questa campagna ebbero a percepire delle somme? ».
Abete: «Tutti gli arbitri, se non ricordo male, ebbero a percepire una certa somma.. non so se le somme erano differenziate oppure no».
Abete non lo sa, ricorda solo Collina perché questa ultima situazione è stata ravvivata dalla risposta data di recente all’interrogazione parlamentare.

Gallinelli: «Lei all’epoca era vicepresidente, ora presidente, le risulta se nell’anno 2006, fine anno 2006, il Signor Massimo De Santis ebbe a richiedere alla federazione, all’associazione italiana gioco calcio, l’accesso agli atti per verificare le modalità e i termini di tale accordo, perché partecipò a tale campagna pubblicitaria ma non percepì nessun compenso, fece istanza di accesso agli atti relativi a tale accordo e la federazione gli negò l’accesso».

L’avvocato produce il documento.
Abete ricorda che questi documenti (agosto 2006 - aprile 2007) non erano di sua competenza.

Gallinelli: «Poc’anzi ha detto che Collina venne prescelto per tale campagna, per il suo valore di arbitro, la sua esperienza…..lei si ricorda quali furono i criteri di selezione per l’arbitro De Santis per i mondiali in Germania del 2006? Perché è indicato l’arbitro De Santis?».
Abete: «Perché fu valutato un arbitro all’altezza di partecipare ad un mondiale».
Gallinelli: «Lei ebbe conoscenza di altre ragioni, altre motivazioni attese…sottese a tale designazione di De Santis come arbitro destinato..? ».
Abete: «No».

Avvocato Botti, difesa Mazzini

Botti: «Dr Abete, nel periodo in cui è stato vice presidente della Federazione..l’altro vicepresidente era Mazzini?».
Abete: «Si».
Botti: «Tutto il periodo?».
Abete: «Beh, nel 96-00 c’era un unico vice presidente, c’era uno statuto diverso; nel periodo in cui poi lo statuto fu modificato i vicepresidenti erano due e l’atro vice presidente era Innocenzo Mazzini».
Botti: «Nel periodo in cui eravate entrambi vice, la gestione, l’indirizzo della politica era autarchica del presidente o collegiale?».
Abete: «La gestione della federazione..ovviamente dipende.. ».
Botti: «Io mi riferisco all’indirizzo, alla politica gestionale in generale.. faccia comprendere al tribunale nell’ambito di questa triade come erano divisi i ruoli, i compiti, se vi era una gestione collegiale.. ».
Abete: «I ruoli sono previsti dalla carte federali e dallo statuto federale..».
Botti: «A noi interessano le situazione concrete piuttosto che situazioni statutarie.. ».
Abete: «C’era una responsabilità politica, indirizzo politico, del Presidente Federale e delle funzioni che venivano delegate ai vice presidenti… queste situazioni delegate che si sono modificate nel tempo perché variate… Mazzini seguiva da sempre l’area antidoping essendo medico, io seguivo l’area amministrativa avendo una certa esperienza professionale, poi avevamo, con ruoli articolati, una responsabilità all’interno del club Italia».
Botti: «Lei ricorda della sua elezione, se tra i suoi elettori e sponsor vi erano i Della Valle e quindi la società Fiorentina calcio?».
Abete: «Io ricordo di aver preso il 65% dei voti a scrutinio segreto avendo come avversario Nizzola; nel 2000, quando i Della Valle non erano entrati nel calcio..questo ricordo».
Botti: «Lei non ricorda quindi di avere rapporti di amicizia e quindi di particolare consuetudine con i Della Valle?».
Abete: «Ho ottimi rapporti di consuetudine e di amicizia con molti……».

L’avvocato Botti ricorda una telefonata (25.11.2004) la cui trascrizione è stata richiesta dalla difesa Moggi dove, in via generale, si parlava di una necessità su una vertenza che riguardava Totti, un contenzioso con la Federazione, un suo intervento a favore del Dr. Lucchesi all’epoca dg della Roma poi dg della fiorentina (necessità di mediazione tra la Federazione e l’atteggiamento di Totti e dei suoi difensori).

Abete: «C’era un contenzioso forse collegato ad agenti o procuratori…questo mi sembra di ricordare».
Botti: «Da parte della Federazione c’era interesse a raffreddare, temporeggiare, rallentare e le fu chiesto da Ghirelli un intervento specifico nei confronti di Lucchesi?».
Abete: «No, non so se mi fu richiesto..».
Botti: «Non lo ricorda».
Abete: «No, non lo ricordo».
Botti: «Nel maggio del 2005, prima di una partita importante per il processo.. scontro salvezza Lazio-Fiorentina, ricorda di aver avuto delle conversazioni con Mazzini sempre in ordine all’attenzione della Federazione nei confronti della Fiorentina?».
Abete: «La conversazione c‘è stata perché ne ho preso visione sul quotidiano sportivo che riportava delle frasi.. si un colloquio dopo Lazio-Fiorentina».
L’avvocato precisa che era prima dell’incontro e che ce ne sono altre successive.
Botti: «Ricorda di aver parlato con Mazzini per problemi relativi a questo incontro?».
Abete: «No, ricordo di aver parlato con Mazzini dopo la partita.. anche dove c’erano stati episodi collegati al mani di Zauri, rigore non dato, espulsioni non date …».
Botti: «22.05.2005…».
Abete: «Preoccupazione perché si riuniva la nazionale dopo (partite a giugno); preoccupazione per l’ambiente che avremmo trovato a Firenze e Coverciano.. ».
Botti: «La particolarità ..della vostra telefonata.. aveva oggetto una partita specifica, importante e che poteva decidere la salvezza… questa telefonata successiva (22.05.2005), la sua preoccupazione non ho ben compreso, la sua preoccupazione, era relativa all’arbitraggio?... ».
Abete: «Episodio clamoroso ..per un rigore non dato nel primo tempo alla Fiorentina su un mani ..sulla linea di porta da parte del giocatore della Lazio, ebbe un eco clamoroso…».
Botti: «Chi era l’arbitro? ».
Abete: «Rosetti … Si potrà evincere sia dalla giornata sia nei giorni successivi una situazione clamorosa… determinava una grande criticità sul versante della conclusione del campionato..subito dopo c’erano le partite della nazionale… preoccupazione collegata al fatto che doveva andare a Coverciano .. clima difficile sulla città di Firenze in relazione a queste situazioni».
Botti: «Era un vostra prassi prassi…dopo ogni partita o accadeva raramente?».
Abete: «Non …dopo tutte le partite, se ci sono, come in questo caso, situazioni che potevano determinare problemi anche di immagine, di tenuta della Federazione, del mondo arbitrale, ci si scambiano delle idee….».
Botti: «Nello scorrere di queste telefonate…, poi la mia opinion, è che il suo interesse era abbastanza legato alle sorti delle partite in cui era interessata la Fiorentina..».
Abete: «No, al di là della valutazioni legittime di tutti, mi è stata riconosciuta una grande trasparenza e trasversalità nel tutelare il ruolo istituzionale, al di là di quelli che sono rapporti personali, conoscenze, amicizie; questo è una grande valore di cui io mi vanto».

Avvocato Picchio, difesa Della Valle

Picchio: «Sul discorso della telefonata con Mazzini, avente in oggetto l’andamento della partita Lazio-Fiorentina, lei ricorda se quell’episodio (che ha descritto) clamoroso, determinò ulteriori interventi …ad esempio quello del sindaco di Firenze?».
Abete: «…Si, lo do per acquisito, ma ricordo anche che c’è stato; è fisiologico, in Italia, davanti un episodio di questo genere, un evento così clamoroso con una squadra che correva il rischio di retrocedere che il sindaco della città rappresentasse quello che era la realtà di sentimento da parte della città.. non è la prima volta né l’ultima.. ».

Viene nuovamente descritto dettagliatamente l’episodio.

Picchio: «Fece la telefonata e ha, attraverso questa telefonata.. , svolto un ruolo istituzionale.. ».
Abete: «Io ero vicepresidente e interloquivo con l’altro vice presidente»
Picchio: «Può riferire, se oltre questa sua telefonata, oltre al sindaco, vi furono altre evidenze pubbliche.. interventi sulla stampa..?».
Abete: «Senz’altro la stampa nei giorni successivi…».
Picchio: «Lei ricorda se tra queste 7-8 squadra vi era la Fiorentina nella lotta per non retrocedere?
Abete risponde che ricorda che la Fiorentina si salvò all’ultima giornata per una serie di risultati..in quanto aveva perso la titolarità di giocarsi da sola la possibilità di salvarsi.
Picchio: «Motivazioni sulla sua telefonata con Mazzini… prima ha fatto riferimento ad una sua preoccupazione per la nazionale a Coverciano e lei ha detto di.. ».
Abete: «Preoccupazione ambientale, perché la città di Firenze, che ci ha accolto alla grande per la partita ufficiale con le Fareeh, non ha mai avuto un rapporto facile con la Federazione e la nazionale, anche in relazione a situazioni trascorse e non ottimali tra la Federazione e città di Firenze… ci sono stati episodi in cui c’è stata la volontà, l’interesse, capacità, la necessità per trasferire un’immagine dell’istituzione che non aveva nulla contro la Fiorentina e la città di Firenze (il fallimento.. i rapporti con Baggio) e quindi c’erano tutto l’interesse affinché ci fosse un ambiente sereno.. ».
Picchio: «Voi temevate, dopo l’episodio, anche problemi di ordine pubblico?».
Abete: «Ordine pubblico… inteso come situazioni di difficoltà di ambiente, si!».

Avvocato Messeri, difesa Bertini

Messeri: «Ci può dire quanti tesserati ha le Federazione Italiana?».
Abete: «1.500.000, 15.000 società dilettantistiche di settore giovanile, 67.000 squadre, 127 società professionistiche, poi dirigenti, arbitri, tecnici.. ».
Messeri: «È un ente di diritto..?».
Abete: «Un’associazione privata, per determinate funzioni ha delle responsabilità di carattere pubblico, come tale, ed in relazione alla tipologia delle problematiche, vive in una sfera privatistica a 360 gradi, ovvero vive una sfera di controllo collegata all’amministrazione pubblica…..».
Messeri: «Ha bilanci che vengono depositati?».
Abete: «Ha un bilancio preventivo e consuntivo votato dal consiglio Federale, soggetto al controllo del collegio dei revisori; come tutte le 45 federazioni sportive, i bilanci vengono validati e ratificati da parte del Coni.. ».
Messeri: «Ha degli organi di giustizia sportiva, se me li può elencare per categoria».
Abete: «Organi di garanzia, che è una realtà più ampia, ricomprendono gli organi di giustizia sportiva: giudice sportivo, commissione disciplinare; negli anni passati (caf e corte federale); la caf, organo di appello in ordine della commissione disciplinare e la corte federale emanava pareri e interpretazioni alle norme federali e statuto. Poi, con le modifiche allo statuto del 2007, i giudici sportivi sono rimasti, commissione disciplinare rimasta (hanno articolato le competenze), si è creata la Corte di Giustizia che ha la parte consuntiva e una parte collegata alla decisione sui ricorsi; ricomprende la vecchia caf e corte federale».
Messeri: «Chi esercita nell’ambito di ordinamento della giustizia sportiva, l’azione disciplinare?».
Abete: «Il procuratore federale: uff. indagini e procura federale… queste unzioni si sono unificate e la procura federale comprende anche il vecchio ufficio indagine».
Messeri: «Quale è l’organo competente a nominare i membri degli organi di giustizia sportiva?».
Abete: «La commissione di garanzia, organo composto da 5 componenti: 3 di nomina della federazione e due del Coni (precedentemente del consiglio federale)».
Messeri: «Lei ha fatto riferimento al periodo di commissariamento, coincidente con i fatti di calciopoli…quel calciopoli lì, come è iniziata la genesi della notizia rappresentate l’illecito che ha dato il là al calciopoli sportivo? avete ricevuto denunce da parte di società vostre appartenenti? ».
Abete: «Tutta l’attività di denuncia viene effettuata.. direttamente all’ufficio indagini ..quindi sono di competenza e titolarità degli organi di giustizia sportiva. C’era stata una situazione precedente a quella maturazione in relazione al processo in atto, che era collegato ad una procedimento su Torino, portato avanti dal Dr. Maddalena che aveva dato luogo penale ad un’archiviazione i cui atti erano stati rimessi alla procura federale.. Poi, ai primi di maggio del 2006, emerse prima giornalisticamente, in via esponenziale, altre intercettazioni che creavano una situazione di grande criticità per la tenuta del mondo del calcio..e non appena arrivarono queste intercettazioni iniziò quell’iter che durò 7-8-10 gg e che portò alle dimissioni di Carraro e Mazzini, sospensione di Lanese e poi il commissariamento».
Messeri: «Quale presidente ..o nella qualità che all’epoca rivestiva ..ha ricevuto direttamente o ha avuto notizia che la federazione avesse ricevuto (nel caso di risposta affermativa vorrei sapere da chi, quale tesserato e quale società), denunce esplicite dei fatti di cui ci stiamo occupando?».
Abete: «No».
Messeri: «Quindi il calciopoli sportivo è stato celebrato sulla base di atti e in virtù una legge dello stato, la 401 del ’89.. vi arrivano per trasmissione dalle procure competenti; vi risulta questo?».
Abete: «Si».
Messeri: «Le intercettazioni telefoniche, sulla base delle quali avete celebrato il primo calciopoli sportivo (stadio Olimpico, I grado, giugno 2006)… ».
Abete: «L’iter che ha seguito la procura non lo conosco, come le ho detto questa situazione è esplosa il 6-7 maggio.. dopo di che io ero rientrando da Firenze…ebbi una telefonata da parte di Carraro che mi preannunciò che si sarebbe dimesso. Tornai a Roma, ho gestito i 6-7 giorni dall’8 maggio al 16 maggio come vicepresidente vicario, livello apicale della federazione, ma poi tutto l’iter della giustizia sportiva, di fatto, si è esplicato nelle fasi successive, laddove non ero più con un ruolo federale, ma ero a capo delegazione in Germania, non seguivo più l’attività istituzionale … Ricordo come vicepresidente vicario, arrivò la comunicazione dei 41 avvisi di garanzia…avvisi di comparizione, le dimissioni di Carraro, la sospensione di Lanese e facemmo un incontro del comitato di presidenza - tenevo contatti con il Coni - decidemmo il commissariamento, perché non era possibile gestire una normalità..nei primi giorni si pensava che potesse essere gestita..poi non era tecnicamente possibile».
Messeri: «Dal momento che esiste una legge dello stato.. che consente alle procure.. da quale procura ha ricevuto gli atti?».
Abete: «All’epoca arrivarono gli atti da Torino..fu trasmessa dal presidente Carraro all’allora ufficio indagine. Per gli eventi dei primi di maggio… è stato più l’evento penale che sportivo (travolto da quello penale)».
Messeri: «Se ha ricevuto gli atti….Sto parlando del processo sportivo celebrato a luglio 2006, che si è fatto su delle intercettazioni telefoniche, chi ve le ha mandate? ».
Abete: «Lo deve chiedere alla procura federale , io non parlo.. a prescindere che il 16 di maggio ero commissariato..».
Messeri: «Chi era il capo della procura federale?».
Abete: «Stefano Palazzi».
Messeri: «Mi riservo di chiedere ai sensi del 507 …».
Messeri: «I rapporti con il procuratore sono diretti, non interfacciati dalla federazione..
Interviene Casoria, ricordando che prima Abete ha detto che risulta che li hanno mandati gli uffici giudiari.
Abete: «Ritengo, in base alla prassi, non parlo dell’evento specifico ma della prassi. Quando si ha conoscenza di un evento che ha degli aspetti di natura penale, la procura federale, visto che non può fare indagini parallele.. si mette in contatto con i magistrati per capire se può recepire dei documenti, se può attivare l’iter… sono rapporti diretti di solito tra la procura federale.. ».
Messeri: «Ricorda dove fu celebrato il processo sportivo del luglio ..?».
Abete: «No, del processo sportivo non so neanche quale sia l’aula.. commissariato il 16 maggio e dopo di che ho seguito la nazionale, fortunatamente, fino al 9 luglio sono stato fisso in Germania, poi sono rientrato e mi è stato chiesto, dal signor Rossi, di dare un contributo (amministrativo) con delega fino ai primi di agosto (come rappresentante fattispecie, informazioni storiche), poi ho fatto le consegne e fino al 2 aprile 2007 non sono più entrato in federazione».
Messeri: «Gli organi di giustizia sportiva dove celebrano i propri processi o le udienze?».
Abete: «Dipende da quante gente c’è».
La Casoria chiede la pertinenza di queste domande.
Messeri: «Siccome il presidente rappresenta la federazioni che si è costituita parte civile e chiede un danno per la pubblicità che é stata data, per me è rilevante sapere dove la federazione ha celebrato e con quali modalità si sono svolte».
Abete: «Lo deve acquisire dagli atti documentali o a memoria di chi l’ha deciso.. ».
Messeri: «Mi sembra starno che il presidente della federazione non conosca l’aula visto che si è trattato…di un’aula..particolare si è celebrato allo stadio olimpico».
Messeri: «Ricorda se c’erano giornalisti accreditati a quel procedimento sportivo?».
Abete: «Ho visto in televisione, come lo hanno visto gli altri. Certo ci saranno stati.. ».
Messeri: «Processo celebrato parzialmente anche in televisione..Si parlò anche di possibile cessione dei diritti televisivi del processo..Acquisiste l’autorizzazione dei tesserati affinché quel processo fosse celebrato dalle televisioni (tesserati coinvolti)?».
Abete: «Sta agli atti come memoria e documenti non ho…..la federazione ha agli atti è sufficiente fare una verifica documentale…. »..
Messeri: «Cause tra tesserati. Se un tesserato fa causa alla federazione italiana gioco calcio, per risarcimento danni, quale iter deve seguire?».
Abete: «È tenuto al rispetto della clausola compromissoria, quindi deve chiedere autorizzazione alla federazione, c’è un organo.. diciamo al presidente federale/parla consiglio federale, c’è un struttura (rapporti fra tesserati), c’è un gruppo di lavoro in cui sono presenti rappresentati di tutti i componenti…che valuta se ci sono le condizioni in relazione alle norme vigenti per dare o meno l’autorizzazione».
Messeri: «E se la federazione fa causa ad un tesserato, quale iter deve seguire?».
Abete: «…Se ha avuto dei danni o delle situazioni..l’attività primaria è quella che passa attraverso le sanzioni di giustizia sportiva(il DNA della federazione), se ci sono fattispecie per situazioni di danno si costituisce nei procedimenti».
Messeri: «Come ha fatto in questi questo caso costituendosi parte civile; non ha chiesto autorizzazione al Coni, tanto per fare un esempio, nell’esercitare un’azione civile nei confronti di persone che sono tutt’ora tesserati».
Abete: «La federazione deve rispondere del suo bilancio e delle sue attività, anche in capo a coloro i quali lo giudica, quindi se ritiene di aver avuto dei danni deve agire per poter cercare di recuperare questi danni…».
Messeri: «dal punto di vista contabile sicuramente, dal punto di vista processuale siamo sempre nell’ambito della clausola compromissoria, penso che questa clausola, la quale ha fatto riferimento giustamente Lei, abbia validità a senso doppio ..».

Opposizione di Capuano. Casoria risponde dicendo che sono argomenti/circostanze di interesse comune…

Messeri: «In quel ambito è stata deliberata la volontà della federazione nel costituirsi parte civile nell’ambito di questo processo e contro quali soggetti?».
Abete: «In quale ambito, dalla federazione, secondo varie fattispecie la federazione assume le decisioni, le portano a conoscenza del consiglio federale..altre assunto in consiglio federale; non ricordo se assunta dalla federazione o dal consiglio federale..o assunta direttamente in consiglio federale…però ho la certezza che gli uffici della federazione, che sono i garanti del funzionamento della macchina organizzativa, abbiano effettuato tutti i passaggi necessari previsti dalle norme vigenti. Al presidente compete la responsabilità politica di scelta di determinate decisioni, poi ci sono il segretario della federazione, l’ufficio legale, direttore generale e ognuno, per le sue competenze, verifica le tecnicità …non mi voglio né posso sostituire alle 200 persone che lavorano negli uffici..sono garanti che le procedure vengono seguite nel modo dovuto».

Avvocato Gentile, difesa Lotito

Gentile: «Elezione Carraro, Abete e Mazzini, era nel 2004?».
Abete: «Volgeva nel II semestre del 2004 ed elezione febbraio 2005…».
Gentile: «Lei ha parlato di quasi unanimità o unanimità da parte di tutte le componenti..».
Abete: «Certo, un documento che è stato condiviso».
Gentile: «C’era la possibilità che una minoranza ponesse un diritto di veto?».
Abete: «Ponesse diritto di veto..in caso di candidatura.. in confronto di candidature…..».
Gentile: «Nel 2005 avete avuto l’unanimità, all’interno della Lega nazionale professionisti ci sono stati dissensi? ».
Abete: «All’interno della Lega nazionale professionisti, c’era una situazione molto complessa.. complessa perché si fronteggiavano due gruppi che avevano delle posizione di politica sportiva diversa…situazione nuova in cui la Lega si presentava sufficientemente unita… al passaggio assembleare. Nel 2000 la lega era unita e il 65% (ripetto al 35% di Nizzola) era il frutto del consenso avuto da altre componenti, ma la lega si schierò (90) per Nizzola. Nel 2004-2005 c’era una dialettica interna all’interno della Lega nazionale professionisti (politica sportiva, diritti televisioni..equità collegata alla distribuzione ….)».
Gentile: «Poi però questa dialettica è stata contemperata in una situazione finale.. ».
Abete: «Assorbita da una situazione; decisione assunta dalle componenti …».

Avvocato Trofino, difesa Moggi

Trofino: «Lei prima ha parlato di un diritto di veto, vuole dire chi esprimeva il diritto di veto nella vechia legislazione del 2000?».
Abete: «Chiunque lo volesse esprimere».
Trofino: «Anche la Lega nazionale professionisti?».
Abete: «Il diritto di veto è, la frase più corretta è una clausola di largo consenso (qua è larghissimo …), titolarità in capo a tutte e cinque le componenti, fino al 2000 le hanno avute le tre leghe (i calciatori e i tecnici sono entrati con la legge Melandri), dopo il 2000 lo hanno avuto tutte e cinque le componenti…. …Tutti ne avevano la stessa titolarità (lega dilettanti,.. lega di serie C; dopo il 2000 AIC e AIA) ».

 
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