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Eventi di M. VIGHI del 18/10/2010 13:15:51
Si chiama Alessandro Del Piero

 

Si chiama Alessandro Del Piero, e da ieri è il giocatore della Juventus che ha segnato più reti in serie A: eguagliato il record di Boniperti, al prossimo goal sarà definitivamente il numero 1.
Si chiama Alessandro Del Piero, ed il numero 1 lo è già per carisma, per numero di presenze in assoluto con la maglia della Juventus, per numero di reti segnate complessivamente in bianconero.
Si chiama Alessandro Del Piero, ed i complimenti, per uno che da 18 stagioni è alla Juventus, mi sembrano doverosi, come la gratitudine per tutto quello che ha fatto per la Vecchia Signora. Dalla quale, è giusto ricordarlo, è sempre stato ricambiato.

Dissero di lui che era un ragazzino promettente, ma con lì davanti Roberto Baggio, oltre a Vialli, Ravanelli e compagnia cantante, non sarebbe stato facile emergere, e probabilmente sarebbe stato mandato in prestito in “periferia” a maturare. Ma lui restò a Torino, cominciò a segnare, a mostrare che era un fuoriclasse, e presto divenne titolare. Al punto che Baggio, capitano simbolo prima di lui, fu ceduto per fargli largo: una scelta che i numeri testimoniano quanto frutto abbia dato!
Dissero di lui, dopo il primo infortunio, che non sarebbe più tornato quello di prima. Ma lui dimostrò a suon di goal (anche grazie alla Juve che attese con pazienza un ritorno all’incisività sotto porta che non giunse subito) che si sbagliavano.
Dissero di lui, dopo altri infortuni, che era finito. Ma lui di nuovo rispose a suon di goal.
Dissero di lui che Del Piero era decisivo con la Juve, ma non con la Nazionale. Lui, nonostante avesse ben poco da dimostrare il contrario, visto che spesso nelle qualificazioni per le grandi competizione aveva tolto le castagne dal fuoco (vedasi doppietta decisiva con la Svizzera o la rete contro il Messico nel mondiale trapattoniano), mai si arrese alle polemiche e sempre con forza desiderò la maglia azzurra. Ed al mondiale di Berlino il suo apporto, con la rete in semifinale ed il rigore trasformato nella finale di Berlino, fu determinante.
Dissero di lui che con quel vocino e con quei modi cortesi di fare aveva inclinazioni sessuali che nel mondo del calcio sono ancora un tabù. Ma lui, che mai si abbassò al livello di commentare le voci sulla sua vita privata, attualmente è sposato con una bella figliola, ha già due figli, e la moglie porta in grembo la terza creatura. Auguri capitano, e complimenti per la discrezione. Sempre poche righe dal sito internet, fuggendo via dalle telecamere, mai dediche banali e riflettori lontani dal nido. Discrezione e cortesia sono sinonimo di intelligenza e protezione dell’intimità, altro che diverse interpretazioni.
Dissero di lui che ormai era vecchio e poteva diventare capocannoniere solo in serie B. Ma lui l’anno successivo, a quasi 34 anni, divenne capocannoniere della serie A.
Dicono di lui che sia stato il capo-fronda nella cacciata dei recenti allenatori della Juventus. Ma lui la panchina l’ha sempre accettata (pur mai amata, ma chi la ama?) fin dai tempi di Capello. Ed ogni volta che entra in campo riesce a fare la differenza. E ieri, entrato ad un quarto d’ora dalla fine (mica imbronciato, che giocando con una squadra inferiore poteva essere più facile raggiungere il famigerato record delle 178 segnature), ha segnato dopo cinque minuti il goal che lo consacra ancora una volta nella storia. E gli allenatori che ha avuto di recente, Ranieri, Ferrara e Zaccheroni, hanno sempre smentito le illazioni (così come del resto i compagni).

Non hanno invece mai detto di lui che non sia un giocatore decisivo. Semplicemente perché non possono neanche con la malafede. Del Piero, già lo scrissi in altri editoriali, quando il momento è decisivo segna sempre il cartellino. Lui, contrariamente a tanti pseudo-campioni o come tali celebrati, quando la partita conta non fallisce mai. Chiedere alle standing ovation del Santiago Bernabeu, o a quante reti ha segnato alle squadre di Milano e alla Roma, e quante reti ha segnato in finali di coppe italiane od europee, nonché intercontinentali.

Chi scrive, invece, ha detto spesso di lui che quando segna, la gioia per il goal della Juve è ancora più grande. Sarà il bisogno di avere un punto di riferimento nella squadra che ami. Sarà perché detesto quelli che fanno entrare le telecamere nelle loro case, mentre lui tende ad essere discreto. Sarà che preferisco i fatti alle pugnette, e lui ha sempre dato risposte sul campo anche di fronte ai detrattori, che a volte sono stati proprio alcuni tifosi juventini. Sarà che se penso a certe prodezze, come il famoso goal del 3-2 alla Fiorentina, o la rete al River Plate a Tokyo, o la serpentina con l’inter nel 1998, o tutte le straordinarie traiettorie dei goal alla Del Piero in Champions League. O i più recenti capolavori di Madrid. E non dimentico nemmeno il suo goal strepitoso contro il Bari, dopo che aveva perso il padre… emozioni che esulano dal calcio, e scusatemi se è poco.
Sarà quel che sarà, ma tant’è: da juventino, un grazie e un complimenti al capitano mi sembrano doverosi. Soprattutto da chi come me prende il più possibile le distanze da pugnette e pugnettari, e predilige i fatti. Quelli che Alessandro Del Piero ha sempre portato sul campo.

Un abbraccio Ale, c’è chi parla, chi urla, chi strepita, chi racconta menzogne, chi si cuce sul petto pezzi di cartoni, chi viene portato in trionfo ma al momento decisivo resta sempre negli spogliatoi.
Poi c’è chi segna e al massimo fa linguacce: il fenomero vero, Alessandro Del Piero!


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