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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di F. DEL RE del 12/11/2010 09:12:44
L'Italia parolaia dei Balestri

 

Siamo un Paese stupendo: un massmediologo, neologismo che inquadra professionalmente una figura che discute di niente facendolo assurgere a tutto, ovvero un parolaio, che dà del parolaio a chi pesa le parole con attenzione estrema per dar loro un senso preciso, chiaro ed inequivocabile, ovvero il contrario di un parolaio. Magie della democrazia, o meglio: effetti collaterali di un sistema perfettibile, come tutte le vicende umane, che se da un lato ha enormi implicazioni etiche, morali e di diritto, da l'altro concede a chiunque di scrivere qualunque cosa. Per fortuna anche a noi ed al buon vostro, però.

Vi dico la verità: da bambino io leggevo l'Intrepido Sport e non il Guerin Sportivo. Questo per dire che forse sono di parte, rancoroso e forse persino parolaio. Ma da "Intrepidista" convinto provo un piacere sottile a rispondere al massmediologo Balestri.

Vediamo di ribattere colpo su colpo al niente.

A) Annunciare l'arrivo di un campione è un'operazione commerciale: si investono soldi su una persona presumendo che ne riporti in cassa altrettanti. Se non va in porto, almeno è servita, come operazione, a far scrivere i parolai sul Guerin Sportivo; merce, questa, di cui si nutrono volentieri. Annunciare che se la giustizia ordinaria scagionerà la Juve dalle accuse addossatele, allora la società richiederà indietro i titoli revocati , è operazione di trasparenza nei confronti dei propri tifosi ed anche dei parolai, che in quattro anni altro non hanno saputo fare: i parolai appunto. Perché parolaio è colui che dice: Agnelli che promette gli scudetti perché dice «“una volta accertata la correttezza della Juventus”, quindi mai, “potremmo richiedere”, quindi non lo faranno. » Parolaio perché dà un giudizio (mai la Juve dimostrerà la sua correttezza) senza riportare dati e fatti che possano confermare questa sua certezza; mentre Andrea Agnelli pone con serietà innanzi tutto un se, ovvero la necessità di agire sui fatti e non sulle parole e poi, all'avverarsi di quella condizione, avrà anche i fatti su cui agire e per i quali richiedere la revisione del processo sportivo ex Art. 39 del C.d.G.S. Quindi, una volta accertata la correttezza della Juventus, certo se la giustizia in Italia ha ancora un senso, potrà richiedere i titoli, quindi lo faranno, caro massmediologo.

B) «... i due scudetti, che non c'è mezza chance che la Juve riveda: intanto però si tiene buona la piazza, si crea entusiasmo, si sogna quella quota 29 che sul campo arriverebbe dopo l’Expo di Milano del 2015». il massmediologo parla di nulla e nulla è anche l'ignoranza. Ponendo anche che gli scudi fossero 27 la matematica consentirebbe di raggiungere quota 29 nell'A.D. 2012; per cui il 2015 è una presa in giro che neppure fa ridere; avesse detto: nel 2036...

C)«Quando la realtà e la Figc diranno di no, si potrà sempre fare un po’ di casino in più e magari avere qualche rigore qua e là. Fossero vere, cioè sincere e con un minimo rapporto con la realtà, queste parole meriterebbero la canea di critiche, stigmatizzazioni e amare considerazioni sulla Juventus che hanno scatenato». La realtà sta dicendo ben altro: sta dicendo che non c'era nessuna associazione a delinquere; sta dicendo che il modus operandi di Moggi era lo stesso di Facchetti; sta dicendo persino che la condanna di Giraudo è più simile ad una barzelletta che non ad una sentenza di un tribunale della Repubblica: basterebbe andare a leggersela. Ma mi rendo conto che per chi parla di nulla è ben difficile informarsi sui fatti: i fatti sono il tutto, il massmediologo non sa nulla; siamo all'alfa e all'omega come concetti. E poi: la canea di critiche, al di là dell'italiano approssimativo, concesso a chi di nulla parla e quindi col nulla si esprime, vengono rivolte sempre dai soliti noti: i tronisti dell'informazione, i Pistocchi, i Travaglio, i Mura, i Liguori, i Garanzini, ovvero tutti coloro che si sono calati alla perfezione nel personaggio-macchietta dell'"anti" a tutti i costi; anti anche a scapito dei fatti, della verità e del rapporto di fiducia coi lettori; insomma: tutto ciò che non è un giornalista; al più un massmediologo.

E infine, perché a me personalmente parlare di nulla, come concetto e come professione, alla lunga stanca: «...siamo in un Paese dove le parole non contano neanche per il loro significato, dove per la più semplice delle leggi del mercato hanno totalmente perso di valore, tante se ne producono». Qui il massmediologo Balestri centra alla perfezione, seppur involontariamente, l'unico concetto espresso nel suo lungo e noioso: descrive alla perfezione la sua professione: parlare di nulla per esprimere il nulla, condito da una spruzzatina di senso del "reale", le famigerate parole "legge di mercato", che fanno "moda", dando un sapore di verità e di credibilità ad un mare di fantasie; o di nulla, per non parlar male.

L' Italia parolaia degli Agnelli

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