Vi devo dire la verità: dell'affermazione di Garrone in sé ho letto soltanto quello che è stato riportato dai media: "Se i calciatori vogliono farlo lo facciano pure, ma questa sarebbe un'altra vergogna del calcio italiano come Moggiopoli” . Due cosette non mi tornano.
La prima è: Calcio/Moggi/Farsa/opoli è stato sicuramente percepito, anche perché così è stato impostato, come il più grande scandalo di corruzione sportiva planetaria, il “Watergate”, sebbene si parlasse di politica, era paragonabile al non aver battuto uno scontrino alla cassa. Bene: cosa c'entra, quindi, Calcio/Moggi/Farsa/opoli con le rivendicazioni sindacali dei calciatori, giuste o sbagliate che siano? Non mi sembra che tali siano da avvicinarsi al concetto di corruzione che esprime, perché così vollero, Calcio/Moggi/Farsa/opoli. A meno che le manovre che accompagnano tali trattative non si compiano "ungendo" qualcuno. Ma non mi pare il caso. Se il paragone è dovuto al grave "ambasce" che ne scaturirà, beh: allora mi pare altrettanto ardua come affermazione, visto che per non fermare il campionato 2006/'07 si celebrò un processo di stampo dittatoriale con tempi e modalità da quarto mondo.
La seconda: lo scandalo del 2006 ha avuto tre nomi, a seconda del punto di osservazione dal quale se ne riferiva in merito. La Gazzetta dello Sport e tutti coloro che si allinearono sulla sua linea editoriale, lo ribattezzarono immediatamente "Moggiopoli", in quanto il popolo pallonaro doveva recepire il messaggio chiaro ed inequivocabile che Moggi e la Juve avessero tramato nell'ombra per truccare il campionato 2004/'05 e chissà quanti altri; chi fu un tantino meno pervaso dalla sicumera, o dalla malafede, come la Storia ci avrebbe dimostrato, lo chiamò "Calciopoli". Poi ci furono un manipolo di guitti tifosi rancorosi e di Serie C che vollero vederci un po’ più chiaro sulla questione, perché juventini, quindi in malafede e di parte, ma guarda caso, solo per averla fortemente cercata, depositari della verità; e la chiamarono "Farsopoli".
Ora: al di là dell'entrare nel merito delle affermazioni di Garrone, mi piacerebbe che quando si parlasse della vicenda relativa ai fatti del 2006 per lo meno non si usasse più il termine "Moggiopoli". Non chiedo tanto, ovvero che si venga su posizioni rancorose e la si chiami "Farsopoli", ma per lo meno si abbia il pudore di chiamarla "Calciopoli", in quanto non solo il diavolo di Monticiano era coinvolto, ma: udite-udite: anche santi subitanei meneghini e, come le cronache ci riportarono, DS somiglianti a Pupo, ristoratori amici di arbitri spelacchiati, presidenti di Federazione col culo spalmato di bostik, presidenti latinisti, scarpari, che ammiravano Scilla e Cariddi dalla loro poltrona in ufficio vista mare; e DS di ogni genere. Insomma: usiamo le parole, anche quando ce le inventiamo di sana pianta, i cosiddetti neologismi, per lo meno con criterio.
Anche perché di "..opoli" questa vicenda umana, ogni giorno che passa, dimostra di avere ben poco.
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